Interpretazione e scrittura dell'Olocausto/Germania Federale: differenze tra le versioni

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Il declino nel sostegno degli israeliani può essere misurato dallo scambio da parte di Brandt di tre terroristi palestinesi responsabili degli omicidi alle Olimpiadi di Monaco con venti ostaggi civili a bordo di un aereo Lufthansa dirottato nel 1972. [[w:Golda Meir|Golda Meir]] condannò la decisione di Brandt e gli studenti israeliani manifestarono a Gerusalemme con la scritta "Hitler assassinò ebrei, Brandt protegge gli assassini di ebrei".<ref>''Der Spiegel'' (6 novembre 1972).</ref> Il sostegno della Germania occidentale a Israele durante la [[w:Guerra del Kippur|Guerra dello Yom Kippur]] del 1973 fu molto più muto di quanto non fosse stato nel 1967. Il nuovo cancelliere tedesco, [[w:Helmut Schmidt|Helmut Schmidt]], rispose agli avvertimenti di Golda Meir di un'imminente distruzione israeliana per mano degli arabi dichiarando pubblicamente che tutti i popoli avevano il diritto di coesistere in Israele. Mentre Brandt di solito era stato più diplomatico nella gestione delle relazioni tra i due paesi, Schmidt fu diretto e critico. Come scrisse [[w:Michael Wolffsohn|Michael Wolffsohn]], il governo di Meir dovette affrontare uno stile più schietto di diplomazia con la Germania occidentale, uno "senza il simbolismo dell'espiazione".<ref>Michael Wolffsohn, ''Eternal Guilt? Forty Years of German Jewish Israeli Relations'', trad. {{en}} Douglas Bokovy, Columbia University Press 1993, p. 31.</ref>
 
Le azioni della RAF e la difficile situazione dei palestinesi coincisero con una tendenza letteraria e filmica emanata dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti. Dal punto di vista artistico, gli anni ’70 e l'inizio degli anni ’80 sono stati soprannominati ''"[[w:La Terza Onda|L'Onda Hitler]]"''.<ref>Alvin H. Rosenfeld, ''Imagining Hitler'', Indiana University Press, 1985.</ref> Libri come ''[[:en:w:Young Adolf|Young Adolf (Il giovane Adolf)]]'' (1978) di [[w:Beryl Bainbridge|Beryl Bainbridge]], ''[[:en:w:The Portage to San Cristobal of A.H.|The Portage to San Cristobal of A.H. (Il processo di San Cristobal)]]'' (1981) di [[w:George Steiner|George Steiner]] e film come ''[[w:Il maratoneta|Il maratoneta]]'' ([[w:John Schlesinger|John Schlesinger]], 1976), e ''[[w:I ragazzi venuti dal Brasile (film)|I ragazzi venuti dal Brasile]]'' ([[w:Franklin Schaffner|Franklin Schaffner]], 1978) dal romanzo omonimo di [[w:Ira Levin|Ira Levin]], furono sintomatici di un'ondata di film [[w:pulp (genere)|pulp]] e thriller d'azione. Bruce McCall su ''[[w:Esquire (periodico)|Esquire Magazine]]'' satirizzò la tendenza con un articolo intitolato "The Hitler Formula: Out Of The Ashes of World War Two and Onto The Best Seller List In Fourteen Easy Steps" (= La Formula Hitler: dalle ceneri della seconda guerra mondiale e alla lista dei bestseller in quattordici semplici mosse).<ref>''Ibid.'', p. 5.</ref> Un "estratto" di un romanzo-parodia di Hitler, ''The Stuttgart Folders'' di [[:en:w:Ian Frazier|Ian Frazier]], apparve nello stesso periodo sul ''[[w:The New Yorker|New Yorker]]'' con lo stesso obiettivo satirico. L'incipit di ''The Stuttgart Folders'' riporta una conversazione immaginaria tra Hitler e Himmler. Respingono il loro motivo tradizionalmente accettato di dominio del mondo e rivelano la loro vera ambizione: "Il Terzo Reich, nella persona del suo Führer, Adolf Hitler, diventerà il più grande dispositivo narrativo che il mondo abbia mai conosciuto".<ref>''Ibid.'', p. 28.</ref> Le narrazioni che coinvolgono nazisti non solo vivi e vegeti (come nel caso del "dentista" [[w:Laurence Olivier|Laurence Olivier]] in ''Il maratoneta''), ma anche dediti alla dominazione del mondo ([[w:Gregory Peck|Gregory Peck]] come [[w:Josef Mengele|Doctor Mengele]] in ''I ragazzi venuti dal Brasile'') erano abbondanti. Le figure storiche venivano ambientate in contesti contemporanei che coincidevano perfettamente con l'ascesa delle organizzazioni neonaziste e della RAF. Per i carenti di Storia, questo quadro appariva plausibile, soprattutto dopo che erano emerse prove che indicavano che varie organizzazioni terroristiche si erano addestrate insieme e avevano condiviso obiettivi comuni: la RAF, il Settembre Nero e l'[[w:Irish Republican Army|IRA (Irish Republican Army)]], per esempio. Sulla stampa, queste organizzazioni venivano collegate con gruppi neonazisti. La possibilità di una cabala terroristica internazionale giocò sulle paure e fantasie delle persone. Tali fantasie avevano poco a che fare con la realtà, storica o contemporanea. [[w:Josef Mengele|Josef Mengele]], per esempio, divenne una figura quasi folcloristica negli anni ’70, con storie circolanti sul fatto che stava continuando i suoi esperimenti medici nelle foreste pluviali sudamericane. Veniva periodicamente "avvistato" da testimoni oculari. Come notato da [[:en:w:Alvin Hirsch Rosenfeld|Alvin H. Rosenfeld]], Hitler e i nazisti divennero "una specie di ''[[w:Dilatante#Silly_Putty|silly putty]]''" con il risultato che il materiale originale delle fonti perse ogni forma e "realtà" storica nell'immaginazione del pubblico.<ref>''Ibid.'', p. xiv.</ref>
 
L'aspetto più inquietante dell’''Onda Hitler'' fu che i crimini dei nazisti vennero evidenziati in modo demoniaco per provocare brividi salaci, ma le vittime storiche furono minimizzate o rimosse. Fantasie erotiche e di sanguinosi esperimenti medici andarono di pari passo con l'equazione di Hitler con l'Olocausto. Il cerchio della colpa fu relegato al Führer e a un manipolo di pazzi.<ref>Zipes, "The Vicissitudes of Being Jewish in West Germany", p. 36. Divenne di moda per gli adolescenti tedeschi indossare cimeli nazisti. I mercatini delle pulci di Berlino vendevano soprattutto bracciali nazisti, croci di ferro e stelle gialle di David a prezzi gonfiati. Ci fu un boom nella domanda di cimeli nazisti. I prezzi delle edizioni originali di ''Mein Kampf'' aumentarono vertiginosamente.</ref>
 
[[File:Saul Friedlander.jpg|right|240px|thumb|[[w:Saul Friedländer|Saul Friedländer]] (2008)]]
In Germania, l’''Onda Hitler'' trovò espressione in una serie di nuovi libri sul leader del Terzo Reich. ''Hitler, Eine Biographie'' (1973) di [[w:Joachim Fest|Joachim Fest]], (pubblicato in italiano come ''Hitler'') dedica due pagine alla Soluzione Finale che, secondo l'autore, il popolo tedesco non sapeva nulla fino alla "liberazione".<ref>Joachim Fest, ''Hitler'', p. 272, versione italiana a cura di Francesco Saba Sardi, Collana Storica (a cura di Giorgio Borsa), Rizzoli, 1974-1976; ''Hitler. Il Fuhrer e il Nazismo'', Collana SuperBur Saggi, BUR, 1991-1994; Nuova Prefazione dell'Autore, Collana SuperBur, 1995-1997-1998; ''Hitler. Una Biografia'', Collezione Storica, Garzanti Libri, 1999; Edizione speciale per la ''Biblioteca di Repubblica'', in allegato al quotidiano ''La Repubblica'', 2005; Collana Gli Elefanti. Storia, Garzanti Libri, 2005.</ref> Il libro fu trasformato in un film, ''Hitler: Una Carriera'', nel 1977. Come [[w:Saul Friedländer|Saul Friedländer]], sopravvissuto all'Olocausto e critico letterario, all'epoca notò:
{{q|Qualche mese fa ho visto il film di Joachim Fest, ''Hitler, A Career'', in un cinema a Monaco. L'ascesa abbagliante, l'energia titanica, la caduta luciferiana: era tutto lì. Per quanto riguarda lo sterminio degli ebrei, poche parole di passaggio, nient'altro.<ref>Rosenfeld, ''Imagining Hitler'', p. 104.</ref>}}
Fest, noto storico e direttore del ''[[w:Frankfurter Allgemeine Zeitung|Frankfurter Ailgemeine]]'', ottenne un enorme successo sia con il suo libro, che divenne un bestseller immediato, sia con il film. Anche ''Geschichte der Deutschen'' (Storia dei tedeschi) <ref>Helmut Diwald, ''Geschichte der Deutschen'', Suhrkamp, 1978.</ref> (1978) di [[:en:w:Hellmut Diwald|Hellmut Diwald]] si concentrò su Hitler e sul suo immediato entourage, facendo ben poco riferimento all'Olocausto. Diwald, un medievalista, scrisse che non c'erano stati campi di sterminio in Germania e non fece notare che erano stati creati dai tedeschi in altre aree d'Europa.
 
L'affinamento dell'attenzione intorno a Hitler e la continua demonizzazione dei nazisti portarono alla presentazione delle masse ordinarie come vittime di un tiranno apocalittico. In letteratura, film e teatro seguì un ritorno a temi e immagini artistici dell'immediato dopoguerra: generali pazzi e soldati innocenti; combattenti della resistenza tedesca; una ''[[w:Heimat|Heimat]]'' indemoniata e una annullamento dell'immagine ebraica. Joachim Fest si concentrò esclusivamente sul Führer carismatico da cui una nazione fu affascinata e manipolata. I soldati ordinari della Wehrmacht e delle SS furono ritratti come vittime innocenti, come nel dramma ''Sonntagskinder'' (= Bambini della domenica, 1975) di [[:en:w:Gerlind Reinshagen|Gerlind Reinshagen]].<ref>Gerlind Reinshagen, ''Sunday’s Children'', trad. {{en}} Anthony Vivis e Tinch Minter, Rosica Colin Ltd, 1988. Tutte le citazioni sono dall'ediz. folio disponibile al Goethe Institute.</ref> Allo stesso modo, la vittima tedesca trovò espressione nel romanzo di [[w:Lothar-Günther Buchheim|Lothar-Günther Buchheim]] del 1973, ambientato su un [[w:U-96|U-boot]] tedesco, ''[[w:U-Boot 96|Das Boot'' (U-Boot 96)]]'', che fu trasformato in una serie televisiva nel 1981.<ref>Film scritto e diretto da [[w:Wolfgang Petersen|Wolfgang Petersen]] nel 1981.</ref> Questo ''ritrinceramento'' fu accompagnato da una simile regressione nella struttura, in particolare un ritorno a un punto di vista di narratore per bambini al fine di evitare analisi complesse e di enfatizzare le vittime tedesche. ''Sonntagskinder'' è narrato dal punto di vista di un gruppo di adolescenti tedeschi. Allo stesso modo, il romanzo di [[w:Siegfried Lenz|Siegfried Lenz]] ''Die Deutschstunde'' (= Lezione di tedesco) è narrato attraverso gli occhi di un adolescente, Siggi Jepson, che cerca di venire a patti con il bisogno ossessivo e dogmatico di suo padre di fare il suo dovere di poliziotto del villaggio durante e dopo la guerra.<ref>Siegfried Lenz, ''The German Lesson'', trad. {{en}} Ernst Kaiser & Eithene Wilkins, Hill e Wang, 1972.</ref> Gli anni ’70 videro l'ascesa della ''Väterliteratur'': libri e film che trattavano delle generazioni più giovani che facevano i conti con le azioni dei loro genitori durante la guerra. Le narrazioni erano generalmente ambientate in comunità di piccole città e incentrate su una sola famiglia. ''Die Deutschstunde'', ''Heimat'' e ''Sonntagskinder'' rientrano in questa categoria. Come in quest'ultimo esempio, le scrittrici di tanto in tanto scelsero di concentrarsi sulle madri piuttosto che sulle figure paterne, ad esempio ''Die Mutter'' (= La madre, 1975) di [[:en:w:Karin Struck|Karin Struck]] e il film [[w:Germania pallida madre|''Deutschland, bleiche Mutter'' (= ''Germania pallida madre'', 1980)]] di [[:en:w:Helma Sanders-Brahms|Helka Sanders-Brahms]]. ''Väterliteratur'' si concentra sul vittimismo tedesco ed evita la narrativa ebraica. In ''Deutschland, bleiche Mutter'' la figura materna, Lene, devastata dalla guerra e dalla povertà del dopoguerra, si gasa alla fine del film.