Forze armate mondiali dal secondo dopoguerra al XXI secolo/Italia: esercito 2: differenze tra le versioni

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Tra gli esperimenti postbellici c'era un grosso interesse per ottimizzare quello che c'era con le munizioni e gli standard NATO. Come fucili mitragliatori, cominciando dal basso, si dovette passare per vari livelli, assai discontinui: prima il Breda 30, molto prodotto come arma di squadra, tra i meno soddisfacenti e armoniosi (anche in senso estetico, cosa che non è trascurabile come si può pensare: tradiva una scarsa linearità di funzionamento e di affidabilità in azione), al Bren britannico che era il meglio. Ma siccome si doveva adottare la 7,7 americana, il Bren da 7,7 mm non andava bene e così bisognava passare al vecchi M1918 BAR (Browning Automatic Rifle), un'arma tra le più eleganti e ben costruite della storia delle armi automatiche, usata dall'US Army per circa 40 anni. Si provò ad adattarlo alle munizioni americane per renderlo compatibile con i Garand, e in alternativa al BAR; ma non se ne fece nulla, essendo la munizione americana troppo diversa e lunga quasi 7 mm di più. In seguito, invece, gli Inglesi riuscirono a ricalibrarlo per la più corta 7,62x51 mm NATO. Così si ebbe il BAR e, come armi del fante, l'M1 Garand, di cui la Beretta avrebbe fatto una versione automatica, il FAL BM59 (simile all'M14 americano). Per le pistole e moschetti non c'era problema, con le armi Beretta 34 e MAB. Il Bren trasformato non interessò l'Esercito, ma qualche esemplare è finito negli arsenali della Polizia di Stato, in cui pare fosse in servizio anche negli anni '90.
 
Per le mitragliatrici resistette la Breda da 8 mm, la Mod 37, che era considerata un'arma 'seria' data l'affidabilità di funzionamento. La Breda Mod 37 era figlia di precedenti esperienze, ma soprattutto considerando che da sostituire erano armi come le Fiat 1914, non c'è da stupirsi che la nuova mitragliatrice fosse molto apprezzata, paragonata alla mediocrità delle armi che la precedettero. La Breda spesso all'epoca si 'ispirava' parecchio, quando non copiava direttamente o costruiva su licenza, armi straniere (ha continuato, del resto, con la produzione su licenza delle armi come le Bofors, dal dopoguerra finalmente prodotte anche in Italia nel tipo L70). La meccanica era fin troppo simile, comunque, a quella della Hotchkis 1914 francese, ottima arma che costituì una fonte d'inspirazione per quella italiana che praticamente la copiava anche nell'estetica; il trippiede era invece un 'clone' delle mitragliatrici austricache. L'arma nel suo insieme era efficiente, ma alimentata da lastrine da 20 colpi che richiedevano per forza due serventi per funzionare (e l'armiera doveva essere anche svelto nel sostituire le lastrine, anche se non c'era una grande cadenza di tiro). Il peso era un problema: con il treppiede arrivava a 40 kg, per cui non si può certo definirla un'arma bivalente, come le MG 42. Nell'Esercito italiano era considerata migliore delle Vickers inglesi e delle Browning americane, ma non c'era molto da scegliere in efficienza, e comunque non deve stupire dato che i tipi angloamericani in parola sono più vecchi di quasi 20 anni. Si tentò di ricamerare anche quest'arma, come il Bren, con la 7,62 mm americana, ma non se ne fece niente, nonostante il miglioramento in potenza e precisione rispetto alle cartucciecartucce italiane da 8 mm (a 500 m era stimato un rettangolo di dispersione di circa 15x39 cm), forse però costoso e pagato con una minore affidabilità. In ogni caso, la Breda si fece da parte definitivamente con la MG-42/59, l'arma tedesca della Rheinmetall-Borsig ricalibrata col 7,62 mm NATO.
 
Altre artiglierie erano pure state sperimentate come il 75/21 mm, che erano il pratica il vcchio pezzo da 47/32 mm controcarri con il nuovo cannone, a bassa velocità iniziale (248 m.sec) che tirava una granata a pareti sottili per contenere oltre 600 gr di esplosivo oppure una HEAT, rispettivamente da 5,2 e 3,65 kg, su una gittata massima (con 72 gr di carica) di 4.200 m circa. Non ebbe successo data la fornitura del Bazooka e del cannone c.c. da 57/50 mm controcarri. I cannoni d'appoggio fanteria vennero per il momento abbandonati, ma poi la cosa ritornerà in auge con i pezzi SR. Da notare che il peso del pezzo da 75 era di 287 kg, non molto di più del cannone SR da 106 mm (210).