Interpretazione e scrittura dell'Olocausto/Anna Frank: differenze tra le versioni
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Nella Germania occidentale, il dott. [[:en:w:Gerhard Schröder (CDU)|Gerhard Schröder]], ministro federale dell'Interno, fece una dichiarazione al Bundestag il 18 febbraio 1960, raccontando i tentativi del governo di correggere la situazione rivelata dal rapporto Allenbach del 1954:
{{q|Vennero usati anche film per diffondere informazioni. Più di cento copie dei documentari ''Notte e Nebbia'' e ''Concentration Camp Henchmen'' – quest'ultimo un rapporto sul processo di [[w:Gustav Sorge|Sorge-Schubert]] – furono distribuite. Tra i film disponibili per la distribuzione non commerciale, posso citare ''[[:en:w:In Those Days|In Those Days]]''. Questo film contiene una lunga sequenza che racconta la storia di una coppia di anziani in cui la moglie è ebrea, che viene spinta al suicidio dalla Kristallnacht, dal boicottaggio del loro negozio e altre misure del Terzo Reich. Il documentario ''The People and Country of Israel'' funge da antidoto all'antisemitismo.<ref>Ginsbergs/Kudriatvsev, ''The Nuremberg Trial and International Law'', p. 198.</ref>}}
Concludeva sottolineando che alla fine del 1959 copie della [[:en:w:Hitler: A Study in Tyranny|biografia di Hitler]] di [[:en:w:Alan Bullock|Alan Bullock]] erano state inviate agli insegnanti di storia di tutte le scuole secondarie. Inoltre, l'[[:en:w:Institute of Contemporary History (Munich)|Istituto di Storia Contemporanea]] era stato istituito a Monaco per la ricerca sul nazionalsocialismo e l'antisemitismo. Nel 1959 l'Istituto aveva pubblicato venticinque monografie, tra cui il diario di Auschwitz di [[w:Rudolf Höß|Rudolf Höss]], e aveva facilitato la fornitura di sussidi didattici quali testimonianze fotografiche e statistiche per le scuole.<ref>''Ibid.'', pp. 195-211.</ref>
Altre importanti testimonianze furono pubblicate, tra cui: ''Das Antlitz einer Zwangsgmeinschaft'' di [[:en:w:H. G. Adler|H. G. Adler]] fu pubblicato nel 1955, vincendo il Premio Leo Baeck. Fu seguito da una seconda parte nel 1958: ''Die Verheimlichte Wahrheit: Theresienstädte Dokumente''. ''[[w:La notte (romanzo)|La Nuit (La notte)]]'' di Elie Wiesel pubblicata in Francia nel 1958 (edizione italiana 1992);<ref>Elie Wiesel, ''La notte'', traduzione di Daniel Vogelmann. Firenze: La Giuntina, 1992. Edizione tedesca 1963.</ref> e ''Proszę państwa do gazu'' (traduzione italiana: ''Da questa parte, per il gas'', L'Ancora del Mediterraneo, 2009) di [[w:Tadeusz Borowski|Tadeusz Borowski]], pubblicato nel 1959, contrastarono le immagini comuniste standard dell'Olocausto ed ebbero importanti conseguenze per gli scrittori del blocco orientale. Inoltre, Borowski dimostrò che la questione della collaborazione tra nazisti e vittime non fu sempre chiara.<ref>Tadeusz Borowski, ''This Way for the Gas, Ladies and Gentlemen'', trad. {{en}} Barbara Vedder, Londra: Penguin, 1976. Jan Kott nella sua introduzione scrive, p. 19: "Il pubblico si aspettava martirologi; il partito comunista chiedeva opere ideologiche, che dividessero il mondo in giusti e ingiusti, eroi e traditori, comunisti e fascisti. Borowski fu accusato di amoralità, decadenza e nichilismo."</ref> Nel 1958 il [[:en:w:Ulm Einsatzkommando trial|processo Ulm]] di coloro che erano coinvolti nelle unità di [[:en:w:Einsatzkommando|Einsatzkommando]] in Lituania contestò l'immagine perpetuata dai processi di Norimberga secondo cui i nazisti che avevano commesso atrocità erano solo una masnada di "psicopatici". Ora la questione dei "gradi" di colpa veniva sollevata di nuovo. Il processo Ulm dimostrava che la Soluzione Finale era stata un programma ad ampio raggio che aveva incorporato la mobilitazione e la complicità di molti, tra cui la Wehrmacht — quindi non soltanto le SS.
Dopo Anna Frank e Ulm, appavero nuove immagini sull'Olocausto sia di oppressori che di oppressi, in particolare il volto di una bambina come vittima e il normale soldato tedesco come criminale. In Israele e nelle due Germanie, il problema di rappresentare e articolare l'Olocausto trovò ispirazione nella storia di Anna Frank, una storia raccontata da una bambina che aveva assistito alla storia dal basso. Come osserva Lawrence Langer:
{{q|La scelta dei bambini come vittime aggrava l'anonimato a causa della comprensione ancora più limitata dei bambini.<ref>Langer, ''The Holocaust and the Literary Imagination'', p. 164.</ref>}}
L'uso dei bambini offrì ''pathos'' piuttosto che analisi politiche. Bambini e giovani diventarono veicoli tematici sul palcoscenico per rianimare emozioni cauterizzate, simboleggiare la speranza per il futuro e dare un senso di remissione alle ferite passate. Il punto di vista di un bambino non era "pesante", politico o interessato a problemi di colpa.
== Israele ==
Pionieri e ''kibbutzim'', che venivano visti come rappresentanti del consenso israeliano, scoprirono che il loro potere era diminuito dalla metà degli anni ’50 in poi. La ragione di ciò era la natura sempre più cosmopolita della popolazione del paese dopo l'ondata di immigrazione africana e mediorientale. Ad esempio, l'Habima non presentò nuove opere teatrali sulla vita del Kibbutz dopo il 1956. Man mano che l'identità nazionale si frammentava, sorsero domande su questioni che erano state date per scontate, in particolare immagini ricevute dall'Olocausto, dei suoi sopravvissuti, della Diaspora e del sionismo. Ciò fu incoraggiato dalla pubblicazione di opere di sopravvissuti e immigrati che permisero un breve disgelo nell'egemonia della narrativa sionista.
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