Interpretazione e scrittura dell'Olocausto/Transizione: differenze tra le versioni

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== Germania divisa ==
Gli immediati anni del dopoguerra furono caratterizzati dalla necessità di trovare soluzioni pragmatiche alle conseguenze della sconfitta della Germania, piuttosto che riflettere sul recente passato. Molte città erano state ridotte allo stesso stato di Dresda. Sette milioni di tedeschi erano stati uccisi, tra cui oltre tre milioni di civili.<ref>Berghahn, ''Modern Germany'', p. 178.</ref> Nella sola zona britannica fu stimato che il 22% degli alloggi era stato distrutto con un ulteriore 35% gravemente danneggiato. Molti dormivano nelle cantine o nelle strade. Nuovi programmi abitativi non furono avviati fino alla fine del decennio e anche alla fine del 1950 c'era ancora un grave deficit abitativo.<ref>Alan Kramer, ''The West German Economy 1945-1955'', Berg Publishers, 1991, pp. 71-2.</ref> Tale situazione venne aggravata da un afflusso di circa dieci milioni di profughi provenienti da aree europee germanofone ora sotto l'autorità degli Alleati.<ref>Charles Maier & Günter Bischoff, curr., ''The Marshall Plan and Germany'', Berg Publishers, 1991, p. 5.</ref> Inoltre, le industrie basilari e le reti di comunicazione erano state distrutte. Ma i maggiori problemi, come scoprirono le potenze alleate che entravano a Berlino, erano le riserve insufficienti di cibo e carburante. In molte zone della Germania, la gente era sull'orlo della fame.<ref>C. Mayer, ''The German Recovery and The Marshall Plan'', Edition Atlantic Forum, 1969, p. 24. Il grano era trasportato in Germania e il razionamento organizzato, ma i livelli di consumo rimasero appena al di sopra del livello di fame per i primi anni di pace. È stato stimato che l'apporto calorico medio per un cittadino tedesco fosse inferiore a 1.500 ''per diem''. Nel settore francese era più vicino a 1000. Il lavoratore manuale medio richiede circa 2.500-3.000 calorie al giorno solo per mantenere il suo peso — La lotta per la sopravvivenza divenne la routine quotidiana. ''Ibid.'', p. 14: "La scarsità di cibo immobilizzò tutti gli sforzi industriali e commerciali. Mantenere la nuda esistenza richiedeva quasi tutta l'energia e l'ingegno di uomini e donne per sopravvivere. I loro soldi erano quasi senza valore perché nessuno sapeva dove sarebbe finita l'inflazione."</ref> Quando il [[w:Supreme Headquarters Allied Expeditionary Force|Supreme Headquarters Allied Expeditionary Force]] in Europa fece l'inventario delle scorte di cibo nella zona di occupazione occidentale, riscontrò che c'era solo cibo sufficiente per la durata al massimo di sessanta giorni.<ref>Berghahn, ''Modern Germany'', p. 180.</ref>
 
In tale atmosfera il popolo tedesco ebbe poco tempo per riflettere sulle atrocità naziste. Avevano la propria vita da ricostruire e i propri morti da piangere. Come scrisse Karl Jaspers:
{{q|Semplicemente non si vuole più soffrire. Si vuole sfuggire alla miseria e vivere, ma non c'è desiderio di meditare. L'umore è come se ci si aspettasse di essere compensati dopo la terribile lunga sofferenza o almeno di essere confortati; ma non si vuole essere aggravati dalla colpa.<ref>''Ibid.'', p. 185.</ref>}}
Con la fame, i senzatetto e un'economia che correva su un sistema di baratto (le sigarette americane erano la valuta più ricercata e conveniente), le autorità alleate naturalmente diedero la priorità alle pressanti questioni domestiche, avendo poco tempo per la questione delle arti.