Interpretazione e scrittura dell'Olocausto/Appendice storica: differenze tra le versioni

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== ''Chi'' furono gli esecutori ==
L'antisemitismo violento faceva parte della cultura europea e non si limitava alla Germania. Ernest Levy, un sopravvissuto cresciuto a Bratislava, fu testimone dei primi attacchi fisici alla sua famiglia da parte di nazionalisti tedeschi intorno al 1934-5. Quando furono espulsi nel 1938, fuggirono a Budapest dove l'accoglienza non fu molto migliore. Le esperienze di [[:en:w:Christabel Bielenberg|Christabel Bielenberg]] in Austria durante la guerra sono parimenti chiarifichiatorie.<ref>Christabel Bielenberg, ''The Past is Myself'', Corgi Books, 1984.</ref> Bielenberg, una donna inglese, il cui marito tedesco alla fine fu coinvolto nel [[w:Attentato a Hitler del 20 luglio 1944|complotto dei generali del luglio 1944 contro Hitler]], visitò l'Austria in numerose occasioni in cui fu testimone di spettacoli di violenza pubblica contro gli ebrei. Alcuni astanti parteciparono alle percosse, altri rimasero a guardare o a ridere. La violenza nei confronti degli ebrei non solo fu tollerata in altri paesi europei, ma alcuni segmenti della popolazione presero parte attivamente: il [[w:Partito delle Croci Frecciate|Partito delle Croci Frecciate]] in Ungheria dagli anni ’30; il governo austriaco e quello di [[:en:w:Vichy anti-Jewish legislation|Vichy]] dal 1938 e dal 1941 in poi,<ref>Si veda Michael R. Marrus e Robert 0. Paxton, ''Vichy France and The Jews'', Basic Books Inc., 1981.</ref> gli ucraini e i lituani che si unirono all’''Einsatzgruppen''. Altri paesi come la Gran Bretagna parteciparono in complicità col loro silenzio. Ciò è importante da tenere presente poiché la narrativa dell'Occidente che è emersa negli ultimi cinquant'anni (con, non a caso, l'eccezione della Germania) dà la sola responsabilità per l'Olocausto ai tedeschi. Molti governi non erano disposti a lasciarsi coinvolgere nel conflitto ebraico-tedesco perché credevano che l'immigrazione creasse una tensione razziale. Alla Conferenza di Evian, ad esempio, il delegato australiano T. W. White disse ai suoi colleghi: "Senza dubbio si apprezzerà il fatto che, poiché non abbiamo alcun problema razziale, non desideriamo importarne uno".<ref>Gilbert, ''The Holocaust'', p. 64. Gli australiani non avevano "problemi razziali" poiché avevano eliminato tale problema liquidando gli aborigeni.</ref>
 
Resta da chiedersi se l'antisemitismo nazista fosse diverso dallo storico odio ebraico narrato da Günter Lewy. Con l'eccezione di coloro che emulavano i nazisti (i nazisti austriaci e il Partito delle Croci Frecciate in Ungheria, per esempio) molti antisemiti europei saltarono sul carrozzone nazista, i lituani, gli ucraini e i croati quali esempi principali. L'antisemitismo nazista fu un fenomeno completamente diverso, sostiene Steven Katz, che distingue tra odio storico europeo e dottrina razziale nazista. Anche se il cristianesimo può aver fornito terreno fertile per la crescita dell'antisemitismo moderno, egli scrive che non può essere collocato nella stessa categoria del nazismo: "Auschwitz è emblematico del rovesciamento rivoluzionario del dogma cristiano."<ref>Katz, ''The Holocaust in Historical Context'', p. 234.</ref> I nazisti non riconoscevano la moralità cristiana e consideravano gli ebrei come ''[[w:Untermensch|Untermenschen]]'' (sub-umani). Perfino i cristiani avevano visto gli ebrei come esseri umani con anime che potevano essere salvate.
 
[[w:Daniel Goldhagen|Daniel Goldhagen]] sostiene che l'antisemitismo religioso storicamente innato fu spinto in una nuova direzione da Hitler. Gli fu data una struttura e una base logica che fu "attivamente" sfruttata dal governo. L'odio razziale irrazionale fu assorbito dall'identità, dal misticismo e dal destino nazionale tedeschi. La violenza fu sia teutonicamente innata che sanzionata dal governo:
{{q|I tedeschi comuni erano pronti nel 1939 ad avere il loro antisemitismo razziale incanalato in una direzione genocida e attivato per un'impresa genocida.<ref>Goldhagen, ''Hitler's Willing Executioners'', p. 128.</ref>}}
Hitler, usando un linguaggio che definiva il destino tedesco in termini di apocalisse biblica, riuscì a dare al suo popolo un'identità, un destino e una nuova religione.<ref>Si veda, per esempio, Hitler, ''Mein Kampf'', trad. {{en}} Ralph Manheim, Hutchison, 1969, p. 60: "Quindi oggi credo di agire in accordo con la volontà dell'Onnipotente Creatore: difendendomi contro l'ebreo, combatto per l'opera del Signore."</ref> Il suo ''Weltmacht oder Niedergang'' (potere mondiale o rovina) fu messianico nel suo ragionamento. Come scrisse [[w:Hannah Arendt|Hannah Arendt]], "la propaganda nazista era abbastanza ingegnosa da trasformare l'antisemitismo in un principio di autodefinizione".<ref>Arendt, ''The Origins of Totalitarianism'', p. 356.</ref> L'elemento cruciale, sostiene Goldhagen, era che il popolo tedesco non solo chiudeva un occhio sulla violenza che si verificava nelle proprie comunità, ma alcuni parteciparono e molti lo avviarono. Questo è importante da ricordare poiché, sempre di più, la narrativa tedesca del dopoguerra sull'Olocausto è stata quella di porre il cappio di responsabilità per il genocidio attorno al collo di Hitler e del Reichskabinet, con la popolazione generale rappresentata come ingenui babbei e persino vittime di un selvaggio regime totalitario. Come sottolinea [[w:Tom Segev|Tom Segev]], le persone si unirono alle SA e alle SS per scelta. All'inizio i nazisti non potevano permettersi di pagare i membri della loro ala militare e molti nelle SA e SS dovettero acquistare le proprie uniformi.<ref>Segev, ''Soldiers of Evil'', p. 3. Bertolt Brecht scrisse un breve dramma satirico su un uomo delle SA che mentiva ai suoi amici e alla sua fidanzata sul fatto che aveva dovuto acquistare in parte la sua uniforme, in "La Croce di gesso", in ''[[w:Terrore e miseria del Terzo Reich|Terrore e miseria del Terzo Reich]]''.</ref> La narrazione dei demoni nazisti e di una nazione tedesca vittimizzata è stata ulteriormente incoraggiata dai politici europei e americani del dopoguerra che, rendendosi conto che i tedeschi erano necessari alleati nella ricostruzione del commercio europeo e nell'istituzione della NATO, non potevano permettere che il popolo tedesco venisse ostracizzato o demonizzato.
 
La misura in cui i comuni tedeschi furono coinvolti in attività antisemite e conobbero il piano di sterminio è ancora fortemente contestata. È stato a lungo proposto che la persecuzione popolare contro gli ebrei non abbia trovato impeto fino a ''Kristallnacht'', nel novembre 1938. Molti storici hanno contestato questo e recenti ricerche mostrano che, dopo l'elezione di Hitler, atti di vandalismo, confisca di proprietà ebraiche, umiliazioni pubbliche, percosse ed esecuzioni spontanee furono più diffuse di quanto si credesse inizialmente. Daniel Goldhagen illustra che nel quinquennio che precede la ''Kristallnacht'' i tedeschi comuni non erano contrari a causare danni fisici e persino assassinare gli ebrei.<ref>Goldhagen, ''Hitler’s Willing Executioners'', pp. 92-7.</ref> Che la maggioranza dei tedeschi mostrasse tendenze antisemite non si può negare. Tuttavia, a parte coloro che erano ideologicamente motivati, è dubbio che tale violenza venisse commessa nella conoscenza del futuro sterminio di tutti gli ebrei.
 
Lawrence L. Langer sostiene che astenersi dal confrontare determinati fatti sul popolo tedesco tra il 1933 e il 1945 significa evitare la realtà.<ref>Langer, ''Admitting the Holocaust'', p. 26.</ref> [[w:George Steiner|George Steiner]] ha dedicato gran parte dei suoi scritti alla risoluzione dell'enigma di come la Germania, "sede della civiltà europea", potesse produrre una tale frenesia di bestialità:
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<div style="color: teal; text-align: center; font-size: 1.4em;">''Ai più bassi livelli della politica e al più alto livello della spiritualità<br/>il silenzio non aiuta mai la vittima, il silenzio aiuta sempre l'aggressore.''</div><div style="color: teal; text-align: right; font-size: 0.8em;">([[w:Elie Wiesel|Elie Wiesel]])</div>
== Galleria di immagini della ''Shoah'' ==
<small>''Senza didascalie — Le immagini parlano da sole (clicca sulle singole immagini e vai a [[c:Category:The Holocaust|Commons]] per i titoli)''</small>
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Brüssel - Das Monument Ravensbrück - 01.jpg