Interpretazione e scrittura dell'Olocausto/Germania Federale: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
testo
testo
Riga 43:
La responsabilità della guerra e delle atrocità spetta a coloro che stanno al potere. Come sostiene la madre di Nolle, Frau Bellius:
{{q|Lasciarono i feriti dove giacevano. Perché? Perché la strategia era imbecille, le forze di soccorso erano state distribuite erroneamente, perché quegli ignoranti..., oh no, non dobbiamo dire nulla.<ref>''Ibid.'', pp. 67-8.</ref>}}
La paura le impedisce di criticare apertamente il governo che ella aveva eletto. La possibilità di resistenza al regime è scarsa. Lo si vede nei discorsi tra due giovani: Konradi e Metzenthin. Konradi, insegnante di scuola locale e patriota, si arruola per le giuste ragioni morali nel reggimento dei paracadutisti. Ritorna dal fronte orientale con storie di atrocità e si sforza di risvegliare i suoi concittadini, in particolare i suoi ex allievi, alla realtà della guerra. D'altra parte, Metzenthin è un giovane moderatamente pacifista il cui padre, ferito nell'ultima guerra, è impazzito e alla fine è morto per le sue ferite. Mentre Konradi combatte al fronte, Metzenthin rimane in città e insegue una relazione con Elsie, deridendo i fanatici nazisti. I pesanti commenti di Metzenthin servono a minare il patriottismo di Nolle, ma la sua inazione e apatia fanno ben poco per distanziarlo dalle sue battute crudeli. Metzenthin è un sopravvissuto, non un attivista. Quando si trova di fronte alle rivelazioni non troppo coerenti di Konradi sui "campi di lavoro", si convince che il suo ex amico o sta mentendo o sta soffrendo di psicosi traumatica dovuta ai bombardamenti. Accettando la verità, Metzenthin dovrebbe fare qualcosa. Rivolgendo la sua rabbia contro l'ex insegnante, Metzenthin denuncia Konradi a Herr Oswin con il pretesto di proteggere gli scolari dalle bugie dell'insegnante. Alla fine Metzenthin capisce la verità della situazione quando si trova di fronte al pedante dovere di Nolle verso la Patria. Nolle è seduto sulla sua sedia a rotelle alla periferia della città, di sentinella anche se paralizzato e mezzo cieco. È notte. Armato di pistola, adempie al suo dovere verso il Führer:
{{q|Viviamo finché siamo utili alla nazione. Questa è una legge della natura... Uno fa il proprio dovere.<ref>''Ibid.'', p. 92.</ref>}}
Inorridito nel vedere l'estensione logica di se stesso in Nolle, Metzenthin risponde, più a se stesso che al paraplegico:
{{q|Ma il problema è... affrontare le conseguenze dei tuoi errori; ammettendo: "Sì, mi sono sbagliato." Affrontare le conseguenze del continuare a... vagare in modo inutile solo perché ci hai investito così tanto impegno.<ref>''Ibid.'', p. 93.</ref>}}
Dopo questa epifania, Metzenthin corre verso il ''[[w:blitz|blitz]]'' mentre gli Alleati avanzano. La sua ossessione per il poeta [[w:Heinrich von Kleist|Heinrich von Kleist]] suggerisce che la sua morte sia stata un suicidio.
 
L'inutile morte di Metzenthin evidenzia un paradosso fondamentale nella sceneggiatura. Metzenthin sceglie la morte piuttosto che la resistenza attiva. Inoltre, mentre agli spettatori viene chiesto di esaminare le decisioni che presero durante la guerra (se abbiano reso più facile il successo del regime nazista), la resistenza si dimostra futile. Konradi e la sua fidanzata Inka vengono uccisi per attività clandestine, sebbene muoiano prima di compiere qualsiasi cosa e la loro morte non influisce sull'atteggiamento di coloro che li circondano. La madre di Inka, Frau Bellius, per esempio, rinnega la figlia morta come traditrice.
 
Elsie vede il vero stato delle cose. Solo i bambini e gli sciocchi, come suo zio Brummi istituzionalizzato, possono vedere la verità:
{{q|"Preferisco essere pazzo", diceva lo zio Brummi, "piuttosto che cresciuto". Era l'eterno bambino in tutto.<ref>''Ibid.'', p. 5.</ref>}}
Mentre la madre di Elsie e Frau Bellius bevono il tè con il generale Bellius, Elsie impazzisce e attacca il generale con un paio di forbici. Per lei, il Generale rappresenta i decisori responsabili delle sue perdite. ''Sonntagskinder'' riguarda lutto, dolore e perdita. Come tale, è simile alle opere di Wolfgang Borchert e dell’Heinrich Böll giovane che si soffermarono sulle vittime tedesche. I comuni tedeschi di Reinshagen sono due volte vittime: degli Alleati e del loro regime totalitario. Inoltre, hanno scarsa consapevolezza politica e i motivi alla base della loro accettazione del regime non vengono mai realmente esplorati.
 
L'Olocausto e la questione ebraica non vengono mai toccati. Elsie e le sue amiche incontrano un solo detenuto nel campo: un prigioniero di guerra polacco. La sua presenza serve a evidenziare l'indottrinamento nazista dei bambini. Lo soprannominano "Fido" e gli lanciano un pezzo di pane. Non pronuncia mai una parola e scompare rapidamente come è apparso, per non essere mai più menzionato.
 
=== Germania Est ===
Il ritrinceramento che stava avvenendo nelle strutture narrative della Germania occidentale può forse essere meglio misurata dagli sviluppi dell'editoria della Germania orientale. In questo periodo apparvero due romanzi che cercavano di affrontare la responsabilità tedesca e la vittimizzazione ebraica durante la guerra. Gli sviluppi nella letteratura superarono quelli del palcoscenico quando il pubblico teatrale diminuì negli anni ’70. Il problema principale era la scarsità di nuove sceneggiature derivanti dal fatto che Henschel, la casa editrice statale, deteneva il monopolio. Da solo era responsabile della diffusione di nuove sceneggiature alle gestioni teatrali e così molti drammi non arrivarono mai nei teatri perché non superarono mai l'ostacolo Henschel. Di conseguenza, come scrisse Anthony Meech, la maggior parte dei teatri mettevano in scena lo stesso nuovo spettacolo simultaneamente.<ref>Anthony Meech, "A New definition of ''Eingrifendes Theater''. Some Recent Productions in the Theatre of the
GDR", in W.G. Sebald, ''A Radical Stage. Theatre in Germany in the 1970s and 1980s'', Berg, 1988, pp. 119-23, p. 111.</ref> Inoltre, l'esistenza di compagnie ensemble, in cui a ciascun membro era garantito un lavoro vita natural durante, portò a una stagnazione teatrale.
 
[[File:Jurek Becker 1.jpg|right|240px|thumb|[[w:Jurek Becker|Jurek Becker]] (1993)]]
È stato a lungo dato per scontato che le narrazioni ufficiali comuniste degli anni della guerra non includessero la tragedia ebraica. "Mentre i tedeschi occidentali hanno affrontato quasi ossessivamente la necessità di spiegare, rimproverare, scusarsi per il passato", scrisse Julian Hilton, "i tedeschi dell'Est hanno scritto senza esser limitati dal passato".<ref>Julian Hilton, "Back to the Future – Volker Braun and the German Theatrical Tradition", in Sebald, ''A Radical Stage'', pp. 124-44; p. 126.</ref> Ma nel 1969 [[w:Jurek Becker|Jurek Becker]], un autore ebreo tedesco, pubblicò il suo romanzo ''[[:en:w:Jacob the Liar|Jakob der Lügner]]'' (= Giacobbe il bugiardo) che divenne immediatamente un bestseller.<ref>Jurek Becker, ''Jacob The Liar'', trad. {{en}} Melvin Kornfield, Harcourt, Brace, Jovanovich, 1975.</ref> Ambientato nel ghetto di Lodz, Becker non rappresenta gli ebrei come vittime o eroi comunisti ma come persone comuni che cercano di sopravvivere in condizioni mostruose. Nel 1974 ''[[w:Jakob il bugiardo (film 1975)|Jakob der Lügner]]'' fu trasposto in film e ricevette una ''nomination'' all'[[w:Premio Oscar|Oscar]] come miglior film straniero.<ref>Il romanzo venne riproposto nel 1999 in un film di [[w:Peter Kassovitz|Peter Kassovitz]] con [[w:Robin Williams|Robin Williams]]: ''[[w:Jakob il bugiardo (film 1999)|Jakob il bugiardo]]''.</ref>
 
Un altro autore apparso come un'anomalia fu la scrittrice [[w:Christa Wolf|Christa Wolf]]. Più o meno nello stesso periodo di ''Sonntagskinder'' di Reinshagen, Wolf scrisse il suo romanzo semiautobiografico ''[[:en:w:Patterns of Childhood|Kindheitsmuster (Trama d'infanzia)]]'' (1976). Il romanzo di Wolf mostra molte affinità con il dramma di Reinshagen. Entrambe le storie sono incentrate sul punto di vista di una bambina. Entrambi esplorano il processo di indottrinamento all'interno dello stato nazista e specialmente all'interno dell'aula scolastica nazista. Entrambi disegnano il quadro di una guerra ricorrente e universale. Wolf, tuttavia, è più politicamente motivata della sua controparte della Germania occidentale e, di conseguenza, il suo lavoro è più provocatorio.
 
La comparsa del romanzo di Wolf fu facilitata dal Presidente [[w:Erich Honecker|Erich Honecker]] che sostituì Walter Ulbricht nel 1971. Per cinque brevi anni ci fu un notevole rilassamento nelle arti e un abbandono del realismo sociale come ideologia ufficiale. Honecker dichiarò che il Partito era disposto a sviluppare una "piena comprensione della ricerca creativa di nuove forme".<ref>Demetz, ''After the Fires: Recent Writing in the Germanies, Austria and Switzerland'', p. 134.</ref> Non si diceva nulla dell'ideologia politica.<ref>[[File:Wolf Biermann-0412.jpg|right|100px|Wolf Biermann]] ''Ibid.'', pp. 142-8: Nel 1976 la fragile combinazione di controllo politico e piccole dosi di spontaneità letteraria fu distrutta quasi da un giorno all'altro, quando le autorità decisero di privare il poeta e cantautore '''[[w:Wolf Biermann|Wolf Biermann]]''' della sua cittadinanza RDT e quindi esiliarlo in Occidente. Suo padre era stato arrestato dalla Gestapo e inviato ad Auschwitz. Biermann aveva lavorato brevemente al Berliner Ensemble come assistente dopo la morte di Brecht. Aveva cercato di istituire il Teatro dei Lavoratori e degli Studenti di Berlino, ma venne impedito dalle autorità. Agli inizi degli anni ’60 iniziò a esibirsi con le sue canzoni e poesie, ma nel 1963 la natura delle sue opere gli aveva impedito di esibirsi in pubblico, pubblicare e persino viaggiare. Nel novembre 1976 fu privato della sua cittadinanza ed esiliato in Occidente. Così nel 1976 questa breve tregua liberalistica fu frantumata. Un flusso costante di artisti e intellettuali cominciò a fuggire in Occidente. Tra il 1976 e il 1981 si stima che oltre 300 artisti avessero attraversato il confine. Il risultato fu che l'ambiente artistico della Germania dell'Est e dell'Ovest cambiò irreversibilmente.</ref> Nata nel 1929, Christa Wolf iniziò la sua carriera letteraria inizialmente come aderente all'ortodossia stalinista, al realismo politico socialista nell'arte. Le politiche più liberali di Honecker le permisero di viaggiare sia in Unione Sovietica che negli Stati Uniti dove insegnò come scrittrice residente all'[[w:Oberlin College|Oberlin College]] nel 1974.
 
 
 
 
=== Germania Est ===