Interpretazione e scrittura dell'Olocausto/Repubblica Federale: differenze tra le versioni

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Hochhuth, come Günter Eich, intendeva usare l'esempio storico per ispirare la gente comune a resistere alla corruzione e prendere le giuste decisioni morali in momenti di significato storico. Come affermò Piscator:
{{q|''Il Vicario'' rende bugiardi tutti coloro che affermano che un dramma storico come dramma di decisione non è più possibile poiché le decisioni in quanto tali non sono più possibili per l'uomo, dato l'anonimato senza caratteristiche delle disposizioni socio-politiche e delle pressioni in un'assurda costruzione di umana esistenza che vede tutto determinato.<ref>Bentley, ''The Storm Over The Deputy'', p. 11, che cita l'introduzione di Piscator all'edizione tedesca de ''Il Vicario'', trad. Clara Mayer.</ref>}}
 
L'apatia morale è il punto cruciale di entrambe i drammi: "Non essere contro di loro, è così brutto quanto stare con loro", afferma Riccardo, e Harras ne ''Il Generale del diavolo'' conclude: "Permettere la cattiveria è peggio che farla."<ref>Hochhuth, ''The Representative'', p. 137; Zuckmayer, ''The Devil's General'', in Haskell/Shed, ''Masters of Modern Drama'', p. 940.</ref> Ci sono ovvie somiglianze tra ''Il Vicario'' e ''Il Generale del diavolo'': l'atmosfera festosa tra i vari membri del Partito nazista e relativi tirapiedi nel Primo Atto de ''Il Generale del diavolo'' e la scena Jägerkeller de ''Il Vicario''; il gelido e diabolico dottor Schmidt-Lausitz e il demoniaco Dottore di Hochhuth; l'idealista Riccardo e il tenente Hartmann che cercano di attuare cambiamenti; il buon tedesco, Harras, che dà rifugio all'ebreo Korrianke e il buon tedesco, Gerstein, che salva l'ebreo Jacobson nascondendolo nel suo appartamento. Entrambi gli scrittori erano devoti di Schiller e, come Ernst Wiechert, entrambi si preoccupavano della responsabilità cristiana. In ''Der Totenwald (La selva dei morti)'' e ''Il Generale del diavolo'', sacerdoti, laici e soldati si ritrovano in un pellegrinaggio cristiano verso il martirio. Lo stesso vale per Riccardo Fontana di Hochhuth. ''Il Vicario'' è una psicomachia cristiana con l'uomo (Riccardo) in bilico tra l'angelo buono (Gerstein) e il cattivo (il Dottore), e che viene confuso dai falsi profeti (il Papa). Per esempio, nelle direzioni scenografiche il Dottore "ha il marchio del male assoluto".<ref>Hochhuth, ''The Representative'', pp. 18-19.</ref> Hochhuth non lascia dubbi al lettore su quali siano le sue intenzioni:
{{q|Una figura secolare del teatro e della rappresentazione del mistero cristiano è di nuovo salita sul palco. Dato che questa empia apparizione da un altro mondo gioca ovviamente solo la parte di essere umano, eviterò ulteriori tentativi di comprendere le sue caratteristiche umane poiché non possono aggiungere nulla alla decifrazione di questa figura incomprensibile e delle sue azioni.<ref>''Ibid.'', p. 20.</ref>}}
Questo concetto fu esplorato dal regista tedesco [[:de:w:Hans Schalla|Hans Schalla]] al [[:en:w:Schauspielhaus Bochum|Bochum]] nel 1964, dove i personaggi camminavano in misteriosi fasci di luce e assumevano un aspetto "spettrale ".<ref>Trainer, "The Play as Published", p. 8.</ref> Walter Kaufman, dopo aver visto lo spettacolo, concluse che era "una tragedia cristiana moderna — forse anche l'unica tragedia cristiana" perché chiede all'individuo "di diventare cristiano nel senso più esigente della parola".<ref>Walter Kaufman, ''Tragedy and Philosophy'', Princeton University Press, 1968, p. 329.</ref>
 
Hochhuth si rifiutò di rilasciare i diritti per una rappresentazione nella Germania dell'Est perché riteneva che i comunisti avrebbero usato il testo per accusare il cristianesimo organizzato. Fu solo nel 1966 che lo spettacolo venne messo in scena in quattro teatri della Repubblica Democratica e altri tre in Polonia.<ref>J.D. Hind, ''Ambivalent Polemicist – A Study of the Political and Philosophical Outlook of Rolf Hochhuth'', Nottingham University: tesi Ph.D., 1980, p. 195, riportato in traduzione da ''Der Spiegel'' (27 febbraio 1963).</ref> Dal punto di vista ebraico, la commedia non riguarda né gli ebrei né l'Olocausto, come ha scrisse il critico Sraya Shapiro alla premiere israeliana:
{{q|Ci venne dato un dramma anti-tedesco che si adatta bene alla campagna generale contro la normalizzazione delle relazioni con la Germania. Fu sottolineato molto chiaramente che furono i russi a salvare le vittime di Auschwitz o ciò che ne era rimasto; e che la paura della Russia fu il motivo principale che tenne il Papa fermamente nel campo tedesco, essendo gli ebrei un prezzo sgradevole ma necessario da pagare a Hitler per i suoi servizi anticomunisti. Degli ebrei e dei loro problemi [il dramma] contenne ben poco.<ref>Citato in Claude Schumacher, "The Representative Outside Germany: A Stage History", in Schumacher/Fogg, ''Hochhuth’s The Representative'', pp. 49-59; p. 56.</ref>}}