Thomas Bernhard/Elementi: differenze tra le versioni

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Reger è ossessionato dall'inevitabilità della morte in agguato dietro tutto e dallo stato imperfetto del quadro del Tintoretto — e dalla vita, per dirla tutta. La sua fissazione con la morte è dovuta a una tragedia personale e sociale: la morte di sua moglie e l'Olocausto.<ref>Questo argomento della morte e dell'Olocausto verrà discusso più particolareggiatamente nella Sezione 2.</ref> Reger non è in grado di sfuggire alla persistenza dell'ombra della morte perché il Kunsthistorisches Museum non è solo il luogo dove ha incontrato sua moglie, ma anche il luogo in cui è accaduta la sua morte. Allo stesso modo, Reger non può dissociare la morte da Vienna a causa dei discorsi e delle dimostrazioni di Hitler e degli altri leader nazisti in quella città. Per Reger, la morte è parte integrante di questo ''focus'' sull'imperfezione. Un'opera d'arte creata dalle mani di un mortale non può sfuggire alla realtà della morte e cattura la tragedia e la storia del tempo in cui è stata dipinta. Pertanto, l'interesse di Reger per l'imperfezione del dipinto del Tintoretto, come l'inevitabile realtà che, a suo avviso, ogni opera d'arte originale è un falso, rivela ironicamente il suo fascino per gli scrittori, gli artisti e i filosofi che egli attacca e critica ("Ogni originale del resto è già di per sé una contraffazione... Qualunque opera d'arte può essere ridicolizzata..." ''AM'' p. 57). Inoltre, le imperfezioni del ritratto ispirano Reger a valutare le imperfezioni della sua patria austriaca nonché i prodotti dell'alta cultura austriaca e tedesca.
 
Reger legge la postura dell'uomo anonimo nella pittura del Tintoretto come nascondesse la realtà della morte e la finitudine della vita. L’''Uomo dalla barba bianca'' assume una qualità realistica, se non addirittura vivace, nel momento che il vecchio barbuto si presenta a Reger, a Irrsigler e Atzbacher. A causa della sua posizione obliqua, la figura nel ritratto non esclude nessuno spettatore. Il suo corpo si presenta ad Atzbacher nella Sala Sebastiano e a Irrsigler alla porta che collega le due stanze; i suoi occhi guardano verso Reger, che si siede direttamente di fronte a lui. L'uomo nel dipinto assume una vita e una presenza reale sua propria. I vari sguardi rivolti ai diversi personaggi, tra cui all’''Uomo dalla barba bianca'', arrivano e poi rimandano il messaggio agli altri personaggi nei due triangoli prospettici: il triangolo Reger, Atzbacher, ''Uomo dalla barba bianca''; e il triangolo Reger, Atzbacher, Irrsigler. In questo modo, sono inclusi tutti i personaggi principali. Nessuno può sfuggire agli occhi penetranti dell'uomo nel dipinto, che ricordano la propria mortalità — le preoccupazioni metafisiche di Reger. Per Reger, "l'illusione e l'autoinganno da soli offrono sollievo; la vera redenzione è fuori discussione."<ref>Stephen Dowden, ''Understanding Thomas Bernhard'', University of South Carolina Press, 1991, p. 63.</ref> Per Reger, si scopre un metodo di sopravvivenza quando ci si perde nell'arte.
 
Mediante il suo riconoscimento della morte in tutte le cose e la sua ammirazione per il ritratto del Tintoretto, Reger trova il suo sostentamento e la sua spinta, perché sceglie il coraggio piuttosto che la capitolazione. La tendenza infine ottimista di Reger<ref>La tendenza ottimista di Reger sarà discussa in maggior dettaglio nella Sezione 3.</ref> ricorda quella di Dürrenmatt, quando scrive: "Il mondo (e quindi il palcoscenico che rappresenta il mondo) è per me qualcosa di mostruoso, un enigma di sventure che deve essere accettato ma davanti al quale non può esserci alcuna capitolazione".<ref>Dürrenmatt, ''op. cit.'', p. 255.</ref> I dettagli pittorici del ritratto incoraggiano un filosofo come Reger a continuare a perseguire queste preoccupazioni metafisiche. I problemi associati al ritratto e al suo ambiente forniscono a Reger l'energia necessaria per la sua "sopravvivenza".
 
La dinamica tra l’''Uomo dalla barba bianca'' e i suoi spettatori, così come la relazione teatrale tra Reger e i suoi spettatori, sottolinea l'importanza della teatralità nell'arte del Tintoretto. Un tema centrale o preferito del Tintoretto era la relazione dello spettatore con gli oggetti in vista, come si può trovare nell’''Uomo dalla barba bianca'' (1570 circa), il ''Miracolo di San Marco che salva uno schiavo'' (1548) o la ''Natività'' (1578-1581). In questi tre dipinti del Tintoretto, le tecniche di scorcio, l'uso di luci e ombre e la distorsione di scala e prospettiva sono tutti dispositivi che possono essere attribuiti all'Alto Rinascimento e al Manierismo. L'uso dello spazio profondo da parte del Tintoretto e l'inversione di luce e ombra nel ''Miracolo di San Marco che salva uno schiavo'' è innovativo e sperimentale, mentre l’''Uomo dalla barba bianca'', con il viso e la mano sinistra illuminati, è un esempio di un ritratto tradizionale del Tintoretto. La scelta di Reger di osservare il ritratto convenzionale è una mossa paradossale da parte di Bernhard. Tintoretto sfida le posizioni del suo spettatore nei suoi dipinti e dimostra di essere influenzato dal teatro in dipinti come l’''Ultima Cena'' (1547, 1560 ca.) e la ''Presentazione della Vergine'' (1551-1552). Questa dinamica tra il pubblico e gli "attori" è precisamente uno dei maggiori intrighi per Bernhard e il suo personaggio Reger. Tintoretto, ispirato all'ottimismo religioso, sfida implicitamente gli attacchi di Reger alla religiosità cattolica austriaca in ''Antichi Maestri''. Reger, in una delle sue paternali antireligiose, afferma: "Questo stato cattolico è privo di sensibilità artistica e quindi anche gli insegnanti di questo Stato ne sono privi, questo è ciò che è così deprimente. Gli insegnanti insegnano cos'è questo Stato cattolico e insegnano loro a insegnare: mentalità ristretta e brutalità, viltà e meschinità, depravazione e caos." (''AM'' p. 24). Forse la dedizione di Tintoretto allo Stato veneziano incuriosisce Reger perché il suo rapporto con lo stato austriaco è così diverso. Ciononostante, Reger sceglie Tintoretto come pittore da osservare e, a sua volta, incorpora queste tendenze nel suo dilemma modernista.
 
Proprio come le informazioni biografiche di Bernhard svolgono un ruolo fondamentale nella comprensione della sua narrativa, i dettagli della vita del pittore manierista veneziano Jacopo Tintoretto dovrebbero essere inclusi nell'esame della sua tecnica pittorica. Tintoretto, figlio di un tintore (appunto), nacque nel 1518 a Venezia. Tintoretto, il cui nome significa "il piccolo tintore", iniziò a disegnare in tenera età mediente l'uso del carbone e dei coloranti di suo padre. Quando si pensa a Tintoretto, non si pensa immediatamente al suo ritratto dell’''Uomo dalla barba bianca''. È più probabile pensare al ''Miracolo dello Schiavo'' (1548), ''Susanna e i Vecchioni'' (1555), ''Ritrovamento del corpo di San Marco'' (1562), l’''Ultima Cena'' (1592) o la ''Crocifissione'', ''Cristo davanti a Pilato'', e la ''Salita al Calvario'', tutti inclusi nel progetto commissionato a Tintoretto nel 1564 alla Scuola di San Rocco. Secondo Tintoretto, la commissione della Scuola di San Rocco durata 23 anni divenne un periodo principale della sua vita. La pittura di Tintoretto avvenne sui due piani e nelle tre sale della Scuola di San Rocco. Tutte le altre opere di quel periodo, dal 1564 al 1587, furono fatte per così dire "tra parentesi".<ref>Eric Newton, ''Tintoretto'', Longmans, 1952, p. 60.</ref> L’''Uomo dalla barba bianca'', dipinto negli anni 1570, cadrebbe in questo periodo "tra parentesi".
 
=== Dipinti del Tintoretto citati ===
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Jacopo Robusti, called Tintoretto - Susanna and the Elders - Google Art Project.jpg|''Susanna e i Vecchioni'', 1555
Jacopo Tintoretto - The Adoration of the Shepherds - WGA22550.jpg|''Natività (Adorazione dei pastori)'', 1578-81
Accademia - Miracle of the Slave by Tintoretto.jpg|''Miracolo di San Marco'', ca. 1548]]
Jacopo Tintoretto - Christ before Pilate - WGA22514.jpg|''Cristo davanti a Pilato, 1566-67
Jacopo Tintoretto 021.jpg|Crocifissione, 1565
Jacopo Tintoretto - The Baptism of Christ - WGA22551.jpg|''Battesimo di Cristo'', 1579-81
Jacopo Tintoretto - Finding of the body of St Mark - Yorck Project.jpg|''Ritrovamento del corpo di San Marco'', 1562-1566
Accademia - St. Mark saves a Sarracen by Tintoretto.jpg|''San Marco salva un saraceno'', 1562-66
Tintoretto - Ultima cena, 1594.jpg|''Ultima cena'', 1594
Madonna dell'Orto (Venice) - Presentation at the temple of the Virgin (1552-1553) by Tintoretto.jpg|''Presentazione della Vergine al Tempio'', 1552-1556
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Tintoretto era un membro speciale del movimento manierista nell'Italia del XVI secolo. La prima fase del [[w:Manierismo|Manierismo]] iniziò a Firenze, in Italia, e in seguito il movimento si diffuse a Roma e Venezia. La distorsione della proporzione e dello spazio sono elementi chiave di questo stile. L'esagerazione e la contorsione del corpo, obliquo nella forma e irrequieto nei movimenti, sono rappresentative della non convenzionalità del Manierismo. La tecnica dello scorcio, un modo di "realizzare l'illusione di forme che si proiettano nello spazio" e l'uso di colori audaci contribuiscono allo spazio manierista.<ref>J.J. McGrath & C.D. Barnes (curr.), ''Microsoft Encarta Encyclopedia 2002'', ''s.v.''</ref> L'energia dell'invenzione per opera del Tintoretto lo segna come un pittore che ebbe il talento di educare se stesso. S.J. Freedberg osserva: "Sembra essere stato essenzialmente un autodidatta, posseduto da un vorace appetito per qualsiasi cosa potesse raccogliere quella implicita novità o radicalismo che per lui includeva tutto ciò che fosse accessibile degli stili contemporanei non veneziani".<ref>Freedberg 518.</ref> Si diceva che fosse "anti-classico", "libertario" ed "esplosivo" per quanto riguardava la sua tecnica di colore. Fu nella sua opera del 1540 intitolata ''[[w:Sacra conversazione|Sacra Conversazione]]'' che si distinse per la prima volta la sua unicità di stile.
 
 
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