Ebrei e Gentili/Saggi: differenze tra le versioni

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Mi pare evidente che Maimonide non sta qui stabilendo criteri generali per chi avrà o non avrà una porzione nel Mondo a venire. Per poterlo comprendere, dobbiamo esaminare i due precedenti paragrafi:
{{q|'''9.''' ...per quel gentile che rifiuta di accettare quei sette comandamenti [Noachici] viene messo a morte se sotto nostro controllo.<br/>
'''10.''' Mosè nostro maestro lasciò la Torah ed i comandamenti solo a Israele, poiché sta detto "un'eredità è l'assemblea di Giacobbe" (Deut. 33:4), e a quelle altre nazioni che desiderano convertirsi, poiché sta detto: "Ci sarà una stessa legge e uno stesso rito per voi e per lo straniero [''ger'']" (Numeri 15:16). Ma colui che non desidera convertirsi non viene forzato ad accettare la Torah ed i comandamenti. Inoltre, Mosè, nostro maestro, fu comandato da Dio di obbligare tutti gli esseri umani ad accettare i comandamenti ingiunti ai discendenti di Noè. Chiunque non li accetti viene messo a morte.<ref. </ref>Da notare: Maimonide qui parla di uccidere un non-ebreo che si rifiuta di accettare i comandamenti noachici; checché se ne pensi di tale idea, il contesto della discussione è ovviamente la Terra di Israele sotto la sovranità ebraica.</ref> Colui che li accetta è uno designato in ogni luogo come straniero residente [''ger toshav'']. Egli deve dichiarare la sua accettazione in presenza di tre associati.<ref>Ebr. ''ḥaverim''; in altre parole, davanti ad un tribunale. Ciò sottolinea che il processo per diventare un ''ger toshav'' è simile al processo di conversione; il termine è quindi tradotto come "semi-convertito". Cito dal ''Libro dei Giudici'', trad. {{en}} Hershman, 230, con emendamenti.</ref>}}
Pertanto, nei paragrafi 9, 10 e 11, Maimonide distingue tra diverse classi di non ebrei:
# non-ebrei che rifiutano di accettare le leggi noachiche (e devono esser messi a morte);
# convertiti completi (''gerei tsedek'');
# uno che non desidera convertirsi e che non è forzato a farlo (ma deve accettare le leggi noachiche);
# i Noachidi (che formalizzano il proprio ''status'' in presenza di un tribunale);
# i Noachidi che accettano le sette leggi e sono scrupolosi nell'osservarle; questi sono chiamati "gentili giusti", a condizione che accettino le sette leggi perché furono date dalla Torah; tali individui hanno una porzione nel Mondo a venire;
# uno che accetta le sette leggi sulla base di considerazioni razionali e non è un ''ger toshav'', né un gentile giusto, bensì un gentile saggio.<ref>Per un'altra suddivisione si veda Korn, "Gentiles, the World to Come, and Judaism", 274.</ref>
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C'è un'altra ragione per accettare questa interpretazione di "Leggi dei Re", 8:11. Abramo, come viene descritto da Maimonide, scoprì Dio tramite ''hekhre’a hada’at'', convinzione ragionata. Egli portò inoltre i suoi contemporanei (Noachidi nel senso letterale stretto del termine) ad accettare il monoteismo mediante ''hekhre’a hada’at''. Si può quindi assumere che, secondo la visione di Maimonide, lo stesso Abramo e coloro che egli avvicinò a Dio, ottennero una porzione nel Mondo a venire. Questa, mi sembra, è una refutazione schiacciante di tutti coloro che vogliono leggere il nostro passo come escludesse i saggi non-ebrei dal Mondo a venire.
 
L'esito della discussione a questo punto è che Maimonide non distingue gli ebrei in quanto tali dai non-ebrei in quanto tali. La distinzione tra ebreo e non ebreo è radicata nella storia, nel comportamento e nella fede, non nell'ontologia. Maimonide è un vero universalista.
 
 
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<references/></div>
 
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[[Categoria:Ebrei e Gentili|Saggi]]