Thomas Bernhard/Elementi: differenze tra le versioni

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[[File:Tiziano, i bravi.jpg|150px|right|thumb|<small>Tiziano: il ''[[w:Bravo (Tiziano)|Bravo]]'', ca. 1517</small>]]
[[File:Tizian 033b.jpg|150px|right|thumb|<small>Tiziano: ''[[W:Madonna delle Ciliegie|Madonna delle Ciliegie]], ca. 1518</small>]]
Reger si impegna più seriamente nell'attività rituale di osservare un ritratto meno noto del Tintoretto nella Sala Bordone, che condivide una porta con la Sala Sebastiano, la stanza contenente il '''''[[w:Bravo (Tiziano)|Bravo]]''''' (1520 ca.) e la '''''[[w:Madonna delle Ciliegie|Madonna delle Ciliegie]]''''' (1516-1518 ), entrambi di Tiziano (vedi immagini a fianco). Reger che preferisce un ritratto del Tintoretto invece di quelli di Tiziano, presunto maestro di ritratti, è un tipico motivo paradossale bernardiano. Atzbacher, per osservare Reger senza interruzione, deve stare nella Sala Sebastiano e guardare verso la Sala Bordone. Atzbacher scrive: "A malincuore fui dunque costretto, per poter osservare Reger davanti all’''Uomo dalla barba bianca'' di Tintoretto, a sorbirmi Tiziano, e mi toccò guardarmelo in piedi..." (''AM'' p. 1). Reger ha scelto Tintoretto piuttosto che Tiziano, che sembrava essere stato il più aggressivo e geloso dei due artisti.
 
Per Reger, il proprio punto di vista è cruciale per la sua "sopravvivenza". Secondo Reger, la sua posizione nella Sala Bordone del Kunsthistorisches Museum è l'ideale per la contemplazione e la riflessione. L'illuminazione e la temperatura nel Kunsthistorisches Museum gli si addicono, mentre, più precisamente, la Sala Bordone ha le migliori condizioni per la meditazione:
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Dürrenmatt sottolinea l'importanza di "conservare il punto di vista umano" e il pericolo di diventare un estraneo in questo mondo. Reger potrebbe apparire superficialmente un estraneo a causa della sua natura elitaria e separatista, ma è molto impegnato nella prospettiva "umana". Il suo spazio è lo spazio di questo mondo. Per quanto riguarda il suo rapporto con il ritratto, Reger afferma: "L’''Uomo dalla barba bianca'' ha tenuto testa al mio intelletto e ai miei sentimenti per più di trent'anni, per questa ragione è per me la cosa più preziosatra quelle esposte qui al Kunsthistorisches Museum" (''AM'' p. 152). Reger mantiene il suo punto di vista umano quando sceglie di osservare il ritratto di un uomo barbuto, segnato da esperienza, età e saggezza.
 
L'uomo nel dipinto fa parte della nobiltà veneziana ma anonimo. La barba bianca indica la sua vecchiaia, come i suoi occhi mostrano segni di esperienza. Secondo Freedberg, Tintoretto riuscì a catturare l'intimità e la dolcezza della vecchiaia nei suoi ritratti. Freedberg osserva: "Nei suoi anni maturi ci sono esempi di grande merito, che sfidano quasi la dignità e l'eleganza di Tiziano. Ma è un aspetto speciale del genere ritrattistico che si adatta meglio alla sensibilità di Tintoretto: la ritrattistica di vegliardi o uomini anziani, i cui volti portano più profondamente l'impronta della loro umanità."<ref>S.J. Freedberg, "Venice 1540-1600: Tintoretto" ''cit.'', p. 531.</ref> Reger, a ottantadue anni, non trova solo una somiglianza nell'età dell'uomo con la barba bianca, ma è del tutto possibile che, a livello filosofico, riconosca anche, alla sua età avanzata, la loro comune umanità. Le caratteristiche distintive che Tintoretto conferisce al suo anonimo anziano attirano Reger.
 
Se Reger dovesse personalizzare il suo rapporto con il Tintoretto e il soggetto del dipinto, si sentirebbe costretto a "schierarsi" con Tintoretto. È possibile che Reger, egli stesso piuttosto aggressivo e conflittuale, scelga di "onorare" il ritratto di Tintoretto subendo uno scambio mentale o un dibattito con Tintoretto, come se lo stesso pittore fosse l'uomo nel ritratto. Reger, quando non attacca la Chiesa cattolica, si lamenta dello stato austriaco, di politici e impiegati governativi corrotti. Reger, tutto il tempo, orienta il suo sguardo sul suo silenzioso confidente, la creazione del Tintoretto, veneziano profondamente religioso e non politico. La relazione di Reger con il dipinto è davvero paradossale. Reger è attratto da un dipinto convenzionale (non sperimentale) e afferma di amare il dipinto e non l'artista stesso (''AM'' p. 150, già citato). L'interesse per tali differenze aiuta a valutare la natura spesso perversa di Reger.
 
Reger e Tintoretto, tuttavia, hanno un'importante qualità in comune. Nonostante il malcontento contrariante di Reger, questa caratteristica condivisa e precedentemente menzionata è il loro speciale attaccamento alla loro rispettiva patria. La religiosità di Tintoretto e la sua devozione a Venezia contrastano con l'atteggiamento sacrilego di Reger e i suoi continui attacchi contro l'Austria. La fervida romanticizzazione di Venezia da parte del Tintoretto contrasta con l'apparente soffocamento di Reger nella sua nativa Austria. Reger, per quanto disprezzi l'Austria e tutto ciò che l'Austria rappresenta, non può/vuole scappare dalla sua terra natia. Questa relazione di odio-amore con l'Austria alimenta le passioni di Reger e la sua voce creativa. Tintoretto, molto a suo agio a Venezia, desiderava decorare le pareti di Venezia con i suoi tratti di pittura e pennello. Voleva fare di Venezia il suo capolavoro. A differenza di Reger, che si vergogna di Vienna ma si impegna nel paradosso permanente di amarla e odiarla, Tintoretto si sentì orgoglioso della sua città e voleva rimanere lì. Tintoretto, unico rispetto ad altri importanti pittori del Cinquecento a Venezia perché in realtà era proprio nato in città, "si dedicò con notevole lealtà alla sua città natale".<ref>David Rosand, ''Painting in Sixteenth-Century Venice: Titian, Veronese, Tintoretto, cit.'', p. 161.</ref> Gli piaceva vivere e lavorare a Venezia, mentre Tiziano, non essendo nato in Venezia, non aveva quel legame interiore con la città. Reger si sarebbe sentito più un estraneo nella sua città natale rispetto al Tintoretto nella sua città natale. Forse questo è un altro motivo per cui Reger sceglie di guardare il ritratto di Tintoretto, poiché è incuriosito dalla lealtà di quest'ultimo nei confronti della sua terra natia.
 
Queste opinioni di Tintoretto sull'arte vanno parallele alle paradossali nozioni da parte di Reger di fare e dire ciò che potrebbe sembrare inaspettato. Reger, in ''Antichi Maestri'', ammira il lavoro di Tintoretto e lo considera anarchico e ribelle rispetto alla scuola classica di pittura. Tintoretto non segue le regole della pittura, per così dire, e questo aspetto del pittore non convenzionale del XVI secolo fa appello a Reger. L'interesse paradossale di Reger per il ritratto del Tintoretto è, tuttavia, adatto al ''connoisseur'' dell'alta arte che sceglie il ritratto convenzionale e praticamente sconosciuto di un antico maestro profondamente religioso.
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{{Vedi anche|Thomas Bernhard/Opere|Emozioni e percezioni|Infinità e generi|etichetta3=Generi letterari}}
 
Reger è, allo stesso tempo, un ammiratore della reliquia di un antico maestro ed egli stesso una reliquia di ottantadue anni in mostra nella Sala Bordone. Parimenti, Atzbacher svolge molteplici ruoli come narratore, scrittore e "interpretante", dividendosi in attore e spettatore mentre "diventa" Reger attraverso la sua narrazione e scrittura.<ref>Gitta Honegger, ''Thomas Bernhard: The Making of an Austrian, cit.'', p. 229.</ref> Bernhard, usando questa tecnica teatrale, stabilisce una dinamica sul palco che ricorda l'idea di Dürrenmatt di "pubblico come egli stesso".
 
L'impostazione di ''Antichi Maestri'' è importante, non solo per la sua somiglianza con l'idea di Dürrenmatt del teatro contemporaneo come museo, ma per la sua esistenza come tentativo di soluzione al problema del dominio dei classici e del canone nell'Europa del dopoguerra. ''Antichi Maestri'' è rivoluzionario perché Bernhard sottolinea la necessità di sperimentazione e originalità tra i problemi del teatro. I problemi dei classici che Bernhard riconosce includono la natura limitante del canone classico, la quantità di tempo che i classici hanno avuto per essere accettati nella cultura della società e la loro più lunga storia nell'ambito della critica. Pur affrontando i problemi dei classici, egli riconosce anche la complessità nell'accoglienza del teatro sperimentale contemporaneo. Bernhard mette in scena una prosa sperimentale sfruttando lo ''status quo'', la sicurezza e il conservatorismo dei classici. L'ambientazione di ''Antichi Maestri'' contiene elementi sia del classico (da qui il "requisito" di un museo come scena) sia di quello sperimentale: è quindi un buon esempio di produzione teatrale bernhardiana che coinvolge sia vecchi che nuovi ideali. Bernhard crea un ambiente teatrale contemporaneo in cui antichi maestri e artisti emergenti, come lui stesso, possono contemporaneamente esistere ed essere apprezzati.
 
{{Vedi anche|Thomas Bernhard/Opere|Emozioni e percezioni|Infinità e generi|etichetta3=Generi letterari}}
==Note==
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{{Avanzamento|75100%|89 gennaio 2020}}
[[Categoria:Thomas Bernhard|Elementi]]