Interpretazione e scrittura dell'Olocausto/Anna Frank: differenze tra le versioni

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Pionieri e ''kibbutzim'', che venivano visti come rappresentanti del consenso israeliano, scoprirono che il loro potere era diminuito dalla metà degli anni ’50 in poi. La ragione di ciò era la natura sempre più cosmopolita della popolazione del paese dopo l'ondata di immigrazione africana e mediorientale. Ad esempio, l'Habima non presentò nuove opere teatrali sulla vita del Kibbutz dopo il 1956. Man mano che l'identità nazionale si frammentava, sorsero domande su questioni che erano state date per scontate, in particolare immagini ricevute dall'Olocausto, dei suoi sopravvissuti, della Diaspora e del sionismo. Ciò fu incoraggiato dalla pubblicazione di opere di sopravvissuti e immigrati che permisero un breve disgelo nell'egemonia della narrativa sionista.
 
[[File:A portrait of national poetess Lea Goldberg. D507-061.jpg|right|250px|thumb|[[w:Lea Goldberg|Leah Goldberg]], 1946]]
Nel 1956 Joseph Millo diresse ''La signora del castello'' di [[w:Lea Goldberg|Leah Goldberg]]. Debuttò al Teatro Cameri ed ebbe 105 rappresentazioni.<ref>Leah Goldberg, ''The Lady of the Castle'', trad. {{en}} T. Carmi, Tel Aviv: Institute for the Translation of Hebrew Literature, 1974.</ref> Nata in Lituania nel 1911 e educata a Bonn, Goldberg emigrò a Tel Aviv nel 1935, dove lavorò principalmente come poetessa. Avendo avuto un'esperienza di prima mano della vita nella Diaspora, ebbe un coinvolgimento diverso nel discorso sionista-diaspora rispetto a quello degli scrittori sabra come [[w:Moshe Shamir|Moshe Shamir]]. Il suo atteggiamento nei confronti del patrimonio europeo di Israele fu ambiguo.
 
Il dramma è un'allegoria romantica con elementi di storie di fantasmi e [[w:Giallo (genere)|genere giallo]]. Due emissari israeliani – Michael Sand e la dottoressa Dora Ringel – sono costretti a passare la notte in un vecchio castello da qualche parte nell'Europa orientale. Fuori si scatena una tempesta e le linee telefoniche sono interrotte. Sand è venuto alla ricerca di antichi libri ebraici perduti, Dora alla ricerca di bambini ebrei adottati e nascosti. Sfortunatamente, come sottolinea Sand, i bambini non seguono Dora così facilmente come i libri accompagnano Sand. L'ultima bambina che aveva cercato di aiutare si era suicidata una volta scoperta la sua vera identità. Tuttavia Dora crede di essere moralmente giustificata nel recuperare questi bambini e riportarli "in patria", in Israele.
 
Il guardiano del castello si rivela essere il suo ex proprietario, il conte Zabrodsky. Inizialmente sembra che egli fosse stato un collaboratore. Tuttavia, la sua fraternizzazione coi nazisti era stata semplicemente una copertura per le sue attività di resistenza. Alla fine del primo atto, Sand, esaminando un orologio a cucù rotto (suo padre era orologiaio in Europa), inavvertitamente dà un segnale prestabilito a una ragazza, vestita di bianco, che appare da uno scompartimento segreto nel muro. Il suo ingresso melodrammatico è accompagnato da un fragore di tuoni e da un lampo.
 
Nel secondo atto il pubblico scopre che la ragazza, Lena, non è un fantasma ma una bambina ebrea nascosta da Zabrodsky durante la guerra. Incapace di separarsi da lei, non le ha detto che la guerra è finita. Gran parte del secondo atto è preso da Sand che cerca di persuadere Lena altrimenti, e da Dora che cerca di entusiasmarla per la soleggiata Palestina, dove Lena potrà "lavorare, essere libera e camminare all'aria aperta".
 
Inizialmente Goldberg sembra deridere l'ideologia sionista di Dora e lamentare la perdita delle antiche tradizioni della vita della Diaspora. Dora odia tutto ciò che è vecchio e tutto ciò che è associato al Conte. Per lei, questi sono simboli del degrado ebraico. Per Goldberg il passato è più ambiguo e ha molte cose belle da offrire. Come sottolinea Zabrodsky, a volte una generazione di persone può convalidare se stessa solo denigrando la generazione precedente:
{{q|È sempre la feccia dell'umanità, coloro che non riescono a cogliere l'antica tradizione e la vera cultura, che profetizza una nuova vita, la creazione di un'altra cultura, e intanto si rivoltano, uccidono, violentano e sputano sui tappeti.<ref>''Ibid.'', p. 33</ref>}}
Zabrodsky parla dei nazisti ma Dora (e presumibilmente il pubblico israeliano) presuppone che egli stia criticando i sionisti. Come l'immagine di Israele proposta da di Moshe Shamir in ''Hu Halach Ba-Sadot'' (ingl. ''He Walked Through the Fields''), l'ideologia di Dora si basa su un atteggiamento negativo verso il passato piuttosto che su un qualsiasi movimento costruttivo verso il futuro. La differenza è che Goldberg, a differenza di Shamir, è consapevole e critica al riguardo.
 
È Sand, la voce della ragione nel dramma, che alla fine concorda sul fatto che i migliori interessi di Lena risiedano in Palestina. Alla fine Zabrodsky si dimostra egoista e insensibile. Voleva possedere Lena, non prendersi cura di lei. Mentre Lena se ne va, Zabrodsky la avverte: "Devi dimenticare tutto se desideri vivere là... Nel loro mondo... i sogni devono essere banditi dal cuore", a cui Sand risponde: "Nel mondo di chi è sveglio ci sono sogni — molti sogni. Solo che sono sognati diversamente."<ref>''Ibid.'', pp. 94-5.</ref>
 
Nonostante la nostalgia romantica di Goldberg per la vita nella Diaspora, alla fine ella concorda sul fatto che il sionismo può essere l'unica strada per andare avanti in un mondo post-Olocausto. Come ''He Walked Through the Fields'' di Shamir, il dramma riguarda le conseguenze dell'Olocausto sull'identità israeliana e non l'evento stesso. Ma mentre Shamir presume che non ci possa essere alcuna alternativa ragionevole alla vita in Israele, Goldberg ironizza la figura orgogliosa di Dora che, tagliandosi via dal suo passato, ha poca identità sua propria. Come il nascituro di Mika, la figura della bambina Lena è un simbolo di speranza e un movimento verso il futuro. Forse ella avrà sogni suoi propri, a differenza di Dora, che rigurgita senza pensarci le idee e i sogni di altri.
 
== Germania Est ==