Interpretazione e scrittura dell'Olocausto/Repubblica Federale: differenze tra le versioni

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Per il rigoroso documentarista, la narrativa è una bugia perché manipola la "verità" storica. D'altra parte, uno storico drammatico come Hochhuth afferma che la narrativa può essere l'unico modo per accertare la verità. Come Schiller, Hochhuth crede che sia necessario creare una bugia (una fabbricazione) per rivelare una verità più grande, ma Weiss, come i suoi colleghi del ''Gruppo 47'', diffidava della scrittura narrativa perché la macchina della propaganda nazista aveva sfornato una narrativa fittizia dopo l'altra con conseguenze mostruose. Lo stile ''Kahlschlag'' cercava soprattutto fatti, fatti sopra ogni altra cosa. Ed era attraverso "fatti" che questi scrittori speravano di raggiungere la "verità" e di mettere in guardia il mondo.<ref>La richiesta di "fatti" divenne ancora più estrema con l'istituzione del ''Gruppo 61'' da parte di Max von der Grün che richiedeva che l'arte fosse impegnata socialmente poiché si riteneva che il ''Gruppo 47'' fosse diventato troppo rimosso dalla vita quotidiana e dalle persone comuni.</ref> Pur evitando il riferimento politico diretto, il ''Gruppo 47'' e il suo successore ''Gruppo 61'', miravano a realizzare cambiamenti sociali. Così faceva l'altra influenza confessata da Weiss, Bertolt Brecht. Nonostante le differenze di stile (documenti invece di satira/farsa/finzione) Weiss come Brecht identifica il razzismo come una caratteristica inevitabile della società capitalista. Inoltre, sia Brecht che Weiss usavano l'ironia per creare una reazione intellettuale nel loro pubblico.
 
L'impulso iniziale per il dramma venne da un membro del ''Gruppo 47'' che aveva sfidato i suoi colleghi a creare arte dal processo. Uno stimolo secondario poteva essere stato la "messa in scena" del Processo di Eichmann che Hannah Arendt aveva suggerito avesse assunto il formato di uno spettacolo teatrale: i giudici erano seduti su una piattaforma, le discussioni sul male e sulla giustizia erano ben declamate e il verdetto era stato una conclusione scontata.<ref>Hanna Arendt, ''Eichmann in Jerusalem'', pp.4-5: "Il procedimento si svolge su un palco davanti a un pubblico, con il meraviglioso grido dell'usciere all'inizio di ogni sessione che produce l'effetto del sipario che si alza. Chiunque abbia progettato questo auditorium..., aveva in mente un teatro, completo di orchestra e galleria, con proscenio e palcoscenico, e con le porte laterali per l'ingresso degli attori. Chiaramente, questa aula di tribunale non è affatto un brutto posto per il processo spettacolare che David Ben Gurion, Primo Ministro di Israele, aveva in mente quando decise di far rapire Eichmann in Argentina e portarlo alla Corte Distrettuale di Gerusalemme per essere processato per il suo ruolo nella '«soluzione finale della questione ebraica». E Ben Gurion... rimane l'invisibile regista del procedimento."</ref> L'affermazione di Arendt sulla "banalità del male" fu anche influente in quanto sfidava l'immagine postbellica dei nazisti. Gli assassini erano burocrati, gente comune "spaventosamente normale".<ref>''Ibid.'', p. 253.</ref> Sfidando Immanuel Kant, che supponeva che l'Uomo fosse innatamente buono, Arendt affermò che essere cattivi è lo stato naturale dell'Uomo. La "bontà" è straordinaria. Gli imputati di Weiss, come quelli del vero Processo Francoforte-Auschwitz, sono "piccoli uomini" impenitenti e banali. Arendt, concentrandosi sulla banalità del male, diede slancio agli scrittori tedeschi non solo per esaminare il ruolo del "piccolo uomo" nel corso della guerra, ma anche per universalizzare specifiche atrocità in male generico. Ne ''L’istruttoria'', il nazismo è percepito come solo un esempio di criminalità globale. Come affermato da Weiss:
{{q|Io non mi identifico più con gli ebrei di quanto non faccia con il popolo del Vietnam o con i neri in Sudafrica... Mi identifico semplicemente con gli oppressi del mondo... ''L’istruttoria'' riguarda l'estremo abuso di potere che aliena le persone dalle loro stesse azioni... Del resto, data una disposizione diversa, gli ebrei avrebbero potuto essere dalla parte dei nazisti. Anche loro avrebbero potuto essere gli sterminatori. ''L’istruttoria'' è un problema umano universale.<ref>Sidra Dekoven Ezrahi, ''By Words Alone'', p. 39.</ref>}}
I campi di concentramento e le persecuzioni non sarebbero mai potuti accadere in una società comunista, sostiene Weiss. I critici hanno contestato questo assunto indicando i gulag di Stalin e l'uso dei campi di concentramento nazisti sul suolo sovietico per l'incarcerazione di prigionieri politici.<ref>Ian Burma, "Buchenwald" in ''Granta: Krauts!'', Vol. 42 (inverno 1992), Granta Publications Ltd/Penguin, pp. 65-75; p. 71-2. Buchenwald, fuori Weimar, fu utilizzato come campo di prigionia fino agli anni ’50 come descrisse l'ex-detenuto Robert Zeiler. Imprigionato dai nazisti come ebreo e poi dai sovietici come spia nel 1945, Zeiler trascorse un totale di cinque anni a Buchenwald sotto due diversi regimi.</ref> Tuttavia Weiss sta parlando del marxismo come concetto e non in pratica. E nel suo "10 Arbeitspunkte eines Autors in der geteilten Welt" (trad. ingl. "The Necessary Decision. 10 Working Theses of an Author in the Divided World", pubbl. in ''Chalk Circle'', vol. 1, 1 (aprile–maggio)/1966, 3-7) si allinea più esplicitamente all'ideologia leninista.<ref>Demetz, ''After the Fires'', p. 48: L'articolo fu dapprima pubblicato su un giornale svedese l'1 settembre 1965 e poi tradotto in molte lingue. In questo articolo, Weiss collega tra loro eventi del Terzo Mondo, Auschwitz e lo sfruttamento capitalista.</ref>
 
== Walser e Sperr ==
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