Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Italia 4: differenze tra le versioni
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Ma non erano certo solo questi i problemi per gli Italiani. Churchill ebbe a dire, dei sommergibili, che essi costituivano la maggiore preoccupazione della flotta inglese nel Mediterraneo. Infatti gli Italiani, eccetto 8 battelli nel Mar Rosso, avevano la loro flotta tutta nel Mediterraneo (poi alcuni battelli vennero mandati in Atlantico, basati in Francia). Erano un numero di battelli più che doppio rispetto a quelli Tedeschi, che pure fecero danni elevatissimi agli Inglesi, e sulla carta sembravano di buone caratteristiche. Erano anche 'combat proven' perché usati durante la Guerra in Spagna, in una campagna di attacchi ai mercantili sovietici che rifornivano i 'Rossi'. Dato che erano attacchi subdoli, la nazionalità degli attaccanti rimase misteriosa, almeno ufficialmente.
Invece i sottomarini italiani subirono,
La cantieristica italiana rimase per giunta quasi ferma. Non riuscì minimamente a rimpiazzare le perdite subite, e questo senza nemmeno considerare come il mancato richiamo dei mercantili italiani in Mediterraneo comportò la perdita di centinaia di unità oceaniche già all'inizio della guerra, tagliate fuori da Gibilterra e del canale di Suez, al più costrette nel corno d'Africa o nei porti neutrali. Durante la guerra venne completata una corazzata, 4 incrociatori leggeri, 5 cacciatorpediniere, varie serie di sommergibili e piccole unità di scorta. Ben poco rispetto alle perdite che quasi cancellarono la Regia Marina dai mari, con la perdita di due sole corazzate, ma di tutti gli incrociatori pesanti e di circa 200 tra incrociatori leggeri, cacciatorpediniere, torpediniere e sottomarini, più le navi leggere e ausiliarie.
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I sommergibili italiani erano numerosi, e recenti: eccetto 32, gli altri avevano tutti meno di 10 anni. Ma con l'impiego dimostrarono tantissime pecche, non tanto per velocità, armamento, autonomia, all'altezza delle altre unità pariclasse. Ma i problemi erano altri: usare i sottomarini come 'boe' per operare in posizioni statiche, senza la tecnica dei 'branchi di lupi' tanto cara ai Tedeschi; mancarono per molto tempo sonar, centrali di lancio elettromeccaniche, siluri con acciarino magnetico, sistemi radio efficienti ecc, oltre a sovrastrutture troppo alte e grosse, e tempi di immersione elevati.
Al dunque, i risultati furono particolarmente scadenti. A parte
In tutto vennero lanciati 427 siluri in 173 attacchi durante le operazioni in Mediterraneo, con la maggiore attività e i maggiori risultati nel '42 (50 attacchi con 132 siluri). In tutto vennero affondate circa 100.000 t di cui un quarto con le navi militari, oltre a varie unità danneggiate.
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Nel 1940 c'erano 92 sottomarini efficienti su 115, nel settembre 1943 ne restavano 77 di cui 45 pronti, e durante il 1943 gli attacchi furono quasi inesistenti quanto ai risultati.
In tutto ben poca cosa, se si considera che le perdite furono di 88 sottomarini, di cui 66 nel Mediterraneo. Gli Italiani '
Un esempio di sottomarini classe del tipo '600, il capostipite 'Sirena'<ref>Armi da guerra 62</ref>
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*Armamento: 1 cannone da 100 mm, 2 poi 4 da 13,4 mm, 4 tls prodieri e 2 poppieri con 12 siluri da 533 mm.
L'efficacia dei nuovi tipi aumentò, ma non a sufficienza per capovolgere le sorti del conflitto. Certo che se i sommergibili italiani, per vari motivi, avessero potuto raggiungere l'efficienza di quelli Tedeschi, davvero la guerra avrebbe avuto un altro esito, anche considerando che differentemente dai Tedeschi, gli italiani giocavano
Quanto ai minisommergibili, ai CA seguirono i CB, e poi i CC e CM da 34 m. Erano navi piuttosto tozze, almeno le prime serie. Gli unici successi furono quelli d'aver sorpreso e affondato due sommergibili russi nel Mar nero. I CC e CM non entrarono in produzione.
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Ma era l'apparato motore quello che faceva impressione, erogando non meno di 110.000 hp per oltre 40 nodi di velocità. Era la velocità l'arma principale che gli Italiani avevano in mente, un po' perché faceva parte del credo della Marina, un po' perché si seguivano i Francesi in questa corsa alle 'super siluranti'.
Di questi incrociatori leggeri, solo 4 vennero completati. Lo SCIPIONE L'AFRICANO combatté nel '43 affondando una delle 4 motosiluranti inglesi che lo attaccarono, per poi distanziarle (!) nella fase successiva del combattimento. Il REGOLO invece sopravvisse ad un siluramento. Infatti, la costruzione di queste navi era di tipo longitudinale, per una maggiore robustezza (come fecero gli inglesi con i cacciatorpediniere dagli 'J'). Una sola altra nave, il POMPEO MAGNO, entrò in servizio prima dell'armistizio. Le altre nove navi vennero demolite nei vari cantieri oppure affondate-auto affondate. L'ULPIO TRAIANO venne invece affondato da un attacco subacqueo inglese. Era ancora incompleto, ma fu pur sempre un brutto colpo visto che la lavorazione era arrivata al 90%.
Nel dopoguerra due navi, il REGOLO e lo SCIPIONE servirono nella marina francese, il POMPEO MAGNO (poi S.GIORGIO), assieme al GIULIO GERMANICO recuperato e ribattezzato S.MARCO, servirono a lungo nella Marina italiana, dimostrandosi navi riuscite.
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