Interpretazione e scrittura dell'Olocausto/Repubblica Federale: differenze tra le versioni

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''L’istruttoria'', scritta in undici canti, è strutturata sulla ''[[w:Divina Commedia|Divina Commedia]]'' di [[w:Dante Alighieri|Dante]]. Nell’[[w:Inferno (Divina Commedia)|Inferno]], il poeta cerca di salvare una vita, quella di Beatrice. Ne ''L’istruttoria'', Weiss chiede al suo pubblico di considerare cosa sarebbe successo se avessero cercato, come Dante, di salvare solo una vita ciascuno. La storia di Lillie Tofler è dove si trova il centro emotivo del dramma. Come con ''Anne Frank'' di Schabel, non vediamo mai Lillie; la sua assenza è enfatizzata per migliorare la sua tragica scomparsa e l'incapacità del pubblico di salvarla. La chiave del dramma sta nella dichiarazione del Testimone 3 riguardo al Doctor Flage:
{{q|Il medico del campo Flage mi mostrò che era ancora possibile pensare a una vita tra le migliaia, che sarebbe stato possibile influenzare il macchinario se ce ne fossero stati abbastanza del suo genere.<ref>Weiss, ''The Investigation'', p. 84.</ref>}}
Weiss presenta al pubblico una sezione trasversale di persone coinvolte nel nazismo a tutti i livelli per porre la domanda su cosa sarebbe successo se ognuna di queste persone, qualunque fosse la loro posizione, avesse tentato di effettuare un cambiamento. Il dramma si apre col Testimone 1 che era a capo della stazione ferroviaria dove arrivavano le "spedizioni" ad Auschwitz. In congrointerrogatorio del giudice alTestimone 1 evidenzia le possibilità di ciò che questo individuo (e quindi il pubblico) avrebbe potuto fare nelle circostanze per alleviare le sofferenze. Durante tutto lo spettacolo, mentre il pubblico segue l'aumento di rango degli accusati, si vedono chiaramente i tentativi di passare ulteriormente la responsabilità delle torture sempre più in alto nella catena di comando. Weiss, come Hochhuth, si concentra sulle decisioni morali prese da tutti i tedeschi durante la guerra. L'Olocausto fu davvero "un fenomeno universale" perché ci fu una responsabilità universale.
 
Tuttavia, a causa della sua interpretazione comunista della Storia, Weiss presta attenzione anche agli interessi industriali all'interno dei campi e sottolinea come coloro che parteciparono al sistema continuarono a raccogliere i frutti anni dopo. James E. Young sostiene che, incolpando la struttura economica, la sofferenza non è più una questione di tragedia individuale e la salvezza delle vittime non è più una questione di responsabilità individuale. Le persone sono le vittime dei movimenti di massa, in questo caso del capitalismo.<ref>Young, ''Writing and Re-writing the Holocaust'', p. 72.</ref> Uno degli imputati di Weiss afferma di essere insignificante rispetto a coloro che fuggirono e vennero riassorbiti nel sistema. Coloro che dovrebbero essere processati, come afferma il Testimone 3, sono le grandi corporazioni che hanno usato il lavoro schiavista di Auschwitz e non sono mai stati consegnati alla giustizia:
{{q|In ultima analisi, gli Imputati in questo processo sono qui solo come subalterni. Altri più importanti di coloro che stanno davanti a questo tribunale non hanno mai dovuto giustificarsi. Vivono nella vergogna. Godono di alti uffici. Moltiplicano i loro averi e continuano quelle opere per le quali i prigionieri furono precedentemente usati.<ref>''Ibid.'', pp. 199-200.</ref>}}
Una simile interpretazione degli eventi è parzialmente comprensibile dato il clima della Germania occidentale negli anni ’60. Gli ex nazisti stavano uscendo fuori da tutte le parti. Tuttavia, questa "piccola gente" sul banco degli imputati sta di nuovo trasferendo agli altri il peso della responsabilità anziché accettare la propria complicità. Weiss indica che non importa quanto sia insignificante l'azione, i tedeschi facevano tutti parte di un sistema di sfruttamento capitalistico. Il tema del dramma è il ruolo dell'individuo nella società. Allo stesso modo, il giudice Hofmeyer, nel vero processo, si concentrò sull'importante ruolo della "piccola gente":
{{q|Furono fondamentali per l'esecuzione del piano di sterminio tanto quanto quelli che redigevano i loro piani alle loro scrivanie... Questo stato esiste dal 1871 alla Repubblica di Weimar fino alla Repubblica Federale e ha sempre avuto lo stesso codice penale. Secondo questo codice penale l'omicidio è sempre stato un reato punibile. Il nazionalsocialismo esercitò il potere totale in tutta la Germania, ma ciò non gli diede il diritto di trasformare il male in bene.<ref>Nauman, ''Auschwitz'', p. 415.</ref>}}