Interpretazione e scrittura dell'Olocausto/Repubblica Federale: differenze tra le versioni

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=== Martin Sperr ===
Anche i tedeschi di [[:en:w:Martin Sperr|Martin Sperr]] sono irriflessivi sopravvissuti della classe media. Sono, tuttavia, più darwiniani nelle loro tattiche rispetto ai personaggi di Walser e la commedia è più ''noir''. Sperr si formò come attore al seminario Max Reinhardt di Vienna. Nel 1965 lavorava come assistente alla regia a Brema, dove mise in scena la sua prima opera teatrale, ''[[:en:w:Jagdszenen aus Niederbayern (play)|Jagdszenen aus Niederbayern]]'' (''[[w:Scene di caccia in bassa Baviera|Scene di caccia in bassa Baviera]]'', 1966).<ref>''[[w:Scene di caccia in bassa Baviera|Scene di caccia in bassa Baviera]]'' fu trasposto in film da [[w:Peter Fleischmann|Peter Fleischman]] nel 1968.</ref> Lo descrisse, come aveva fatto Walser con ''Eiche und Angora'', come ''Volkstück''.<ref>Demetz, ''After the Fires'', p. 239.</ref> Vinse il premio Gerhart Hauptmann quell'anno. Come Walser, Sperr esaminava il modo in cui i comuni tedeschi avevano contribuito all'ascesa del nazismo e, soprattutto, all'Olocausto. Come Walser, Sperr racconta la sua storia in una piccola e affiatata comunità provinciale — in questo caso, una piccola città della Baviera: la Terra simbolica come culla del nazismo. Fu in Baviera che Hitler organizzò il suo primo ''coup'' fallito.<ref>L'8 novembre 1923, Hitler e le SA tentarono di impadronirsi del potere a Monaco in quello che divenne noto come il "[[w:Putsch di Monaco|Putsch della birreria]]".</ref>
 
In ''Scene di caccia in bassa Baviera'', Sperr presenta l'intera struttura sociale di un tipico villaggio, dal ricco Bürgermeister (Borgomastro) e dal prete locale al modesto contadino e becchino. Sperr mostra come la comunità perseguiti con rabbia coloro che non vi appartengono, ad esempio i rifugiati della Slesia, un giovane ritardato che ha paura di essere istituzionalizzato dalla madre vedova, e il personaggio di Abram che teme la sua omosessualità sarà scoperta. I membri della comunità concordano sul fatto che un altro Hitler sia necessario per trattare con queste persone.
 
Il dramma era inteso come parte di una trilogia. La sua seconda opera teatrale, ''Landshuter Erzählungen'' (= Racconti dal Landshut), continua gli stessi temi ma è più pungente. Vinse il ''Premio Theatre heute'' per i giovani nel 1967, dopo la sua prima al [[w:Münchner Kammerspiele|Münchner Kammerspiele]] nell'ottobre dello stesso anno.<ref>Martin Sperr, ''Tales from the Landshut'', trad. {{en}} Anthony Vivis, Methuen Playscripts, 1969.</ref> La storia è incentrata su una faida tra due famiglie bavaresi nel settore delle costruzioni: i Laiper (una famiglia cattolica) e i Groetzinger (una famiglia protestante). In una parodia della storia di Romeo e Giulietta, si sviluppa una relazione amorosa tra il figlio dei Laiper, Sorm, e Sieglinde, la figlia dei Groetzinger. L'unica ragione del loro "amore" è quella di garantire una fusione commerciale tra le due società e fornire una casa rispettabile per l'arrivo imminente del loro "figlio d'amore". Sorm, tuttavia, è riluttante a sposarsi fino a quando non avrà il controllo su entrambe le società.
 
Sotto questa trama farsesca sta la storia di Sieglinde/Sarah. Herr Groetzinger aveva sposato una donna ebrea. Sia sua moglie sia la loro figlia, Sarah, furono internate in un campo dove morì Frau Groetzinger. Sarah sopravvisse e fu restituita a suo padre. Groetzinger, vergognandosi della sua parte nella deportazione della famiglia, ribattezzò Sarah con il tedesco Sieglinde. È un atto che simboleggia la necessità della comunità di seppellire il passato. Come Walser, Sperr si preoccupa della rapidità con cui gli eventi recenti vengono dimenticati per alleviare la colpa. Come afferma Marha, la moglie di Laiper:
{{q|Quei forni a gas furono costruiti dagli [[w:Yankee|Yankee]] dopo la guerra, per avere qualcosa di cui incolparci. Ne sono convinta.<ref>''Ibid.'', p. 32.</ref>}}
Oppure come Veit, il caposquadra di Groetzinger, discute del sapone prodotto da resti umani nel campo:
{{q|Per fare il sapone hai bisogno di grasso. Tutti lo sanno. E, come i giornali non si stancano mai di dirci, non c'era una maledetta oncia di grasso su quegli ebrei: come si spiega?<ref>''Ibid.'', p. 33.</ref>}}
Sperr, come Walser, crede che l'oblio porti alla ripetizione. Le opere teatrali di Sperr riguardano principalmente il riemergere del fascismo di destra e del nazionalismo in Germania. Ambientò la sua opera teatrale nel 1958-9, al culmine del periodo di ricostruzione e del boom economico. All'epoca, la Germania occidentale stava attraversando la prima recessione economica dalla fine della guerra e le tensioni sociali stavano aumentando. Nel dramma, quando inizia la depressione i vecchi capri espiatori ne sono incolpati: i neri, i ''Gastarbeiter'' (= lavoratori stranieri), "gli ebrei, gli yankee e tutta l'altra feccia".<ref>Gli anni ’60 erano stati testimoni dell'introduzione di lavoratori stranieri, i ''Gastarbeiter''. Soggetti alle leggi e alle tasse tedesche, a queste persone, in genere neri, slavi e turchi, non veniva concessa la cittadinanza. Si creò un intero sostrato sociale che era sottopagato e sottoprotetto dalla legge.</ref> Come per i personaggi di Walser, la mentalità della classe media non è cambiata. Gli abitanti di questa sonnolenta cittadina non avrebbero dovuto gettar via i loro bracciali nazisti nel 1945: "È tutta colpa degli ebrei e dei comunisti. Hitler aveva ragione, sai", proclama Veit. Il razzismo e la xenofobia non hanno basi ideologiche. Il pregiudizio è istintivo e mal ragionato. La maggior parte dei personaggi di Sperr non è nemmeno consapevole di essere razzista. Il punto viene fatto con ironia tagliente, tramite Laiper:
{{q|Voglio che sia chiaro: non ho nulla contro gli ebrei. Arriverei persino al punto di dire che mi oppongo al fatto che siano stati uccisi. Il solo loro sradicamento sarebbe stato sufficiente.<ref>Sperr, ''Tales from the Landshut'', p. 32.</ref>}}
È Veit che, in gara per l'elezione del consiglio locale, cerca di aumentare le tensioni razziali nel tentativo di guadagnare potere. Come il giovane Hitler, sceglie l'ambientazione di una birreria dalla quale lanciare la sua campagna politica:
{{q|Siamo stanchi di vedere la TV dove gli ebrei hanno sempre ragione e i tedeschi hanno sempre torto. È ora che la smettiamo di buttarci giù.<ref>''Ibid.'', p. 40.</ref>}}
Disprezzato per le sue opinioni estremiste, Veit viene buttato fuori dal pub, ma quando l'economia vacilla, viene preso più sul serio.
 
Secondo Sperr, la generazione parentale non ha imparato nulla dal passato. I tedeschi sono ancora bigotti e nazionalistici come sempre, come dimostra Laiper mentre siede con sua moglie e ricorda gli anni di Hitler:
{{q|Noi anziani, non abbiamo dimenticato cosa sia la Germania, eh, Marha? È una terra eccellente. Mi preoccupo per lei. Abbiamo due figli e nessuno dei due sa cosa sia stata la Germania.<ref>''Ibid.'', p. 36.</ref>}}
Laiper segue questo commento con una resa patriottica di ''Deutschland, Deutschland über Alles'', collegando così il Terzo Reich e la Repubblica Democratica mediante l'inno nazionale.
 
<div style="color: teal; text-align: center; font-size: 1.4em;">~ • ~</div>
 
Walser e Sperr si concentrarono sull'Olocausto come questione tedesca, come esperienza tedesca. I temi esplorati sono la società tedesca contemporanea, l'effetto di un passato nascosto sulla gioventù tedesca, e il capitalismo tedesco. La farsa, il linguaggio volgare e la rappresentazione iconoclasta degli ebrei servivano a scioccare il pubblico. Spudoratamente offensivi e controversi, questi due scrittori intendevano provocare proteste e quindi discussioni.