Ebrei e Gentili/Introduzione: differenze tra le versioni

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Halevi aveva capito che il re Khazar, quale potenziale convertito, avrebbe reputato inquietanti queste affermazioni relative l'innata superiorità dei nati ebrei. Presenta quindi il seguente dialogo:
{{q|Il saggio disse: Mosè convocò solo il suo popolo e coloro che parlavano la sua stessa lingua affinché accettassero la sua Legge religiosa. Inoltre, Dio promise loro che Egli avrebbe confermato la Sua rivelazione nel corso dei tempi mediante altri profeti [Deut. 18:15:18], e lo fece durente tutto il tempo che Egli si compiacque di loro e la Presenza Divina dimorò tra loro.<br/>Il Kahazr disse: Ma non era forse tale direttiva intesa per tutti? Ciò si confarrebbe perlomeno alla saggezza di Dio.<br/>Il saggio disse: E non sarebbe forse stato preferibile che tutti gli animali fossero raziocinanti? Ti devi essere dimenticato in tale relazione quello di cui abbiamo discusso precedentemente in merito alla successione della progenie di Adamo e come l'ordine divino profetico dimora nell'individuo che è il migliore tra i suoi fratelli, ed il frutto migliore del padre, per cui uno si succede all'altro in continuità e riceve quella luce. Altri furono come gusci, che non la ricevettero finché i figli di Giacobbe arrivarono sulla scena come i discendenti prescelti e la parte migliore di loro padre. Differiscono dagli altri figli di Adamo grazie alla speciale distinzione divina, che li ha resi come fossero una specie diversa e una sostanza differente, quasi angelica. (i.101-3)}}
Le implicazioni di questo passo sono sorprendenti per la loro [[w:chutzpah|chutzpah (חֻצְפָּה)]]. Praticamente abbiamo quest confronto: come gli animali stanno agli umani, così gli umani, ''simpliciter'', stanno agli ebrei!
Purtroppo consapevole che la superiorità innata, angelica, degli ebrei è raramente evidente, Halevi fa dire al suo saggio: "Israele tra le nazioni corrisponde al cuore rispetto agli altri organi del corpo. È più prone alle infermità del resto del corpo, ma anche più salubre di quanto non lo siano gli altri organi" (ii.36). Quando gli ebrei sono buoni, allora sono proprio, davvero buoni; quando sono cattivi, allora sono orribili. Halevi ritorna a questo punto in ii.44:
{{q|...}}
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
== Note ==