Interpretazione e scrittura dell'Olocausto/Germania Federale: differenze tra le versioni

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=== Thomas Bernhard ===
{{Vedi anche|Thomas Bernhard}}
[[File:Bernhard 1988 at Obernathal (Austria).jpg|right|240px|thumb|[[Thomas Bernhard]]]]
Un altro scrittore "straniero" che riscosse un grande successo in Germania fu l'austriaco [[Thomas Bernhard]]. Ho messo le virgolette in "straniero" perché, secondo Bernhard, c'è ben poco da separare l'Austria dalla Germania quando si tratta dei loro rispettivi ruoli nel Terzo Reich e nell'Olocausto. Come Tabori, Bernhard usa la "teatralità" per profferire il suo messaggio e sorprendere il pubblico. Tuttavia, nelle opere teatrali di Bernhard, è il pubblico stesso il soggetto principale e il partecipante alla sua visione istrionica e politica.
 
Nato nel 1931, Bernhard abbandonò la scuola e lavorò come commesso di generi alimentari. Perseguitato da problemi bronchiali e tisiologici per tutta la vita, alla fine studiò musica e recitazione presso l'Accademia di Vienna e il prestigioso Mozarteum di Salisburgo, dove scrisse un articolo su Artaud e Brecht. Come con Tabori, l'influenza di entrambi i drammaturghi, in particolare di Artaud, è evidente nella scrittura di Bernhard. La sua prima opera teatrale, ''Em Fest fur Boris'' (= ''Una festa per Boris'', 1967) è ambientata in un ricovero per invalidi e paraplegici senza gambe.<ref>Thomas Bernhard, "A Feast for Boris" in ''Histrionics'', trad. {{en}} Peter Jansen & Kenneth Northcott, Quartet Books, 1991, pp. 7-71.</ref> Forse perché la sua fine imminente lo perseguitava,<ref>''Atemloss'' ('' Il respiro''), il programma per la produzione Schauspielhaus di Francoforte sul Meno della sua ultima opera teatrale ''Heldenplatz'' (nella stagione invernale 1995/96). Un attacco di pleurite nel 1948 segnò l'inizio di una serie di disturbi polmonari che lo fecero ricoverare in un sanatorio fino al 1951. Da allora fino alla sua morte nel 1989, soffrì di una malattia simile alla tubercolosi.</ref> l'argomento principale delle opere di Bernhard è la morte e la malattia:
{{q|Secondo Thomas Bernhard la vita stessa è una malattia curabile solo con la morte. Gli storpi e i folli mostrano semplicemente più chiaramente e quindi forse più francamente, ciò di cui tutti gli uomini soffrono sotto la superficie. Il riconoscimento da parte di Thomas Bernhard dell'onnipresenza della morte ha fatto da sfondo a tutte le sue opere drammatiche. Tutte le persone portano in sé la loro mortalità in ogni momento della loro vita.<ref>Martin Esslin, "A Drama of Disease and Derision: The Plays of Thomas Bernhard", in ''Modern Drama'', Vol.
23 (1980), pp. 367-84; p. 377.</ref>}}
Una tale filosofia collega Bernhard non solo ad Artaud ma anche all'altra influenza di Tabori: Beckett. Entrambi si preoccupano della crudeltà dell'esistenza e della crudeltà ultima stessa: la non esistenza.
 
Un parallelo strutturale con Beckett può essere visto nella ripetizione del discorso e della sintassi e nell'assenza di "azioni" drammatiche in senso tradizionale. I personaggi di Bernhard occupano il palcoscenico, passando semplicemente il tempo con parole e luoghi comuni, prima che l'inevitabile accada. L'uso di Bernhard della ripetizione linguistica e dell'inversione può forse essere ricondotto alla sua educazione musicale: il dialogo è scritto in versi liberi e le sue azioni sono chiamate "movimenti".
 
Bernhard scrisse due spettacoli teatrali negli anni ’70 che trattano della guerra e dell'Olocausto: ''Die Jagdgesellschaft'' (ital. ''La brigata dei cacciatori'', 1974) e ''Vor dem Ruhestand. Eine Komödie der Deutschen Seele'' (ital. ''Prima della pensione. Una commedia dell'anima tedesca'', 1979). Miravano specificamente alla negazione collettiva austriaca del passato nazionalsocialista. Come notò [[:en:w:Christabel Bielenberg|Christabel Bielenberg]] nei suoi ricordi del tempo di guerra, l'incorporazione dell'Austria nel Reich, noto come "lo stupro dell'Austria", fu in realtà una mossa sostenuta dal popolo austriaco: "Lo stupro, un corno! l'intera nazione era in festa."<ref>Christabel Bielenberg, ''The Past is Myself'', Corgi Books, 1984, p. 33.</ref> L'evento fu caratterizzato da folle esultanti e saluti entusiasti. Fu visto come il ritorno di Hitler a casa e il ritorno dell'Austria tra le braccia del Reich tedesco. Il mito dello "stupro dell'Austria" fornì un eccellente alibi morale e psicologico per gli austriaci che misero l'onere dell'Olocausto sulle spalle della nazione tedesca. La negazione è il tema principale di Bernhard. Il riassorbimento degli ex nazisti nel governo austriaco – nazionale e locale – fu più endemico che in Germania perché non vi fu mai una de-nazificazione estesa dopo la guerra. Bernhard usa sempre la parola "tedesco" quando si riferisce ad "austriaco". C'è solo una ''Heimat'', una "Patria". Bernhard tocca un nervo scoperto nel suo pubblico austriaco utilizzando il simbolismo e le parole chiave che collegano l'Austria al suo passato nazionalsocialista. Il pubblico di Bernhard, la società austriaca stessa, svolge il ruolo chiave in un enorme quadro teatrale. ''La brigata dei cacciatori'', ad esempio, si affida a un delicato quadro simbolico che suggerisce che i protagonisti condividano segreti colpevoli. Ad esempio, c'è bisogno di "silenzio"; la neve continua copre tutto e le "cacce" in Polonia sono ancora molto popolari. Il Generale, pieno di sensi di colpa e ora nascosto, ama la principessa a causa della "malattia degli occhi" che la rende cieca. È anche affezionato alla moglie del servo che ha avuto una [[w:chirurgia della tiroide|tiroidectomia]] andata storta, togliendole la capacità di parlare. Si ha la sensazione che Bernhard stia prendendo in giro il suo pubblico e rendendolo il bersaglio delle sue battute sarcastiche:
{{q|Il teatro di Bernhard, quindi, non mi sembra semplicemente essere comico in pratica, ma probabilmente il principale effetto comico da esso prodotto è quello del pubblico che lo prende solennemente come una tragedia. La persona che ne è davvero divertita, quella che ha la risata migliore, è lo stesso drammaturgo... Il lavoro di Bernhard è pieno di osservazioni che mostrano un odio ardente non solo delle masse umane in generale, ma del pubblico teatrale in particolare... i consumatori di cultura.<ref>Esslin, "A Drama of Disease and Derision: The Plays of Thomas Bernhard", pp. 379-82.</ref>}}
Sono i "consumatori della cultura" i soggetti del suo dramma, gli austriaci conservatori:
{{q|Come tale, Bernhard non può essere classificato un nichilista. Sarebbe più adatto chiamarlo un burlone, poiché ha perfezionato una forma di dramma in cui il pubblico non è più osservatore passivo, bensì il soggetto attivo e la vittima di un inganno gigantesco.<ref>Nicholas Eisner, "Theatertheater/Theaterspiele.The Plays of Thomas Bernhard" in ''Modern Drama'' (30 marzo 1987), pp. 104-114; p. 112.</ref>}}
O come afferma il Generale riguardo allo "Scrittore" ne ''La brigata dei cacciatori'',
{{q|Attento a ciò che dici<br/>
questo signore<br/>
mette tutto quello che vede sul palco<br/>
pensa<br/>
a ciò di cui vuoi parlare<br/>
e a ciò che preferiresti non dire<br/>
perché apparirà<br/>
sul palco<br/>
come qualcosa di filosofico<br/>
sul palco<br/>
che non è altro che impudenza<br/>
Questo signore ti trasformerà in un'operetta<ref>Thomas Bernhard, {{en}} ''The Hunting Party'', trad. ingl. Gitta Honegger, ''Performing Arts Journal'', Vol. V, Nr. 1 (1980), pp. 96-131; p. 114.</ref>}}
E, in effetti, l'elenco del cast de ''La brigata dei cacciatori'' sembra l'elenco del cast di un'operetta viennese: il Generale, la moglie del Generale, lo scrittore, il taglialegna, i ministri, il principe, la principessa e il cuoco. Come nella maggior parte delle operette, la trama è derivativa. Un Generale e sua moglie vivono in una grande casa nella foresta. Una scrittore e alcuni ministri sono stati invitati. Due drammi famosi forniscono la trama de ''La brigata dei cacciatori'': ''[[w:Il giardino dei ciliegi|Il giardino dei ciliegi]]'' e ''[[w:Il gabbiano|Il gabbiano]]''. Come ne ''Il giardino dei ciliegi'', il passato sta marcendo e deve essere tagliato via. Il Generale e sua moglie si lamentano delle imminenti attività dei taglialegna che si devono mettere a tagliar alberi a causa di "una malattia terminale". La moglie del Generale (una combinazione di Masha e Arkadina) esorta lo scrittore a giocare a carte con lei. Ne ''Il gabbiano'' (Atto IV), Masha commenta che il gico del lotto è noioso ma almeno dà qualcosa da fare, e la moglie del Generale gioca a carte per "passare il tempo". Alla fine de ''La brigata dei cacciatori'', in parallelo col suicidio di Kostya, il pubblico sente uno sparo e presuppone che il Generale si sia suicidato.
 
Il giochi intertestuali di Bernhard hanno uno scopo duplice: primo, servono da abbreviazione semiotica per il pubblico — abbatti una foresta a colpi d'ascia e immediatamente vengono in mente connotazioni di una società corrotta e transitoria. Secondo, evidenziano che il dramma, come la vita e la società, è artificio. Ciò è particolarmente vero della società austriaca, sostiene Gitta Honneger, dove l'identità nazionale è diventata il suo identikit da cartolina: operetta, [[w:Arte barocca|arte d'Alto Barocco]], torta ''[[:en:w:Cremeschnitte|cremeschnitte]]'', e [[w:Arthur Schnitzler|Arthur Schnitzler]].<ref>Gitta Honneger, "The Hunting Party", p. 98.</ref> Questa cultura è stata consapevolmente costruita per nascondere la vera identità dell'Austria come partner della Germania nella Soluzione Finale. Ne ''La brigata dei cacciatori'' il Generale (ritenuto essere un criminale di guerra nascosto nell'isolamento della foresta) sta per essere rimosso dal governo perché la sua vera storia è sul punto d'essere scoperta. Non è la questione etica di ciò che un individuo ha fatto durante la guerra che è cruciale, ma la possibilità della sua scoperta. Come dice la moglie del generale:
{{q|Per decenni lo hanno sfruttato<br/>
ha ottenuto per loro le rispettive posizioni<br/>
ora vengono a forzare<br/>
mio marito a dimettersi.<ref>Bernhard, ''The Hunting Party'', p. 110.</ref>}}
Bernhard usa temi e tecniche dell'assurdo per sottolineare l'ipocrisia della società austriaca. L'Austria moderna è costruita su cadaveri storici. I rituali rinforzano l'oblio. Le strutture sociali sono paraventi. La lingua è un artificio che copre la verità. Ciò è evidenziato dall'uso del versetto da parte di Bernhard, in una forma barocco-arcaica che va contro il flusso naturale della parola. L'uso mantrico e ripetitivo delle parole, specialmente nei suoi romanzi, ipnotizza il lettore e lo spinge avanti inesorabilmente. Gli austriaci si sono ritirati in una falsa identità e alta cultura per coprire il loro passato barabarico. La morte e la paura della punizione sono le preoccupazioni centrali dei personaggi. Come Beckett, Bernhard si preoccupa "del silenzio che si espande oltre/nella follia/nel nulla", e il fatto che tutto ciò di cui l'Uomo si preoccupa in questa vita è semplicemente "passare il tempo/nient'altro che passare il tempo perche", perché "siamo morti/tutto è morto/tutto in noi è morto/tutto è morto".<ref>''Ibid.'', pp. 103, 104, 119 rispettivamente.</ref>
 
''Prima della pensione. Una commedia dell'anima tedesca'' è un dramma più specifico nei suoi riferimenti al coinvolgimento dell'Austria nella guerra.<ref>Thomas Bernhard, ''Eve of Retirement. A Comedy of the German Soul'', trad. {{en}} Janos Bruck London, s.d. Inedito. Edizione folio per cortesia del traduttore.</ref> Fu scritto un anno dopo l'affare Filbinger del 1978, in cui fu rivelato che il presidente del [[w:Baden-Württemberg|Baden-Württemberg]] aveva condannato a morte un soldato della Wehrmacht nel maggio 1945 dopo la resa incondizionata. Il "crimine" del soldato era stato un'osservazione antinazista. Dopo le sue riluttanti dimissioni, Filbinger dichiarò che "Ciò che era giusto nel Terzo Reich non può essere sbagliato oggi".<ref>Rolf Hochhuth scoprì la storia di [[:en:w:Hans Filbinger|Hans Filbinger]], Presidente del Baden-Württemberg appartenente all'[[:en:w:CDU Baden-Württemberg|Unione Cristiano-Democratica]]. Inizialmente Filbinger si rifiutò di dimettersi ed ebbe ujn sorprendente supporto popolare. Citazione presa da Rabinbach/Zipes, ''Germans And Jews Since The Holocaust — The Changing Situation In West Germany'', p.211.</ref> L'opera teatrale fu quindi di grande attualità. La storia presentata da Bernhard parla di un giudice austriaco contemporaneo, Rudolf Hoeller, precedentemente Kommandant di un campo di concentramento, che dopo la guerra si nascose clandestinamente per poi riprendere la sua vita, dieci anni dopo, come se nulla fosse successo. Come Filbinger, il giudice Rudolf, è totalmente privo di pentimento: desidera ardentemente il giorno in cui potrà indossare di nuovo la sua uniforme delle SS in pubblico, ma per ora deve nascondere il suo vero passato. Come il Generale ne ''La brigata dei cacciatori'', Rudolf insiste per avere un sordomuto come suo servitoreo e cerca l'isolamento tra gli alberi.
 
 
 
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