Armi avanzate della Seconda Guerra Mondiale/Italia 4: differenze tra le versioni

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Nel 1940 c'erano 92 sottomarini efficienti su 115, nel settembre 1943 ne restavano 77 di cui 45 pronti, e durante il 1943 gli attacchi furono quasi inesistenti quanto ai risultati.
 
In tutto ben poca cosa, se si considera che le perdite furono di 88 sottomarini, di cui 66 nel Mediterraneo. Gli Italiani '{{chiarire|giocavano in casa|cioè una "casa" in cui i convogli britannici erano pochissimi e fortemente scortati}}', ma i risultati furono scadenti. Gli Inglesi, pur perdendo circa 40 sottomarini, {{chiarire|ottennero risultati molto maggiori|Sarà mica perché c'erano in mare convogli e mercantili isolati dell'Asse ogni giorno, mentre il naviglio mercantile Alleato in Mediterraneo, al di fuori della breve parentesi greca, si riduceva quasi esclusivamente ad un convoglio fortissimamente scortato per Malta sì e no una volta al mese?}}; i Tedeschi, {{chiarire|che pure erano entrati solo dal '41|e che pure avevano continuato ad operare fino al settembre 1944}}, erano riusciti con 66 sottomarini (tutti andati perduti) ad affondare circa 600.000 t di naviglio tra cui 2 portaerei e una corazzata<ref>Nassigh, Riccardo: ''L'impiego dei sommergibili italiani nella II GM'' RID giugno 1993</ref>.
 
Un esempio di sottomarini classe del tipo '600, il capostipite 'Sirena'<ref>Armi da guerra 62</ref>
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*Armamento: 1 cannone da 100 mm, 2 poi 4 da 13,4 mm, 4 tls prodieri e 2 poppieri con 12 siluri da 533 mm.
 
L'efficacia dei nuovi tipi aumentò, ma non a sufficienza per capovolgere le sorti del conflitto. Certo che se i sommergibili italiani, per vari motivi, avessero potuto raggiungere l'efficienza di quelli Tedeschi, davvero la guerra avrebbe avuto un altro esito, anche considerando che differentemente dai Tedeschi, gli italiani giocavano {{chiarire|'in casa'|e questo cosa vuol dire?}}. {{chiarire|I Tedeschi, per esempio, non erano contenti di operare in Mediterraneo data la trasparenza delle acque e la luminosità, fattori capaci di far scoprire un sottomarino immerso a parecchi metri di profondità|I sommergibili italiani, invece, non avevano questi problemi in virtù del fatto che per loro il Mediterraneo era "casa"? Divenivano automaticamente invisibili a trasparenza delle acque e luminosità?}} (cosa certamente non vera nei mari settentrionali).
 
Quanto ai minisommergibili, ai CA seguirono i CB, e poi i CC e CM da 34 m. Erano navi piuttosto tozze, almeno le prime serie. Gli unici successi furono quelli d'aver sorpreso e affondato due sommergibili russi nel Mar nero. I CC e CM non entrarono in produzione.
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Ma era l'apparato motore quello che faceva impressione, erogando non meno di 110.000 hp per oltre 40 nodi di velocità. Era la velocità l'arma principale che gli Italiani avevano in mente, un po' perché faceva parte del credo della Marina, un po' perché si seguivano i Francesi in questa corsa alle 'super siluranti'.
 
Di questi incrociatori leggeri, solo 4 vennero completati. Lo SCIPIONE L'AFRICANO combatté nel '43 affondando una delle 4 motosiluranti inglesi che lo attaccarono, per poi distanziarle (!) nella fase successiva del combattimento. Il REGOLO invece sopravvisse ad un siluramento. Infatti, la costruzione di queste navi era di tipo longitudinale, per una maggiore robustezza (come fecero gli inglesi con i cacciatorpediniere dagli 'J'). Una sola altra nave, il POMPEO MAGNO, entrò in servizio prima dell'armistizio. Le altre nove navi vennero demolite nei vari cantieri oppure affondate-auto affondate. L'ULPIO TRAIANO venne invece affondato da un attacco subacqueo inglese. Era ancora incompleto, ma fu pur sempre un brutto colpo visto che la lavorazione era arrivata al 90%.
 
Nel dopoguerra due navi, il REGOLO e lo SCIPIONE servirono nella marina francese, il POMPEO MAGNO (poi S.GIORGIO), assieme al GIULIO GERMANICO recuperato e ribattezzato S.MARCO, servirono a lungo nella Marina italiana, dimostrandosi navi riuscite.