Interpretazione e scrittura dell'Olocausto/Repubblica Federale: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
testo
Riga 65:
Se Pio è il simbolo dell'"uomo comune", rimane la domanda sul perché Hochhuth includesse un'appendice storica che dettagliava la sua specifica argomentazione contro il Papa. Alla première di Piscator, Dieter Boscher, l'attore che interpretava il Papa, offrì un'esibizione naturalistica e interiore.<ref>Rischbieter, "Neue Chancen für das Zeitstück?", p. 3.</ref> Inoltre, Boscher venne truccato affinché fosse una replica fisica esatta di Pio XII.<ref>Derek Fogg, "Outrage and Outcry: The Première of Der Stellvertreter", in Schumacher/Fogg, ''Hochhuth’s The Representative'', p. 39. </ref> Tale interpretazione focalizza la questione della colpa su un singolo individuo storico piuttosto che forzare una discussione sulla responsabilità morale individuale.
 
[[File:Il vicario Roma, 1965.jpg|right|250px|thumb|''Il VIcario'' rappresentato a Roma nel 1965: nella foto il protagonista Nilo Checchi insieme al regista, [[w:Gian Maria Volonté|Gian Maria Volonté]]]]
Piscator ridusse ulteriormente l'aspetto tedesco con dei tagli di regia. Rimosse Adolf Eichmann e la scena Jägerkeller in cui vari industriali discutono l'utilizzo del lavoro forzato. Questa scena è cruciale per la sua allusione alle ditte tedesche che continuarono a prosperare dopo la guerra e quindi alla continuità storica tra la Germania nazista e quella moderna. Piscator rimosse diciassette dei quarantadue ruoli ed evitò la dimensione tedesca.<ref>''Ibid.'', p. 38.</ref> Senza questi parallelismi l'esempio del Papa e di Riccardo non ha senso per i comuni tedeschi. La produzione di Piscator divenne uno ''Stationendrama'' che tracciava il corso del pellegrinaggio morale di Riccardo. Le produzioni tedesche successive seguirono l'esempio. Il problema che la maggior parte dei registi doveva affrontare era che la sceneggiatura di Hochhuth, non tagliata, avrebbe richiesto dalle sei alle otto ore per essere eseguita. I tagli di regia furono spietati e politicamente selettivo. Apparentemente non una sola produzione menzionava criminali di guerra, uomini d'affari, aziende o scienziati tedeschi che venivano riassorbiti nello stabilimento dopo la guerra.<ref>''Ibid.'', p. 41.</ref> Nelle produzioni della Germania orientale, tuttavia, fu sottolineato il punto di vista commerciale, condannando così il capitalismo per la creazione dei campi di sterminio. Non solo il discorso marxista confermava la storiografia sovietica della seconda guerra mondiale, ma lo spettacolo di uno scrittore della Germania occidentale che criticava il riassorbimento da parte del suo governo degli ex nazisti era la prova concreta che la Repubblica federale era un covo di attività naziste. Il fatto che la sceneggiatura diventasse un materiale così malleabile nelle mani di vari registi, indica la natura multilivello delle intenzioni di Hochhuth.