Interpretazione e scrittura dell'Olocausto/Il passato: differenze tra le versioni

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== Germania ==
=== Il passato è archiviato: Accordo di restituzione tra Israele e la Repubblica Federale di Germania e chiusura dei processi per crimini di guerra ===
Il blocco di Berlino del 1948-9 segnò una nuova fase nell'escalation della Guerra Fredda.<ref>Immediatamente dopo la guerra ci fu la possibilità che la zona sovietica e quella occidentale della Germania potessero essere riunite. Lo stesso Stalin non aveva obiezioni all'idea fintanto che la Germania riunificata fosse stata indipendente sia dall'Occidente chesia dall'URSS. Ma Stalin si rese presto conto che la visione americana prevedeva l'incorporazione della Germania nel mercato globale americano — l'economia "One World" dominata dagli Stati Uniti. Il 23 giugno 1948 i sovietici bloccarono tutti i collegamenti di comunicazione con Berlino dall'Ovest, in segno di protesta per i ripetuti tentativi americani di centralizzare l'economia tedesca. Quando il blocco fu revocato il 12 maggio 1949, sia gli americani chesia i sovietici rivendicarono un successo strategico, sebbene nessuno dei due non avesse ottenuto altro che un peggioramento delle relazioni.</ref> La preoccupazione principale dei tedeschi era la loro stessa sopravvivenza. Harry Truman aveva ordinato ai [[w:Boeing B-29 Superfortress|bombardieri B29]] (descritti dalla stampa "atomicamente capaci") di fornire cibo e carbone a Berlino Ovest per oltre un anno.<ref>Vadney, ''The World After 1945'', p. 82.</ref> Il popolo tedesco iniziò a vedere il proprio paese come un'arena sperimentale in Europa per una possibile guerra nucleare "limitata". La corsa per stabilire uno stato-cuscinetto occidentale contro l'URSS si intensificò e la [[w:Germania Ovest|Repubblica Federale Tedesca]] fu dichiarata il 6 ottobre 1949. La [[w:Repubblica Democratica Tedesca|Repubblica Democratica]] fu istituita appena ventiquattro ore dopo e il [[w:Partito di Unità Socialista di Germania|Partito dell'Unità Socialista]] (il Partito Comunista della Germania dell'Est) guidato da [[w:Walter Ulbricht|Walter Ulbricht]] fu installato al governo. I disordini sociali continuarono da entrambe le parti, soprattutto dopo lo spettacolo del sequestro della Cecoslovacchia da parte di Stalin nel 1948, seguito dall'insurrezione di giugno a Berlino Est nel 1953.<ref>Stalin si rese conto che non avrebbe mai potuto sperare in un sostegno democratico nei paesi dell'Europa orientale a causa dell'assenza di un supporto comunista basilare. La maggior parte dei paesi che passarono sotto la sfera di influenza dell'URSS non avevano una storia di sostegno comunista attivo e popolare prima della guerra. Molti governi, come quello ungherese, avevano collaborato con i nazisti. Il controllo dell'URSS sugli stati satelliti sembrò insostenibile e Stalin pensò di lasciare del tutto la Germania orientale. Tuttavia, Walter Ulbricht si rifiutò di lasciare che Stalin lo abbandonasse. Senza il sostegno sovietico, la posizione di Ulbricht come leader della Repubblica democratica sarebbe stata precaria e quindi si sforzò di rendere il paese altamente "redditizio" per l'economia sovietica. Riducendo i salari e stabilendo livelli di produzione non realistici, decise di aumentare il Prodotto Nazionale Lordo della Repubblica democratica. Il 17 giugno uno sciopero spontaneo tra gli operai edili che costruivano la [[w:Karl-Marx-Allee|Stalinallee]] di Berlino diede il via a manifestazioni nel resto della città e in altri centri della Germania orientale. Ci furono chiamate per elezioni libere, alcuni uffici del partito furono bruciati e prigionieri politici furono liberati dagli scioperanti. La rivolta di giugno giunse a una rapida conclusione quando i carri armati russi entrarono a Berlino est. Insieme alla polizia della Germania orientale, schiacciarono la resistenza popolare completamente.</ref> In tale atmosfera non sorprende che le arti tendessero a generalizzare l'orrore e la politica in uno sfogo frustrato.<ref>Berghahn, ''Modern Germany'', pag. 210: Nell'estate del 1955 i risultati di un esercitazione militare NATO chiamata ''Carte Blanche'' furono divulgati alla stampa. L'esercitazione comportava una guerra nucleare europea limitata alla Germania. Nel rapporto si stimava che il presunto bilancio delle vittime sarebbe stato di 1.700.000 civili tedeschi con ulteriori 3.500.000 "feriti". Le opere teatrali che affrontano lo spettro dell'annichilimento atomico sono presenti in molti scritti del dopoguerra, ad esempio il primo spettacolo radiofonico trasmesso nel 1945 da Nordwestdeutscher Rundfunk fu il pluripremiato ''Hiroshima'' di Oscar Wessel. Si veda M.A. Bond, "Some Reflections on the Postwar Horspiele", in ''New German Studies'', Vol 4, Nr. 1 (Primavera 1976), pp. 91-100, p. 92.</ref>
 
Nella Germania occidentale, nonostante i disordini sociali, la ricostruzione dei teatri era ben avviata soprattutto dopo la Riforma Valutaria del 1948.<ref>I progetti dei piani per la Riforma Valutaria erano stati presentati nel 1946. La parità avrebbe contribuito a stabilizzare l'inflazione e incoraggiare gli scambi e il flusso monetario tra le regioni. Stalin vide che avrebbe inoltre unito le zone occidentali come in un blocco economico indipendente contro la zona sovietica. Il 20 giugno 1948 i marchi tedeschi, stampati negli Stati Uniti, furono introdotti in sostituzione dei marchi del Reich. È alla Riforma Valutaria che è stata attribuita la principale influenza nell'innescare il "miracolo economico" alla fine degli anni ’50.</ref> Fu l'inizio del cosiddetto "miracolo economico" e la nuova prosperità filtrava nelle arti. Già dal 1951 erano in funzione 168 teatri, novantadue dei quali erano municipali o controllati dallo stato, sette erano compagnie provinciali in tournée e gli altri erano di proprietà privata.<ref>Braun, ''The Theatre in Germany'', p. 69.</ref> Con la nuova prosperità arrivò la sensazione generale che il passato fosse saldamente sepolto. La capacità del tedesco comune di separarsi dagli orrori nazisti era ora aumentata da nuove teorie storico-sociali. Alla fine degli anni ’40 emersero diverse ipotesi che esaminavano il ruolo di Hitler nella storia. L'argomento più pervasivo avanzato dagli storici tedeschi fu la teoria di ''Betriebsunfall'' (incidente sul lavoro). Come riassume lo storico Volker, Rolf Berghahn:
{{q|Secondo questa teoria, Hitler non era stato portato al potere da forze politiche specifiche, ma era arrivato sulla scena praticamente all'improvviso. Lui e la sua banda di criminali avevano quindi terrorizzato il paese per dodici anni prima di scomparire di nuovo come un brutto sogno. Ciò che questa interpretazione fece fu di eliminare il Terzo Reich dal flusso principale della storia tedesca. Il periodo nazista fu un'aberrazione senza radici più profonde. Il bello di questa teoria era che non richiedeva nessuna agonizzante autocritica, sia a livello personale chesia istituzionale.<ref>Berghahn, ''Modern Germany'', p. 200.</ref>}}
Ironicamente incoraggiati da libri come il ''Doctor Faustus'' di Thomas Mann (che dipinse un ritratto della Germania posseduta dal demonio), gli scrittori demonizzarono i nazisti come l'ectoplasma del male puro. Il tedesco ordinario sofferente veniva ritratto come vittima di una grande forza malevola sulla quale aveva poca o nessuna influenza.
 
Inoltre, nel 1950, Theodor Adorno pubblicò i suoi ''Noten zur Literatur'' contenenti la famosa proposizione secondo cui scrivere poesie dopo Auschwitz è impossibile.<ref>Theodor Adorno, ''Noten zur Literatur III'', Suhrkamp, 1965, p. 125.</ref> Questo avvertimento "cautelativo" è stato interpretato in vario modo da allora e queste diverse letture sono più importanti per definire la posizione degli scrittori tedeschi sull'Olocausto rispetto alla dichiarazione stessa. Rimane discutibile se Adorno intendesse che era moralmente riprovevole rappresentare l'Olocausto (come avrebbe sostenuto Elie Wiesel in seguito) o esteticamente e fisicamente impossibile (come aveva affermato David Rousset nel 1947). Sembra più probabile che Adorno significasse semplicemente che l'umanità non poteva più avvicinarsi al mondo da uno stato di innocenza. L'Olocausto aveva distrutto l'immagine kantiana dell'uomo come essenzialmente "buono".<ref>Immanuel Kant, ''The Metaphysics of Ethics'', trad. {{en}} J.W. Semple, University of Edinburgh, 1836, pp. i-iii.</ref> Come scrisse [[w:George Steiner|George Steiner]], sappiamo troppo: "noi veniamo dopo".<ref>George Steiner, ''Language and Silence'', Penguin, 1969, p. 15.</ref> Ma per molti, Adorno, un filosofo ebreo-tedesco, aveva dato quella che era, in effetti, una scusa: esteticamente ed eticamente, l'Olocausto era irrappresentabile. Astenendosi dal penetrarne gli orrori, lo scrittore era moralmente giustificato nella sua inazione.
 
Alcuni scrittori in verità tentarono di rappresentare la narrativa ebraica. ''Quell der Verheißung'' (Primavera della promessa) di [[:en:w:Hans Rehfisch|Hans Rehfisch]], un'opera teatrale sul reinsediamento di profughi ebrei in Palestina, fu inaugurata a Berlino nel 1946.<ref>Licht-Knight, ''Reconstruction in the West German Theatre'', Cap. 2.</ref> Il ''Märkische Argonautenfahrt (Viaggio di Argonauti nella Marca)'' di [[w:Elisabeth Langgässer|Elisabeth Langgässer]], pubblicato nel 1950, era un romanzo mitologico ispirato all'Antico Testamento.<ref>Elisabeth Langgasser, ''The Quest'', trad. {{en}} Jane Bannard Greene, Alfred A. Knopf, 1953.</ref> Nel 1949 il dramma di [[w:Fritz Hochwälder|Fritz Hochwälder]], ''Der öffentliche Ankläger'', esaminava le questioni di colpa e responsabilità personale, attraverso l'analogia della Francia [[w:rivoluzione francese|post-rivoluzione]] dopo la morte di [[w:Georges Jacques Danton|Danton]]. Fouquier, il Pubblico Ministero, è responsabile della condanna a morte di centinaia di persone alla ghigliottina. Negando qualsiasi responsabilità personale per le loro morti, sostiene: "Stavo eseguendo i miei ordini e facendo il mio dovere. È tutto quello che c'era da fare."<ref>Fritz Hochwalder, ''The Public Prosecutor and Other Plays'', trad. {{en}} Kitty Black, Ungar, 1988, p. 24.</ref> Alla fine viene costretto a pagare per il suo massacro perché "La Repubblica non può costruire e crescere solo con il sangue e l'odio. Il sospetto deve essere spazzato via."<ref>''Ibid.'', p. 9.</ref> La commedia radiofonica di [[w:Günter Eich|Günter Eich]], ''Die Madchen aus Viterbo'' ("Le ragazze di Viterbo", 1953) racconta la storia di un vecchio ebreo e sua nipote che si nascondono dai nazisti nel 1943 a Berlino, che passano il tempo inventandosi la storia di due studentesse che si perdono nelle [[w:Catacombe di Roma|Catacombe di Roma]].<ref>Günter Eich, "The Girls From Viterbo", trad. {{en}} Michael Hamburger, in ''Prism International'', Vol. 13 (Estate 1973) pp. 23-64. Bich era stato un esule "interno" dopo il 1933: rimase in Germania ma si rifiutò di lavorare per i nazisti. Dopo il 1945 si associò al ''Gruppo 47'' e ricominciò a scrivere. Bich è considerato il padre del dramma radiofonico tedesco postbellico.</ref> La narrazione si interrompe quando la Gestapo irrompe nel nascondiglio dei due ebrei.<ref>''Ibid.''</ref> Un' altro dramma radiofonico che trattava di narrativa ebraica specifica fu ''Ahasuer'' di [[w:Walter Jens|Walter Jens]], su un medico ebreo che perde moglie e famiglia nel corso della guerra.<ref>Renate Usmiani, ''The Invisible Theater'', pp. 265-7.</ref>
 
Non tutti questi lavori ebbero successo. ''Quell der Verheißung'' venne universalmente condannato dalla critica tedesca. In ''Märkische Argonautenfahrt'', i dettagli della storia recente erano ammantati di una densa allegoria simile a quella de ''[[w:I quaranta giorni del Mussa Dagh|I quaranta giorni del Mussa Dagh]]'' di Franz Werfel. ''Der öffentliche Ankläger'' era più facile da decifrare. Anche se ambientato nella Francia del diciottesimo secolo, la corruzione della Rivoluzione era un parallelo trasparente della situazione tedesca, con Fouquier che assomigliava al comune burocrate tedesco sotto il regime nazista. Tuttavia, ''Der öffentliche Ankläger'' chiuse non appena ebbe aperto. Jens ed Eich ebbero più successo perché avevano scelto di presentare il materiale alla radio. Sembrava che la radio fornisse l'unico mezzo per articolare la tragedia ebraica.<ref>''Ibid.'', p. 262. Il dramma radiofonico dopo il 1951 si divulgò notevolmente con l'[[:en:w:Copenhagen Accord|Accordo di Copenhagen]].</ref> L'aspetto più importante della radio, come scrive Renate Usmiani, è la sua intimità. La natura uditiva della radio offrì un modo per esplorare il passato in privato: