Interpretazione e scrittura dell'Olocausto/Transizione: differenze tra le versioni

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Scrittori e politici sovietici percepivano la Seconda Guerra Mondiale come una battaglia ideologica tra la Russia – la culla del comunismo – e la Germania - il fondamento del fascismo. In numero di morti e feriti, la Russia subì le maggiori perdite — sia militari che civili. Fino alla primavera del 1944, i sovietici combatterono da soli la guerra in Europa mentre gli inglesi e gli americani continuavano a rinviare un'invasione europea.<ref>Vadney, ''The World After 1945'', pp. 33-4. Stalin era convinto che strategicamente la sconfitta della Germania sarebbe arrivata solo dopo un'invasione totale, dal mare. Ciò non accadde fino alla primavera del 1944, quando Stalin disse agli Alleati che era giunto il momento di partecipare e di contribuire a ridurre "gli enormi sacrifici degli eserciti sovietici rispetto ai quali i sacrifici degli eserciti anglo-americani sono insignificanti".</ref> Nel 1945 il numero di vittime parlava da solo: è stato stimato che 20.000.000 di civili e soldati sovietici persero la vita, rispetto a un totale complessivo di 1.000.000 di morti alleati in tutti i teatri di guerra messi insieme.<ref>L'esatto bilancio delle vittime rimase incerto negli immediati anni del dopoguerra poiché Stalin voleva nascondere fino a che punto la Russia fosse stata debilitata dalla guerra.</ref> I militari americani morti ammontarono a 400.000.<ref>Vadney, ''The World Since 1945'', p. 47.</ref> La guerra di Hitler contro i russi fu ideologica. Le SS, per esempio, furono indottrinate, attraverso il creatore del movimento, Theodor Eicke,<ref>5Sydnor, ''Soldiers of Destruction'', pp.3-36.</ref> affinché estirpassero sia i comunisti che gli ebrei.<ref>Vadney, ''The World Since 1945'', p. 34: Al culmine dell'Operazione Barbarossa 199 divisioni tedesche e 63 dall'Asse ungherese, rumeno, bulgaro e finlandese combatevano al fronte orientale.</ref> Le prime gasazioni sperimentali registrate ad Auschwitz nel settembre del 1941 avvennero su 600 prigionieri di guerra russi e 300 ebrei.<ref>Gilbert, ''The Holocaust'', p. 239.</ref> Molti prigionieri russi morirono nei campi di concentramento, per gasazione, lavoro forzato e fame. Inoltre, molti morirono a seguito di esperimenti medici.
 
Ma, nonostante la distruzione e l'imperativo politico comunista, Stalin non seguì una linea dogmatica. Poiché la devastazione nel cuore industriale era stata così immensa, la preoccupazione principale della Russia fu il consolidamento e la riparazione, non il dominio del mondo. A tal fine Stalin incoraggiò i governi custodi dei vari paesi a lavorare con i vecchi regimi per indurre una filosofia di "autoaiuto" piuttosto che favorire speranze di aiuti sovietici. Sebbene la nazionalizzazione venisse introdotta nel settore orientale della Germania, fu incoraggiata anche l'imprenditoria privata, così come lo fu l'istituzione di partiti politici indipendenti molto prima che lo stesso fosse realizzato nei settori occidentali.<ref>Peter Demetz, ''After the Fires'', p. 109. Il Capo della Zona d'Occupazione Sovietica, Generale Zhuhkov, il 10 giugno 1945 promulgò una dichiarazione che permetteva il ristabilimento dei partiti antifascisti molto prima che gli Alleati facessero lo stesso. Entro il 5 luglio 1945, quattro partiti si furono registrati.</ref> I sovietici cercarono di influenzare e persuadere un potenziale nuovo alleato, non di schiacciare la popolazione sottomettendola. Le arti, in particolare il cinema, furono un mezzo educativo ideale in questo programma di "persuasione". Il 3 luglio 1945 venne fondata a Berlino la ''[[w:Kulturbund|Der Kulturbund zur Demokratischen Erneuerung Deutschland]]'' (Alleanza Culturale per il Rinnovamento della Germania Democratica) per riunire artisti e intellettuali e incoraggiare la scrittura e l'editoria.<ref>''Ibid.'', p. 111. Uno dei primi libri pubblicati fu il bestseller internazionale di [[w:Theodor Plievier|Theodor Plievier]], il romanzo contro la guerra intitolato ''Stalingrad'' nel 1945. </ref> Non appena i sovietici entrarono a Berlino, tutti gli attori furono rimessi nei loro ex teatri. Privilegi speciali, come pacchi alimentari, furono assegnati agli attori e al personale teatrale.<ref>Licht-Knight, ''Reconstruction in the West German Theatre'', p. 44.</ref> Le autorità di controllo delle zone occidentali, al confronto, richiesero a ciascun artista di rispondere a un questionario di de-nazificazione al fine di valutare la loro desiderabilità. Tuttavia, fu solo dopo il [[w:Blocco di Berlino|Blocco di Berlino]] del 1948 che i russi iniziarono a mobilitare tutte le risorse del teatro per direttive politiche. Il loro [[w:mezzo di comunicazione di massa|mass medium]] preferito fu il film. I sovietici fondarono rapidamente la società di produzione cinematografica, ''[[w:Deutsche Film AG|Deutsche Film Aktiengesellschaft (DEFA)]]'' con licenza russa nel 1946. Anton Kaes riassume il suo lavoro nei primi anni del dopoguerra:
{{q|All'inizio produsse un gran numero di film che trattavano delle radici psicologiche e sociali del nazionalsocialismo, condannando quelle caratteristiche – sottomissione, obbedienza, apatia politica – che avevano permesso al fascismo di svilupparsi in Germania.<ref>[https://german.berkeley.edu/people/anton-kaes/ Anton Kaes], ''From Hitler to Heimat: The Return of History in Film'', Harvard University Press, 1989, p. 11.</ref>}}
Film come l’''Affaire Blum'' ("L'Affare Blum", diretto da [[:en:w:Erich Engels|Erich Engels]] nel 1947) e ''[[:en:w:The Murderers Are Among Us|Die Mörder sind unter uns]]'' ("Gli assassini sono tra noi", 1946) di [[w:Wolfgang Staudte|Wolfgang Staudte]] si occupavano delle cause del nazionalsocialismo, della colpa e dell'espiazione. Quest'ultimo racconta la storia di un ex capitano dell'esercito, Bruckner, che è responsabile del massacro di una comunità polacca. Dopo la guerra, cerca di nascondere il suo passato avviando un'attività e stabilendosi in una rispettabile vita familiare. Inseguito da uno sconosciuto che cerca vendetta, Bruckner si rende conto che può espiare il suo passato solo attraverso un processo pubblico. [[:en:w:Sir Arthur Elton, 10th Baronet|Arthur Elton]], consigliere per il [[:en:w:Ministry of Information (United Kingdom)|Controllo dei servizi di informazione]] in Germania, osservò che i film realizzati sotto i sovietici, come ''Die Mörder sind unter uns'', erano "preferenziali" rispetto a quelli realizzati nelle zone occidentali, ad esempio ''[[:en:w:In Those Days|In jenen Tagen (In quei giorni)]]'' di [[w:Helmut Käutner|Helmut Käutner]], concesso in licenza dagli inglesi. Quest'ultimo, sostenne, mostrava i comuni tedeschi come "orfani della tempesta", mentre il film di Staudte "evita questi pericoli" e poneva la responsabilità di Hitler nelle normali mani dei tedeschi.<ref>Roger Marvell & Heinrich Fraekel, ''The German Cinema'', J. M. Dent & Sons, p. 111.</ref> Scrittori e registi nell'est furono incoraggiati a creare pezzi che avrebbero avuto un effetto terapeutico sulla nazione. Come lo descrive Ian Wallace, dovevano agire come una squadra di [[w:My Fair Lady (musical)|Professori Henry Higgins in un paese di tante Eliza Doolittle]].<ref>Ian Wallace, "Teacher or Preacher? The Role of the Writer in the GDR", in ''New German Studies'', Vol. 10 n. 1. (Primavera 1982), pp. 1-20; p. 5.</ref>
 
Tuttavia i cineasti tedeschi nella zona sovietica descrivevano i vari gruppi perseguitati come vittime uguali in quella che era definita una guerra di classe.<ref>Ironia della sorte, in URSS, l'antisemitismo aveva una lunga tradizione e doveva essere usato molte volte dopo il 1945 come mezzo d'oppressione politica o per generare isteria di massa.</ref> "L'obiettivo principale dei loro film sembra essere quello di glorificare il lavoratore socialista", scrivono Robert e Carol Reimer.<ref>Robert C. Reimer & Carol J. Reimer, ''Nazi-retro Film. How German Narrative Cinema Remembers the Past'', Macmillan International, 1992, p. 133.</ref> Secondo le storie di questi film, il proletariato tedesco era stato oppresso dai nazisti fascisti e la responsabilità dei campi di sterminio era condivisa dai "pochi" al potere. I fascisti erano stati sconfitti dai "veri" democratici, i comunisti. La popolazione tedesca stessa era stata vittima. La parola "liberati" divenne la pietra angolare della narrativa bellica comunista. I tedeschi non erano stati "sconfitti" ma salvati dai russi e, soprattutto, dalla loro stessa resistenza comunista. Molta importanza venne data all'attività anti-nazista tedesca e si cercò una continuità tra la resistenza comunista tedesca e le figure tedesche emergenti nell'arena politica del settore sovietico.<ref>Judith Ryan, ''The Uncompleted Past. Postwar Gennan Novels and the Third Reich'', Wayne State University Press 1983, p. 16.</ref> Nel settore orientale non ci fu quindi l'"Ora Zero". Fin dall'inizio si cercò di identificare il nuovo Stato emergente con la resistenza tedesca e il comunismo sovietico.