Guida alle costellazioni/Cataloghi celesti: differenze tra le versioni

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La prima edizione del catalogo comprendeva 45 oggetti, numerati da M1 a M45. Gli ultimi 5 sono oggetti particolarmente luminosi e ben noti già all’epoca e quindi non confondibili con comete, ma che vennero inseriti per completezza: fra questi vi è la Nebulosa di Orione e gli ammassi aperti del Presepe e delle Pleiadi. La lista finale contiene invece 110 oggetti, numerati da M1 a M110. Il catalogo finale fu pubblicato nel 1781 e stampato su Connaissance des Temps nel 1784.
 
Nelle carte celesti un oggetto appartenente aldel catalogo di Messier si riconosce dal prefisso M davanti al suo numero.
 
Gli oggetti catalogati sono molto eterogenei: l'unico legame tra loro è di avere un aspetto diffuso e di essere relativamente brillanti. A questa descrizione corrispondono sia nebulose ed ammassi stellari molto vicini, sia grandi galassie, poste a distanze enormi.
 
Due oggetti inseriti da Messier nel suo catalogo si sarebbero tuttavia rivelati in futuro come di natura diversa. Uno è M40, riconosciuto indallo seguitostesso Messier come una semplice stella doppia ementre catalogatacercava comeuna Winneckenebulosa 4segnalata da Hevelius tempo prima; la sua posizione si trova nei pressi del Grande Carro;. ilIl secondo oggetto è M73, indicato inizialmente come un piccolo ammasso aperto e in seguito riconosciuto come un asterismo, ossia un gruppetto di stelle non legate fra loro che appaiono vicine solo per effetto prospettico.
 
Un oggetto controverso è M102, ritenuto a lungo come un oggetto perduto (con coordinate errate) oppure una riosservazione accidentale di M101; oggi si tende a riconoscere M102 con la Galassia Fuso, nel Drago.