Interpretazione e scrittura dell'Olocausto/Israele: differenze tra le versioni

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La questione della vendetta gioca un ruolo importante in ''Not of this Time, Not of This Place'' e ''To Remember, To Forget'', ma viene esplorata ancor più a fondo ne ''La Brigata'' (ingl. ''The Brigade'') di Hannover Bartov, che vinse il Premio Shlonsky nel 1965.<ref>Hannoch Bartov, ''The Brigade'', trad. {{en}} David S. Segal, MacDonald, 1969.</ref> Elisha Kruk, il narratore diciannovenne, va volontario nella [[w:Brigata Ebraica|Brigata Ebraica]], la divisione israeliana dell'esercito britannico che prestò servizio in Italia, aiutando a localizzare i sopravvissuti.<ref>Baztov stesso fece parte della Brigata Ebraica.</ref> Tuttavia, non è tanto la necessità di salvare vite umane quanto la necessità di vendetta che porta Kruk e i suoi amici in Italia. Il loro bisogno deriva dal desiderio di liberarsi, una volta per tutte, della moralità ebraica "vergognosa" e asservita che permise a sei milioni di loro di andare "come pecore al macello":
{{q|Ma che ne sarà di noi? Continueremo a portare dentro di noi, nei nostri cuori affranti, questo incubo di Amalek, a trasmettere il nostro odio in sussurri di generazione in generazione? Vogliamo un giorno di vendetta selvaggia. Omicidio per voglia di omicidio, proprio come hanno fatto con noi. Stupro per stupro. Saccheggio per saccheggio. Vittime innocenti per vittime innocenti. Solo allora, dopo esserci ripuliti da questo cancro, da questa putrefazione, da questo incubo di impotenza — solo allora, puliti e in pace con noi stessi, potremo prendere ancora una volta il nostro posto nella società umana. Allora potremo dimenticare.<ref>Bartov, ''The Brigade'', pp.117-8.</ref>}}
Il loro atteggiamento biblico "occhio per occhio" è il credo ufficiale dell'intera brigata. Il maggiore Kaplan istruisce la sua unità sui "comandamenti del soldato ebreo in terra tedesca" che comprende:
{{q|Odia i macellai del tuo popolo — per ogni generazione.<ref>''Ibid.'', p. 56.</ref>}}
Il romanzo non è interamente fantasia. Yehuda Bauer nel suo studio sul movimento Brichah (l'organizzazione sotterranea che portò i sopravvissuti in Palestina in violazione del decreto britannico) dimostrò che era responsabile di una serie di esecuzioni paramilitari di quei nazisti che erano sfuggiti alla giustizia immediata.<ref>Yehuda Bauer, ''Flight and Rescue: Brichah'', Random House, 1970.</ref> Nel romanzo, Kruk e i suoi compagni hanno in programma di violentare e uccidere una ragazza tedesca, ma all'ultimo momento Kruk scopre di non poter realizzare il piano. Innanzitutto incolpa i duemila anni di persecuzioni che hanno reso vigliacca la sua "delicata anima ebraica". Ma alla fine del libro Kruk ringrazia Dio di non essersi distrutto in Germania. Effettuare vendetta lo avrebbe ridotto allo stesso livello dei nazisti. Inoltre avrebbe dato all'Olocausto un senso di chiusura. La vendetta quindi facilita l'oblio. Kruk si rende conto che se rifiuta la storia ebraica, la parola "ebreo" non ha alcun significato. Il romanzo di Bartov è molto simile alla rivoluzionaria novella di [[:en:w:Haim Hazaz|Haim Hazaz]] del 1942, ''The Sermon'' (= Il sermone), in cui il personaggio di Yudka, come Kruk, sostiene che dissociandosi dalla Diaspora egli stia negando la sua eredità e identità.
 
[[File:Jewish Brigade insignia.svg|right|240px|thumb|Emblema della [[w:Brigata Ebraica|Brigata Ebraica]]]]
Quando i personaggi israeliani in questi romanzi incontrano i sopravvissuti, iniziano a mettere in discussione la loro identità di sabra e le immagini standard delle "vittime" dell'Olocausto. Uri usa la tipica autodefinizione in ''To Remember, To Forget'', quando afferma: "Non sono ebreo, sono israeliano — e i due non sono sinonimi."<ref>Amotz, ''To Remember, To Forget'', p. 387.</ref> Tuttavia, alla fine del romanzo ha imparato l'umiltà. In ''La Brigata'', Kruk incontra un parente distante, Krochmal, sopravvissuto ai campi lavorando nei crematori: "Più di ogni altra cosa ero pieno di repulsione, al pensiero di essere connesso a lui".<ref>Bartov, ''The Brigade'', p. 160.</ref> Ma attraverso le sue esperienze, Kruk impara la carità, la comprensione e l'umanità.
 
La rappresentazione della vittima dell'Olocausto in tutti questi romanzi contesta la supposizione che l'identità israeliana abbia avuto inizio nel 1948. Invece, i loro autori propongono che ci siano molte cose che i sabra odierni hanno respinto a loro danno. L'identità sabra si rivela essere un costrutto "pronto da indossare", come illustra il romanzo di [[w:Aharon Megged|Aharon Megged]] del 1965, ''Vivere dei morti (Ha-Hay Al Ha-Met)''.<ref>Aharon Megged, ''Living on the Dead'', trad. {{en}} Misha Louvish, Jonathan Cape & McCall, 1970.</ref> Uno scrittore israeliano in difficoltà di nome Jonas Rabinowitch è stato incaricato di scrivere una biografia sull'eroe della Guerra di Indipendenza, Abrasha Davidov. Jonas trova impossibile scrivere il libro che vorrebbe, poiché chiunque egli intervisti abbia un'immagine idealizzata di Davidov. L'uomo non è solo un eroe ma un monumento nazionale. Solo la vedova di Davidov dice a Jonas la verità su suo marito — la sua violenza, codardia e meschinità:
{{q|Ma perché dovrei dirtelo? In ogni caso non lo scriverai. Che tipo di libro sarà se scrivi la verità che conosco? Un libro nero. Il popolo ebraico non ha bisogno di un libro nero su Davidov. Ha bisogno di leggende eroiche.<ref>''Ibid.'', p. 249.</ref>}}
[[File:ChaimGuri.jpg|right|240px|thumb|Haim Gouri (2005)]]
Un altro tema esplorato da questi scrittori, come aveva fatto Shamir ne ''L’erede'', è il materialismo della società ebraica e, soprattutto, le conseguenze morali dell'accettazione del denaro per le riparazioni. [[w:Haim Gouri|Haim Gouri]], che scrisse un diario sul Processo di Eichmann e tradusse Elie Wiesel in ebraico, lavorò coi sopravvissuti in un campo di sfollati. ''The Chocolate Deal'' fu il suo primo romanzo pubblicato nel 1965.<ref>Haim Gouri, ''The Chocolate Deal'', trad. {{en}} Seymour Simckes, Holt Rinehardt & Winston, 1968.</ref> La storia è incentrata su un sopravvissuto, Rubi Krauss, che ricatta un ex medico delle SS per fare un ''coup'' finanziario. Minaccia di rivelare l'identità del dottor Hoffman a meno che l'ex-nazista non faccia una dichiarazione ufficiale alla stampa sugli effetti pericolosi e narcotizzanti del cioccolato militare americano distribuito alla popolazione civile dagli Alleati per soddisfare la fame. Krauss vuole abbassare il prezzo del cioccolato sul mercato, acquisirlo tutto, chiedere a Hoffmann di ritrattare la sua dichiarazione e poi rivendere il cioccolato a un prezzo gonfiato. Krauss otterrà le sue riparazioni a tutti i costi, non importa come. Questa nuova ossessione lo trasforma in un personaggio brutto e superficiale. Come nel caso di Wolf Cohen nell'opera di Shamir, Krauss era inteso come parallelo all'establishment israeliano nella gestione delle riparazioni e degli accordi sugli armamenti con la Repubblica Federale. Aharon Megged in ''Vivere dei morti'' riassume:
{{q|Il Paese è pieno di parassiti. Tutti stavano diventando ricchi senza lavorare. Guadagnando soldi dalla terra su cui bravi ragazzi avevano versato il loro sangue. Riempiendosi le tasche con le riparazioni tedesche, arricchendosi sulle ceneri dei martiri. Marciume alle fondamenta. Vivere sui morti! L'intero Paese! Non c'è da stupirsi che ci fosse corruzione dappertutto, da cima a fondo!<ref>Megged, {{en}} ''Living on the Dead'', p. 44.</ref>}}
 
 
 
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<references/></div>
 
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[[Categoria:Interpretazione e scrittura dell'Olocausto|Israele]]