Caccia tattici in azione/Monoplani della Regia: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
ortografia
Corretto: "al contrario"
Riga 189:
Uno sviluppo diretto fu il RE.2002 Ariete II, originariamente nato come un'alternativa autarchica al RE.2001 con il DB-601. IN pratica si sostituiva il P.XI con il P.XIX RC.40 da 1.160 hp, teoricamente nazionale ma in pratica derivato da precedente. Entrambi gli sviluppi del RE.2000 erano chiamati Ariete, e il RE.2002, che volò secondo una richiesta dell'aprile del '40 da parte della RA. Del resto anche Longhi preferiva un motore radiale. Il prototipo volò sempre a Reggio Emilia con De Bernardi, come già gli altri Reggiane, nell'ottobre 1940. Ma il motore causò molti problemi e così venne afflitto da notevoli ritardi. Nel novembre 1941 vennero chiesti 100 aerei e il primo di serie volò il 18 maggio 1942, stavolta con Tullio de Prato. L'ultimo di questi aerei, consegnati in circa 8 mesi, fu consegnato solo il 29 luglio 1943, quando oramai molti di essi erano andati distrutti già in un tentativo disperato di fermare gli Alleati in Sicilia. La Serie II venne ordinata contemporaneamente, ma i collaudi iniziarono solo il 28 giugno 1943. Solo 40 vennero completati all'Armistizio, altri 25 venero prodotti tra ottobre e gennaio del '44, sotto controllo tedesco. La LW era interessata al RE.2002, come piccolo FW-190. Dopotutto, per quanto inefficiente per molti aspetti, e tutto sommato obsoleto nel '43, era pur sempre il più potente dei cacciabombardieri italiani. Almeno 40 finirono con insegne tedesche. In tutto si arrivò secondo alcune fonti, ad altri 100 aerei Serie II. Ma non è chiaro affatto come le cose andarono. La LW era interessata ad un altro lotto di 30 aerei e a un RE.2002 con ala a cinque longheroni, serbatoi integrali (aboliti dopo il RE.2000) e motore BMW 801, quello del '190. Ne voleva ben 300, ma dopo i bombardamenti del 7-8 gennaio 1944, le cose cambiarono in peggio. Non è affatto chiaro quanti RE.2002 venissero costruiti: dopo i bombardamenti di Reggio Emilia, la produzione sarebbe stata spostata alla Caproni di Biella (2) e Milano (forse 60, 27 dei quali però subito demoliti). In tutto si potrebbe anche arrivare ad un totale di 250 aerei di serie e il RE.2000 modificato. Tuttavia, solo 140 di essi vennero realizzati prima dell'armistizio. 18 aerei vennero adattati al bombardamento in picchiata (prodotti nell'agosto del '43, forse con freni di picchiata), e altre versioni studiate rimasero sulla carta. Il Reggiane 2002 entrò in servizio solo il 18 dicembre 1942 e non ebbe mai un motore pienamente soddisfacente. Nondimeno venne usato dal 5° Stormo e uscì in azione, dopo un addestramento intenso, dal 10 luglio 1943 con i gruppi 101 e 102 a Crotone. Fu un impiego disperato. Vi furono attacchi al suolo con mitragliamenti di mezzi da sbarco e di azioni antinave con bombe da 100 e 250 kg, le prime sotto le ali e le altre sotto la fusoliera. Il risultato netto fu la perdita di 14 aerei in aria e di altrettanti al suolo entro pochi giorni dall’inizio dell’attività, durante la quale pare che colpissero diverse navi e in qualche caso potrebbero essere stati gli artefici di qualche affondamento (ma data la presenza dei ‘Jabo’ tedeschi con i FW-190, non è facile stabilire chi avesse colpito cosa). I RE.2002 continuarono a combattere anche in seguito, e a bordo di uno di questi cadde anche il grande Giuseppe Cenni; gli Ariete superstiti rientrarono in azione poco dopo l'armistizio, dal 18 settembre, per supportare le truppe del Dodecanneso, talvolta intercettando gli Ju-87 tedeschi. Al 2 giugno i logori Reggiane erano rimasti solo 11, usati dalla Scuola Addestramento Caccia di Lecce-Leverano. Attorno al maggio '45 vennero radiati, per cui fecero appena in tempo a vedere la fine della guerra. Dal canto loro, i Re.2002 tedeschi vennero invece usati in azione contro la resistenza francese (i 'maquisards'), ottenendo discreti risultati, con almeno un aereo abbattuto dal fuoco contraerei. La carriera del RE.2002, tutto sommato, fu piuttosto intensa per una macchina apparsa palesemente tardi e che venne prodotta solo in poche centinaia di esemplari. In pratica, esso fu il 'vero' RE.2000 della Regia Aeronautica, di cui era a tutti gli effetti una versione cacciabombardiere, con 160 hp e due mitragliatrici da 7,7 in più.
 
La battaglia di Sicilia merita senz'altro un approfondimento. Giuseppe Pesce, ''La Guerra in Mediterraneo al giro di boa'', RID Ott 1992. Gli Alleati assaltarono la Sicilia iniziando alle 2,45 del 10 luglio. Mentre la flotta italiana restava alla fonda, lanciando solo una parte della loro flotta in azione, giusto 'per fare qualcosa per tenere buoni i Tedeschi'. La Regia Aeronautica invece ebbe una parte tale da consumarsi pressoché totalmente in quella fornace. Alla mattina del 10, alle 7.30, arrivarono a Crotone i RE.2002 del 5° Stormo, seguiti da altri 10 un'ora dopo. Già il pomeriggio i RE.2002 ebbero a bordo due bombe sotto le ali (in realtà circa 69 kg) e una sotto la fusoliera da 250 kg. Vennero mandati su Augusta, a colpire le navi da sbarco. Erano solo 9 aerei comandati dal T.Col. Guido Nobili, e si buttarono in picchiata dichiarando due navi colpite; poi alcuni Ariete si lanciarono in alcuni mitragliamenti al suolo, specie contro degli alianti arrivati a Pachino sul locale campo d'aviazione. La RAF, però, non fece finta di nulla: circa 12 Spitfire Mk V del No.229 Sqn con un totale di 3 vittorie aeree, più un quarto cacciabombardiere costretto ad un atterraggio d'emergenza a R.Calabria. Nobili rimase ucciso nell'azione. L'11 vi fu un'altra azione da parte di 9 aerei, che stavolta omisero di restare a mitragliare obiettivi al suolo, e così si salvarono. Almeno per ora. Il pomeriggio tornarono all'attacco sia i RE.2002 che i G.50bis. Questi ultimi erano stati mandati anch'essi a Crotone, con il compito di attacco al suolo e antinave. Il G.50 era oramai radiato come caccia di prima linea, ma in mancanza di meglio venne assegnato ai gruppi d'assalto, in particolare il 158° di Osoppo e il 159° di Pistoia, che nell'insieme costituivano il 50° Stormo d'assalto. Questi gruppi erano arrivati il 10 luglio a Crotone, con circa 30 apparecchi. Quel pomeriggio salirono in quota 10 G.50 bis, mandati su Siracusa con 12 RE.2002 del 101° Gruppo. Alle 18.40, dopo circa 30 minuti, arrivarono sui mezzi da sbarco. Attaccarono con decisione, dopo tutto erano molto numerosi per gli standard italiani e causarono qualche danno. Tuttavia, pagarono pegno allorché, usciti dalla picchiata, si trovarono di fronte alcuni Spitfire V e IX del No.72 Sqn, che erano passati attraverso la protezione data dai potenti, ma pochi, Reggiane 2005 della 362ima sq. In tutto vennero abbattuti ben sei aerei italiani, 3 Re.2002 e altrettanti G.50 bis. Non solo, ma gli ultimi 7 G.50 vennero costretti ad atterrare a Reggio Calabria. Poco dopo, quasi non si aspettasse altro, vennero distrutti da un violento bombardamento aereo. Dopo la perdita dei 6 piloti (su 50 dello Stormo) e di altrettanti Ariete (nuovi di fabbrica, e ancora da mettere a punto), il 5° Stormo era stato pesantemente colpito. Però l'11 luglio si parla di una LST affondata per la mattina, il pomeriggio toccò ad una nave da trasporto munizioni (Baarn), e un trasporto venne danneggiato gravemente. Non è chiarissimo se fossero stati i RE.2002, ma soprattutto il pomeriggio è probabile che così fosse accaduto. Nel frattempo i Savoia S.79 bis dei gruppi 130 e 132imi, che rivendicarono tre navi affondate già tra il 9 e il 10 luglio, nella notte successiva dichiararono altre tre navi, e in quella dopo ancora ne avrebbero silurate altre due, per poi finire il 12-13 per colpire altre tre navi. A dire il vero non risultano perdite di navi alleate (malgrado ne siano state dichiarate 11), mentre inal controcontrario sette S.89 andarono perduti. Solo il 16 luglio vi sarà un successo verificabile, danneggiando una portaerei classe ‘Illustrious’.
 
Gli Ju-87R e D andarono all'attacco, sempre operando da Crotone, così accadde anche con gli S.84 da bombardamento e con gli Z.1007. Gli S.84 ebbero danni elevati e dimostrarono prestazioni risibili, pur essendo del tipo bis (leggermente migliorato), tanto che operarono solo a velocità di circa 280 kmh, a 4.000-4.500 m, con un raggio d'azione di circa 400 km, ottenuto solo con un consumo di circa 2.000 kg di carburante; le mitragliatrici non erano affidabili (non una novità per le Scotti-IF). Un fallimento fino all'ultimo, insomma, del potente S.84. Gli Ju-87 erano con il 103° Gr. Tuffatori, e con il 121° Gruppo appena formato il 3 luglio. L'11 luglio 15 Ju-87B del 121° Gruppo e 5 Ju-87D del 103imo arrivarono a Crotone. Il 12 luglio, a mattina, sette Ju-87 attaccarono le navi e rivendicarono due unità colpite, nonché alcuni mezzi da sbarco. Poi vennero affrontati dai caccia P-38 e Spitfire, che distrussero due aerei e danneggiarono tutti gli altri. Il 12 tornarono anche i RE.2002, e stavolta ne vennero mandati in azione ben 22 esemplari con bombe sotto le ali. La mattina ne vennero inviati 10, e nonostante la mancanza dei caccia di scorta, riuscirono a sorprendere le navi senza scorta caccia -forse per l'ora- e riuscirono anche a mitragliare dei bersagli al suolo, dopo le 20 bombe da 100 kg scaricate. Nel frattempo, le navi erano entrate ad Augusta, dove le difese costiere erano già sparite, tanto che i cannoni da 381 mm saltarono in aria il pomeriggio del 10 luglio, autodistrutti dal personale. Il pomeriggio vennero mandati in azione altri 12 RE.2002, stavolta attaccarono mezzi corazzati per appoggiare la 1a Divisione paracadutisti tedesca, poi aiutarono a difendere gli Ju-52 per il lancio di parà. Un Re.2002 atterrò in emergenza poco dopo.