Thomas Bernhard/Elementi: differenze tra le versioni

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Reger sembra essere incuriosito da alcune informazioni contenute nell’''Uomo dalla barba bianca''. I dettagli relativi al posizionamento delle orecchie nel ritratto del Tintoretto sono discussi da Gregor Hens, che nota particolari nel dipinto che non sono comuni in altri suoi ritratti. Queste qualità del ritratto potrebbero ulteriormente contribuire al fascino permanente che Reger prova per il quadro. Nel suo libro ''Thomas Bernhards Trilogie Der Kuenste'', Hens scrive che l'occhio destro dell’''Uomo dalla barba bianca'' dovrebbe svanire un po' dietro il naso a causa della posizione contorta e dello sguardo dell'uomo.<ref>Gregor Hens, ''Thomas Bernhards Trilogie Der Kuenste'', Camden, 1999, 147.</ref> L'osservazione di questo dettaglio da parte di Hens evidenzia i vari aspetti controversi della pittura del XVI secolo. Dietro l'orecchio visibile dell’''Uomo dalla barba bianca'' continua la testa dell'uomo barbuto. Si vede la curva parallela dell'orecchio con la curva della parte posteriore della testa. L'estremo contrasto tra luce e oscurità tra le mani e il viso e il resto del corpo, l'aspetto del movimento negli occhi, la forte torsione del busto del corpo e il posizionamento dell'orecchio contribuiscono alle qualità ammirevoli del dipinto preferito e più discutibile di Reger.
 
Molte delle opere del Tintoretto rivelano i suoi espressi interessi sia nel teatro che negli elementi drammatici della pittura. La teatralità della pittura divenne una convenzione molto evidente nell'arte rinascimentale. Tintoretto, nei suoi dipinti, sottolinea la dinamica esistente tra lo spettatore e lo spettacolo. Egli era coinvolto nel teatro come costumista e spesso sperimentava con ombre, luci e scatole per creare un ambiente teatrale, che inevitabilmente gli forniva idee per i suoi dipinti. Sia la pittura che il teatro "condividono strutture di base sia a livello fenomenologico che formale, entrambe le arti si occupano di finzione mimetica, che coinvolge spettacolo e pubblico, palcoscenico e [[w:cavea|cavea]], attore e pubblico, miracolo e testimone".<ref>David Rosand, ''Painting in Sixteenth-Century Venice: Titian, Veronese, Tintoretto'', Cambridge University Press, 1997, p. 139.</ref> Come pittura e teatro divennero sempre più importanti per il Tintoretto, la popolarità del legame tra pittura e teatro ispirò e incuriosì anche artisti successivi nel Rinascimento. Alcune delle convenzioni di architettura teatrale e spettacolo teatrale introdotte in molte grandi città italiane come Firenze, Venezia, Parma, Roma e Milano includono "il palcoscenico del proscenio; lo scenario prospettico, che dava l'illusione della profondità, elaborati macchinari per il cambio di scena e la produzione di effetti speciali; e l'illuminazione artificiale."<ref>Barranger, ''Microsoft Encarta Encyclopedia 2002, cit.''</ref> L'interesse del Tintoretto per lo spettacolo drammatico fu influente sui successivi pittori in Italia, e la sua "preferenza per le composizioni diagonali che si tuffano o zigzagano nello spazio profondo, la teatralità dominante della sua illuminazione e il dinamismo generale, furono emulati dal Peter Paul Rubens, pittore in stile barocco."<ref>Richardson, ''Microsoft Encarta Encyclopedia 2002, cit.''</ref> L'enfasi del Tintoretto sulla prospettiva e sulle raffigurazioni dell'architettura nella sua pittura porta gli occhi dello spettatore al palco. Le impalcature architettonicamente solide del Tintoretto rappresentano il palcoscenico creato e offrono lo spazio per un teatro religioso.
 
La determinazione del Tintoretto a rendere l'atto del vedere un dipinto un momento religioso e di conferma della fede, getta una nuova luce sul significato di Reger seduto davanti a un ritratto del Tintoretto, perché non solo il ritratto del Tintoretto non è religioso, ma non lo è neanche Reger stesso. Sceglie di non sedersi di fronte a ''Susanna e i Vecchioni'' (anch'esso nel Kunsthistorisches Museum — vedi ''supra''), ma si impegna in un ritratto convenzionale di un uomo anonimo dipinto da un cattolico devoto, noto per i suoi innovativi dipinti manieristici raffiguranti scene religiose.
 
Reger è attratto dagli elementi inaspettati di Tintoretto. È sinceramente attratto dal ritratto del Tintoretto. Reger, mostrando le difficoltà della sua natura ostinata, dice: "...Ho sempre amato davvero l’''Uomo dalla barba bianca''. Non ho mai amato Tintoretto, ma ho amato l’''Uomo con la barba bianca'' del Tintoretto" (''AM'' p. 150). Il ritratto attrae Reger perché ha incontrato sua moglie davanti al dipinto, tuttavia afferma di approvare il dipinto più del pittore stesso. Il suo fascino per il ritratto è sia contrario che adeguato alla sua personalità. Forse ammira la combinazione nel Tintoretto di uno spirito rivoluzionario con riverenza religiosa. Quale potrebbe essere un ambiente migliore per il "palcoscenico in prosa" bernhardiano dell'ottantadueenne Reger, musicologo e conoscitore d'arte, che si dedica per trentasei anni al ritratto relativamente sconosciuto dell’''Uomo dalla barba bianca''? Reger esiste nell'ambito dell'ironia della sua situazione di spettatore non religioso, il quale è anche lo spettacolo non religioso.
 
[[File:Tiziano, i bravi.jpg|150px|right|thumb|<small>Tiziano: il ''[[w:Bravo (Tiziano)|Bravo]]'', ca. 1517</small>]]
[[File:Tizian 033b.jpg|150px|right|thumb|<small>Tiziano: ''[[W:Madonna delle Ciliegie|Madonna delle Ciliegie]], ca. 1518</small>]]
Reger si impegna più seriamente nell'attività rituale di osservare un ritratto meno noto del Tintoretto nella Sala Bordone, che condivide una porta con la Sala Sebastiano, la stanza contenente il ''[[w:Bravo (Tiziano)|Bravo]]'' (1520 ca.) e la ''[[w:Madonna delle Ciliegie|Madonna delle Ciliegie]]'' (1516-1518 ), entrambi di Tiziano (vedi immagini a fianco). Reger che preferisce un ritratto del Tintoretto invece di quelli di Tiziano, presunto maestro di ritratti, è un tipico motivo paradossale bernardiano. Atzbacher, per osservare Reger senza interruzione, deve stare nella Sala Sebastiano e guardare verso la Sala Bordone. Atzbacher scrive: "A malincuore fui dunque costretto, per poter osservare Reger davanti all’''Uomo dalla barba bianca'' di Tintoretto, a sorbirmi Tiziano, e mi toccò guardarmelo in piedi..." (''AM'' p. 1). Reger ha scelto Tintoretto piuttosto che Tiziano, che sembrava essere stato il più aggressivo e geloso dei due artisti.
 
Per Reger, il proprio punto di vista è cruciale per la sua "sopravvivenza". Secondo Reger, la sua posizione nella Sala Bordone del Kunsthistorisches Museum è l'ideale per la contemplazione e la riflessione. L'illuminazione e la temperatura nel Kunsthistorisches Museum gli si addicono, mentre, più precisamente, la Sala Bordone ha le migliori condizioni per la meditazione:
{{q|...io non vado nella Sala Bordone per Bordone, e neanche ci vado per Tintoretto, anche se in effetti considero l'Uomo dalla barba bianca uno dei quadri più straordinari che mai siano stati dipinti, nella Sala Bordone ci vado per via di questa panca e per linfluenza ideale di questa luce sul mio temperamento, in effetti io vado nella Sala Bordone per la temperatura ideale che vi regna . E in verità non ce la farei mai a stare, per esempio, in prossimita di Velázquez... È qui, nella Sala Bordone che la meditazione mi riesce meglio... La Sala Bordone è la mia sala di riflessione e di lettura.|''AM'' p. 17}}
Dürrenmatt sottolinea l'importanza di "conservare il punto di vista umano" e il pericolo di diventare un estraneo in questo mondo. Reger potrebbe apparire superficialmente un estraneo a causa della sua natura elitaria e separatista, ma è molto impegnato nella prospettiva "umana". Il suo spazio è lo spazio di questo mondo. Per quanto riguarda il suo rapporto con il ritratto, Reger afferma: "L’''Uomo dalla barba bianca'' ha tenuto testa al mio intelletto e ai miei sentimenti per più di trent'anni, per questa ragione è per me la cosa più preziosatra quelle esposte qui al Kunsthistorisches Museum" (''AM'' p. 152). Reger mantiene il suo punto di vista umano quando sceglie di osservare il ritratto di un uomo barbuto, segnato da esperienza, età e saggezza.