Interpretazione e scrittura dell'Olocausto/Anna Frank: differenze tra le versioni

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Nonostante la nostalgia romantica di Goldberg per la vita nella Diaspora, alla fine ella concorda sul fatto che il sionismo può essere l'unica strada per andare avanti in un mondo post-Olocausto. Come ''He Walked Through the Fields'' di Shamir, il dramma riguarda le conseguenze dell'Olocausto sull'identità israeliana e non l'evento stesso. Ma mentre Shamir presume che non ci possa essere alcuna alternativa ragionevole alla vita in Israele, Goldberg ironizza la figura orgogliosa di Dora che, tagliandosi via dal suo passato, ha poca identità sua propria. Come il nascituro di Mika, la figura della bambina Lena è un simbolo di speranza e un movimento verso il futuro. Forse ella avrà sogni suoi propri, a differenza di Dora, che rigurgita senza pensarci le idee e i sogni di altri.
 
[[File:UriOrlev7856.JPG|250px|right|thumb|[[w:Uri Orlev|Uri Orlev]] alla Fiera del Libro Ebraico, Gerusalemme (2013)]]
Allo stesso modo, [[w:Uri Orlev|Uri Orlev]] presenta un'immagine ambigua di Israele. Nato nel 1931 da una famiglia ebrea assimilata a Varsavia, trascorse gli anni 1939-4 1 nascondendosi nel ghetto di Varsavia con suo fratello. Nel 1943 furono deportati a Bergen-Belsen. Entrambi sopravvissero ed emigrarono in Israele nel 1945. Il romanzo di Uri Orlev del 1956 ''The Lead Soldiers'' (ebr. חיילי עופרת – ''I soldati di piombo'') condivide molte somiglianze con ''La signora del castello''.<ref>Uri Orlev, ''The Lead Soldiers'', trad. {{en}} Hillel Halkin, Peter Owen, 1979.</ref> Questa volta i bambini sono i principali protagonisti; la storia dell'Olocausto è raccontata dal punto di vista di un bambino, in particolare quella di Yurik e di suo fratello Kazik. Il libro è un'esplorazione degli aspetti negativi della vita della Diaspora senza soffermarsi sugli orrori. Quando i fratelli arrivano a Bergen-Belsen, Orlev interviene:
{{q|Ma nulla di tutto ciò appartiene alla nostra storia... La nostra storia riguarda solo due ragazzi che sono venuti in questo posto per puro caso e la cabina in cui vivevano.<ref>''Ibid.'', p. 178.</ref>}}
La Diaspora può aver avuto le sue difficoltà ma alla fine, come Goldberg, Orlev rifiuta di esaltare la vita in Israele in un confronto superficiale tra le due. Alla fine della guerra, quando i due ragazzi arrivano con la sorella maggiore in Israele, devono affrontare molti nuovi ostacoli. Significativamente per Yurik, nella sua nuova scuola israeliana, il bullismo non si ferma. Sia Goldberg che Orlev, a causa delle loro radici nella Diaspora, hanno sentimenti ambigui sia per il nuovo stato che per la vecchia eredità europea.
 
Tuttavia, tra il 1955 e il 1960 vari eventi politici in Medio Oriente consolidarono l'atteggiamento sionista espresso in ''He Walked Through the Fields'' di Shamir. Il 1955 fu un anno sanguinoso lungo il confine egiziano-israeliano. Un assalto arabo ad una scuola elementare israeliana nel villaggio di Shafree, per esempio, uccise sette bambini.>ref>Evron, ''The Middle East'', p. 28: Il numero di incursioni ai confini aumentò e nel febbraio del 1955 gli israeliani attaccarono un convoglio egiziano di rinforzi nella striscia di Gaza causando la morte di trentotto egiziani e sessantadue feriti. In totale quell'anno, duecentotrentaquattro arabi e cinquantacinque israeliani furono uccisi lungo il confine.</ref> L'ascesa del generale [[w:Gamal Abd el-Nasser|Gamal Abd el-Nasser]] in Egitto con le sue visioni apocalittiche di distruzione d'Israele faceva venire in mente minacce simili fatte da un altro leader antisemita nel 1933. Nasser minacciava di unire il mondo arabo contro gli israeliani in una guerra a tutto campo.
 
Dopo un breve rilassamento nell'atteggiamento, gli scrittori e il pubblico sabra non erano più interessati né alle ambiguità morali né alla bellezza insita nel loro passato di Diaspora. Le radici palestinesi furono preferite rispetto a quelle europee, con le immagini di eroi proposte nuovamente. Il governo assunse un ruolo di primo piano nello stabilire l'immagine dell'Ebreo come eroe attraverso la costruzione di monumenti e giornate di rimembranza nazionale. La [[w:Giornate della memoria dell'Olocausto|Giornata della Memoria dell'Olocausto]] (''Yom Hasho’ah Vehagvurah''), inizialmente istituita dalla legge del [[w:Knesset|Knesset]] nel 1953 come parte di un decreto per un'Autorità per la Memoria dei Martiri ed Eroi dell'Olocausto (''[[w:Yad Vashem|Yad Vashem]]'' יד ושם), era intesa come giornata nazionale della memoria, secolare e non religiosa.<ref>La maggior parte delle congregazioni ortodosse aveva incorporato l'Olocausto nella liturgia delle lamentazioni recitata a Tesha B'av che ricorda la distruzione del Primo e del Secondo Tempio. Il Rabbinato ortodosso in Israele ufficialmente commemora l'Olocausto il [[:en:w:Tenth of Tevet|dieci di ''Tevet'']] — ''Yom Hakaddish''.</ref> La giornata ''Yom Hasho’ah'' non fu formalmente realizzata fino al 1958. Il governo, dando all'Olocausto il suo giorno speciale e collegandolo con l'eroismo (in altre parole erano gli ebrei, non Dio, che avevano liberato il popolo dall'esilio) rimossero l'evento dal continuum biblico e lo collocarono nel quadro della storia sionista. Come sottolinea [[:de:w:James E. Young|James E. Young]], il progetto del Museo Yad Vashem evidenzia questa narrazione come anche la sua posizione: il [[w:Monte Herzl|Monte Herzl]], che prende il nome dal leader sionista. La rassegna stessa è divisa in tre periodi di tempo in tre sale separate. la prima riguarda il crescente antisemitismo in Europa 1933-41; la seconda si concentra sul processo di sterminio del 1941-5. Nella terza sala sono esposti reperti relativi alla resistenza armata ebraica, in particolare all'[[w:Rivolta del ghetto di Varsavia|insurrezione del Ghetto di Varsavia]], insieme a fotografie di immigrati che arrivano in Israele:
{{q|Perché, come mostrano le fotografie dei sopravvissuti che sbarcano a terra ad Haifa e Cesarea, la fine dell'Olocausto arriva solo con il ritorno e la redenzione dei sopravvissuti in Eretz Israel.<ref>James E. Young, ''Writing and Re-writing the Holocaust. Narratives and Consequences of Interpretation'', Indiana University Press, 1988, p. 187.</ref>}}
Il governo, collegando la resistenza ebraica agli immigrati di Israele, sottolineava la necessità di difendere la terra e collocare l'Olocausto nella storia sionista.
 
La necessità di autodifesa non fu mai così importante come durante e dopo la crisi di Suez del 1956. Dopo Suez, l'America, per rappresaglia, sospese tutti gli aiuti militari, lasciando Israele in una situazione vulnerabile.<ref>C'era stato un crescente pericolo di conflitto militare con gli arabi sin dalla Rivoluzione egiziana del 1952, in particolare dopo il 1954, quando Abdel Nasser assunse il potere. Nasser iniziò mettendo i russi contro gli americani per vedere quale affiliazione avrebbe offerto il miglior affare. Gli americani, nel tentativo di mantenere amichevole l'Egitto, versarono denaro nel progetto della [[w:diga di Assuan|diga di Assuan]]. Gli inglesi, i francesi e gli israeliani vedevano Nasser come un pazzo potenzialmente in controllo di uno dei più importanti canali navigabili globali — [[w:Canale di Suez|Suez]]. In un attacco preventivo nel 1956 forze israeliane, francesi e britanniche non solo non riuscirono a mettere sotto controllo Suez, ma danneggiarono gravemente il canale stesso. Le loro azioni gettarono Nasser tra le braccia dei russi. Con tutte e tre le potenze screditate a livello internazionale, l'America fu lasciata come l'unico vero rappresentante occidentale in Medio Oriente. Inoltre gli Stati Uniti tagliarono tutti gli aiuti militari a Israele.</ref> Con l'Egitto armato nuovamente dai russi, Israele aveva un disperato bisogno di un fornitore di armi. La sicurezza nazionale israeliana rimase precaria fino a quando Ben Gurion e [[w:Shimon Peres|Shimon Peres]] si rivolsero all'amministrazione Adenauer e si formò così un'insolita alleanza.
 
Nel dicembre del 1957, Shimon Peres (allora vice ministro della difesa israeliano) tenne colloqui segreti a Bonn con il governo della Germania occidentale nella speranza di ottenere armi per Israele. Alla fine del 1958 Israele aveva la spesa pro capite più alta del mondo.<ref>Lavy, ''Development of relations Between Germany and Israel'', p. 102.</ref> L'accordo tedesco-israeliano sulle armi fu tenuto segreto, ma alla fine nel 1959 la storia raggiunse i giornali e Ben Gurion, rivolgendosi alla Knesset, gettò le fondamenta di una generazione quando disse:
{{q|C'è solo una cosa che ho imparato dalle atrocità e dalle macellerie spaventose di Hitler: di compiere ogni possibile sforzo mediante il potere dello Stato per impedire che un tale disastro cada sul popolo di Israele, poiché è un pericolo che è in serbo per questo nostro popolo... poiché, sebbene Hitler fu sconfitto e bruciato, i suoi discepoli e collaboratori in Medio Oriente continuano a vivere, e sono loro che governano nei paesi arabi che ci circondano.<ref>Pubblicato su ''Israeli Digest'' (10 giugno 1959).</ref>}}
 
 
 
== Germania Est ==
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