Interpretazione e scrittura dell'Olocausto/Germania Federale: differenze tra le versioni

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Dal 1948, i successivi governi tedeschi avevano cercato un simbolo onnicomprensivo che segnalasse che il passato era stato perdonato se non dimenticato. Il terrorismo contemporaneo e l'antisemitismo sollevarono ancora una volta lo spettro del passato. Golda Meir, il nuovo primo ministro israeliano, non alleviò la situazione quando parlò delle "relazioni speciali" tra i due paesi e del "debito" naturale della Germania.<ref>Lavy, ''Development of Relations Between Germany and Israel'', p.127.</ref> I tedeschi, frustrati nel svolgere il ruolo di "eterno penitente", videro contrastate le loro speranze di liberazione da questa schiavitù morale. Ciò era particolarmente vero per le giovani generazioni che, a differenza dei genitori, non nutrivano nessuna colpa o vergogna. Incapaci di assumersi la responsabilità nei confronti degli ebrei che i loro genitori erano riluttanti ad assumersi, si ritrovarono intrappolati in un vicolo cieco etico. Detlev Claussen sostiene che l'unica linea d'azione lasciata loro aperta era quella di ridirigere la rabbia che provavano per la generazione parentale e la frustrazione di essere costretti a prendere una posizione di pentimento come tedeschi in quanto tali.<ref>Detlev Claussen, "In The House Of The Hangman", in Rabinbach/Zipes, ''Germans and Jews since the Holocaust'', pp. 50-62.</ref> Rivolsero questa energia contro la radice della causa: gli ebrei – incarnati collettivamente dagli israeliani – e trasformarono le ex vittime in oppressori. In altre parole, gli israeliani dovevano essere rimossi dal piedistallo su cui gli stessi tedeschi li avevano collocati a causa del loro filosemitismo.
 
Sia il filosemitismo che l'antisemitismo oggettivano piuttosto che incorporare gli ebrei nella comunità. Gli ebrei avevano così acquisito il manto di "speciali" piuttosto che di "uguali" e ci si aspettava che si comportassero sempre come tali. Come scrive [[w:Jack Zipes|Jack Zipes]]:
{{q|Ci si aspettava che gli ebrei fossero sovrumani a partire dal 1948. Ci si aspettava che facessero miracoli nel deserto, difendendosi, conquistando tutti i nemici e rimanendo puri e democratici. Il fatto che Israele abbia dimostrato... che può essere insensibile, spietato e "imperialista" come qualsiasi altro stato, ha permesso ai critici e persino agli ammiratori di sfogare il loro antisemitismo.<ref>Jack Zipes, "The Vicissitudes of Being Jewish in West Germany", in Rabinbach/Zipes, ''Germans and Jews Since the Holocaust'', pp. 27-49; p. 45.</ref>}}
I giovani comunisti della Germania trasferirono il loro sostegno sincero e acritico dagli israeliani ai palestinesi arabi: i nuovi oppressi, i "nuovi ebrei". I palestinesi furono oggettivati come vittime indifese che non avevano alcuna responsabilità per l'attuale stato delle cose. Gli osservatori credevano che l'antisionismo della sinistra tedesca fosse semplicemente antisemitismo con un nuovo nome. La simpatia per i palestinesi poteva aver avuto la sua sensibilità morale nel posto giusto, ma i motivi della sua esistenza erano sbagliati:
{{q|Qui sta la radice di quel male infinito che desidera che le vittime non siano più vittime, ma vittimizzatori. Dal senso di colpa deriva la falsa coscienza.<ref>Detlev Claussen "In The House Of The Hangman", p. 52.</ref>}}
 
Il declino nel sostegno degli israeliani può essere misurato dallo scambio da parte di Brandt di tre terroristi palestinesi responsabili degli omicidi alle Olimpiadi di Monaco con venti ostaggi civili a bordo di un aereo Lufthansa dirottato nel 1972. [[w:Golda Meir|Golda Meir]] condannò la decisione di Brandt e gli studenti israeliani manifestarono a Gerusalemme con la scritta "Hitler assassinò ebrei, Brandt protegge gli assassini di ebrei".<ref>''Der Spiegel'' (6 novembre 1972).</ref> Il sostegno della Germania occidentale a Israele durante la [[w:Guerra del Kippur|Guerra dello Yom Kippur]] del 1973 fu molto più muto di quanto non fosse stato nel 1967. Il nuovo cancelliere tedesco, [[w:Helmut Schmidt|Helmut Schmidt]], rispose agli avvertimenti di Golda Meir di un'imminente distruzione israeliana per mano degli arabi dichiarando pubblicamente che tutti i popoli avevano il diritto di coesistere in Israele. Mentre Brandt di solito era stato più diplomatico nella gestione delle relazioni tra i due paesi, Schmidt fu diretto e critico. Come scrisse [[w:Michael Wolffsohn|Michael Wolffsohn]], il governo di Meir dovette affrontare uno stile più schietto di diplomazia con la Germania occidentale, uno "senza il simbolismo dell'espiazione".<ref>Michael Wolffsohn, ''Eternal Guilt? Forty Years of German Jewish Israeli Relations'', trad. {{en}} Douglas Bokovy, Columbia University Press 1993, p. 31.</ref>
 
Le azioni della RAF e la difficile situazione dei palestinesi coincisero con una tendenza letteraria e filmica emanata dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti. Dal punto di vista artistico, gli anni ’70 e l'inizio degli anni ’80 sono stati soprannominati "[[w:La Terza Onda|L'Onda Hitler]]".<ref>Alvin H. Rosenfeld, ''Imagining Hitler'', Indiana University Press, 1985.</ref> Libri come ''[[:en:w:Young Adolf|Young Adolf (Il giovane Adolf)]]'' (1978) di [[w:Beryl Bainbridge|Beryl Bainbridge]], ''[[:en:w:The Portage to San Cristobal of A.H.|The Portage to San Cristobal of A.H. (Il processo di San Cristobal)]]'' (1981) di [[w:George Steiner|George Steiner]] e film come ''[[w:Il maratoneta|Il maratoneta]]'' ([[w:John Schlesinger|John Schlesinger]], 1976), e ''[[w:I ragazzi venuti dal Brasile (film)|I ragazzi venuti dal Brasile]]'' ([[w:Franklin Schaffner|Franklin Schaffner]], 1978) dal romanzo omonimo di [[w:Ira Levin|Ira Levin]], furono sintomatici di un'ondata di film [[w:pulp (genere)|pulp]] e thriller d'azione. Bruce McCall su ''Esquire Magazine'' satirizzò la tendenza con un articolo intitolato "The Hitler Formula: Out Of The Ashes of World War Two and Onto The Best Seller List In Fourteen Easy Steps" (= La Formula Hitler: dalle ceneri della seconda guerra mondiale e alla lista dei bestseller in quattordici semplici mosse).<ref>''Ibid.'', p. 5.</ref> Un "estratto" di un romanzo-parodia di Hitler, ''The Stuttgart Folders'' di [[:en:w:Ian Frazier|Ian Frazier]], apparve nello stesso periodo sul ''New Yorker'' con lo stesso obiettivo satirico. L'incipit di ''The Stuttgart Folders'' comporta una conversazione immaginaria tra Hitler e Himmler. Respingono il loro motivo tradizionalmente accettato di dominio del mondo e rivelano la loro vera ambizione: "Il Terzo Reich, nella persona del suo Führer, Adolf Hitler, diventerà il più grande dispositivo narrativo che il mondo abbia mai conosciuto".<ref>''Ibid.'', p. 28.</ref>
Le narrazioni che coinvolgono nazisti che non solo vivi e vegeti (come nel caso del "dentista" [[w:Laurence Olivier|Laurence Olivier]] in ''Il maratoneta''), ma che erano dediti alla dominazione del mondo ([[w:Gregory Peck|Gregory Peck]] come [[w:Josef Mengele|Doctor Mengele]] in ''I ragazzi venuti dal Brasile'') erano abbondanti. Le figure storiche venivano ambientate in contesti contemporanei che coincidevano perfettamente con l'ascesa delle organizzazioni neonaziste e della RAF. Per i carenti di Storia, questo quadro appariva plausibile, soprattutto dopo che erano emerse prove che indicavano che varie organizzazioni terroristiche si erano addestrate insieme e avevano condiviso obiettivi comuni: la RAF, il Settembre Nero e l'[[w:Irish Republican Army|IRA (Irish Republican Army)]], per esempio. Sulla stampa, queste organizzazioni erano collegate con gruppi neonazisti. La possibilità di una cabala terroristica internazionale giocò sulle paure e fantasie delle persone. Tali fantasie avevano poco a che fare con la realtà, storica o contemporanea. [[w:Josef Mengele|Josef Mengele]], per esempio, divenne una figura quasi folcloristica negli anni ’70, con storie circolanti sul fatto che stava continuando i suoi esperimenti medici nelle foreste pluviali sudamericane. Veniva periodicamente "avvistato" da testimoni oculari. Come notato da [[:en:w:Alvin Hirsch Rosenfeld|Alvin H. Rosenfeld]], Hitler e i nazisti divennero "una specie di ''[[w:Dilatante#Silly_Putty|silly putty]]''" con il risultato che il materiale originale delle fonti perse ogni forma e "realtà" storica nell'immaginazione del pubblico.<ref>''Ibid.'', p. xiv.</ref>