Thomas Bernhard/Estinzione: differenze tra le versioni

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superiore intelligenza anche ora, dopo il mio ritorno da
Wolfsegg, mi ha sorpreso, anzi entusiasmato e rinfrancato a
tal punto che, contro la mia abitudine di andare in '''[[w:Piazza della Minerva|piazza della Minerva]]''' direttamente da via Condotti, in uno stato
'''[[w:Piazza della Minerva|della Minerva]]''' direttamente da via Condotti, in uno stato
d'animo sempre più allegro anche al pensiero di essere in
effetti, ormai da tempo, di casa a Roma e non più in Austria,
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del Popolo percorrendo l'intero Corso, ricevetti verso le due
del pomeriggio il telegramma con cui mi si comunicava la
morte dei miei genitori e di mio fratello Johannes. ''Genitori e Johannes deceduti in incidente. Caecilia, Amalia.'' Col telegramma in mano, mi avvicinai tranquillo e lucido alla
Johannes deceduti in incidente. Caecilia, Amalia.'' Col
telegramma in mano, mi avvicinai tranquillo e lucido alla
finestra del mio studio e guardai giù in piazza della Minerva,
completamente deserta. Avevo dato a Gambetti cinque libri,
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settimane seguenti, e gli avevo affidato il compito di studiare
quei cinque libri con la massima attenzione e con la lentezza
che, nel suo caso, è d'obbligo: ''Siebenkäs'' di Jean Paul, ''Il processo'' di Franz Kafka, ''Amras'' di Thomas Bernhard, ''La portoghese'' di Musil, ''Esch o l'anarchia'' di Broch, e ora, dopo
processo'' di Franz Kafka, ''Amras'' di Thomas Bernhard, ''La
portoghese'' di Musil, ''Esch o l'anarchia'' di Broch, e ora, dopo
aver aperto la finestra per respirare meglio, pensai che avevo
preso la decisione giusta dando a Gambetti proprio quei
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Wolfsegg, a cui volevano incatenarti a vita, ma anche dai loro
sentimenti. In questi vent'anni mio fratello mi ha invidiato
senza sosta per essermene andato, per la mia ''megalomane indipendenza'', come mi disse una volta, per ''la libertà che non conosce riguardi'', e mi ha odiato. Nella loro diffidenza verso
indipendenza'', come mi disse una volta, per ''la libertà che non
conosce riguardi'', e mi ha odiato. Nella loro diffidenza verso
di me, le mie sorelle avevano sempre oltrepassato i confini
del lecito tra fratelli, anch'esse mi hanno perseguitato con il
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paura della superiorità di forze di quelli di Wolfsegg, e volevo
avere a fianco almeno una persona con cui essere in grado di
respingere l'assalto di Wolfsegg, ''una persona che mi fosse affine'' ed un compagno in una situazione disperata,
affine'' ed un compagno in una situazione disperata,
probabilmente senza via d'uscita, ma abbandonai subito quel
pensiero, perché volevo evitare che Gambetti fosse messo di
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Gambetti, non potrei far altro che considerare Wolfsegg un
dono della fortuna, perché corrisponde al mio spirito come
nessun altro luogo. ''Ma non posso eliminare i miei solo perché mi va'', avevo detto. Con chiarezza mi sento
perché mi va'', avevo detto. Con chiarezza mi sento
pronunciare questa frase, e il tremendo significato che ora
essa assumeva per la morte effettiva dei miei genitori e di mio
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combattere, mi dissi, con questa frase dovrai vivere. Questa
constatazione portò il mio stato d'animo a placarsi di colpo.
Pronunciai ancora una volta la frase ''Ma non posso eliminare i miei solo perché mi va'' così come l'avevo pronunciata davanti a Gambetti. Ora aveva lo stesso significato di quel giorno
miei solo perché mi va'' così come l'avevo pronunciata davanti
a Gambetti. Ora aveva lo stesso significato di quel giorno
davanti a Gambetti. In piazza della Minerva, tranne i
piccioni, non c'era anima viva. D'improvviso sentii freddo e
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incontrarci a Venezia, dove ha degli impegni a fine maggio,
scrive, e dove conta di andare con me al ''Teatro La Fenice'',
non come l'anno scorso, scrive, per ''L’histoire du soldat di Stravinskij o qualcosa del genere'', ma per il Tancredi di Monteverdi. Accetto l'invito di Eisenberg, naturalmente, gli
risponderò subito, pensai, ma ''subito'' significa ''dopo il mio ritorno da Wolfsegg''. Camminare per Venezia con Eisenberg, già la semplice compagnia di Eisenberg, pensai, mi ha sempre
Stravinskij o qualcosa del genere'', ma per il Tancredi di
Monteverdi. Accetto l'invito di Eisenberg, naturalmente, gli
risponderò subito, pensai, ma ''subito'' significa ''dopo il mio
ritorno da Wolfsegg''. Camminare per Venezia con Eisenberg,
già la semplice compagnia di Eisenberg, pensai, mi ha sempre
procurato un grande piacere. Ogni volta che viene in Italia,
anche solo per qualche giorno a Venezia, me lo fa sapere,
pensai, mi invita e mi propone sempre un ''piacere altamente artistico'', come dice lui, e il ''Tancredi'' alla Fenice è senza dubbio un piacere del genere, pensai. Mi avevano mandato
artistico'', come dice lui, e il ''Tancredi'' alla Fenice è senza
dubbio un piacere del genere, pensai. Mi avevano mandato
una copia del «Corriere della Sera» in cui è pubblicato il mio
breve articolo su Leos Janàcek. Aprii il giornale pieno di
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cassetto della scrivania in cui conservavo alcune fotografie
della mia famiglia...
 
 
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* ''Ausloschung. Ein Zerfall'' - Traduzione dal tedesco di Andreina Lavagetto, Adelphi Edizioni, 1996.
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