Thomas Bernhard/Elementi: differenze tra le versioni

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Bernhard non era solo uno scrittore e un regista, ma anche un attore e quindi aveva basi profonde nelle prestazioni drammatiche. Da adolescente, aveva iniziato la sua vita sul palco cantando. Quando aveva diciassette anni, iniziò a prendere lezioni private di canto; tuttavia, le lezioni furono interrotte all'inizio di quella che si rivelò essere una lotta permanente con tubercolosi e malattie polmonari. Per tutta la sua vita, Bernhard si alternò tra letto d'ospedale e teatro. Il suo primo ricovero fu per una pleurite all'età di diciotto anni; questo gli fece iniziare una vita di visite ricorrenti ai sanatori per tubercolosi e a vari ospedali.
 
A causa della sua salute indebolita, Bernhard divenne ossessivo sui temi dell'infermità, della morte e della malattia. Più tardi nella sua vita, nel 1982, pubblicò ''Il nipote di Wittgenstein'',<ref>D'ora in poi, cito tutti gli scritti di Bernhard coi titoli italiani. Per tutti i titoli originali specifici e relative traduzioni, si veda comunque la sezione "[[Thomas Bernhard/Opere|Opere]]".</ref> un romanzo che coinvolge il malato di mente Paul Wittgenstein e il protagonista "bernardiano" malato fisicamente. Ambientato in un ospedale, i due personaggi intrattengono dialoghi continui su morte, vita e salute fisica e mentale. La realtà della morte non sembra mai lasciare il pensiero di Bernhard.
 
All'età di ventiquattro anni, Bernhard iniziò a studiare recitazione e regia al [[w:Mozarteum|Mozarteum]] di Salisburgo. Nella sua biografia di Thomas Bernhard intitolata ''Thomas Bernhard: The Making of an Austrian'',<ref>[https://sols.asu.edu/gitta-honegger Gitta Honegger], ''Thomas Bernhard: The Making of an Austrian'', Yale University Press, 2002.</ref> Gitta Honegger esamina i primi anni di Bernhard e la sua scrittura dell'epoca, mentre trascorreva gran parte del tempo nel suo casolare nell'Alta Austria e nei vari teatri di Vienna. I suoi primi lavori creativi furono poesie e drammi brevi. A trentadue anni, fu pubblicata la sua prima opera in prosa intitolata ''Gelo''. Ciò segnò l'inizio di dozzine di altri progetti teatrali e prosastici.
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Se, a livello fondamentale, il linguaggio dell'autore esiste come una serie di dialoghi criptici tra le molteplici personalità del creatore, allora quali ruoli esistono per il pubblico stesso? Quanto è importante il pubblico per gli attori sul palco? Gli attori si vedono come se fossero membri del pubblico? A causa della difficoltà di un autore contemporaneo di capire o sapere cosa aspettarsi dal suo pubblico, ci sono ragioni crescenti per sostenere che un autore alla fine scrive per compiacere se stesso, proprio come l'attore si esibisce per guardarsi. Ma un autore o drammaturgo non perde mai la speranza per la risposta del pubblico. La platea, il pubblico e lo spettatore sono elementi intrinseci del dialogo drammatico. Dürrenmatt e Bernhard riconoscono i ruoli mutevoli dell'essere spettatori che si sviluppano tra autore e platea all'interno del teatro moderno, nonché la connessione interrelata tra drammaturgo, attore e pubblico.
 
Allo stesso modo, Reger crede che quando uno scrive, stia scrivendo per se stesso. Sebbene Dürrenmatt veda il pubblico come ambiguo a causa del cambiamento nella nozione di stile nell'arte contemporanea, egli nota anche un cambiamento nell'individuo a causa del potere creato prima e durante la seconda guerra mondiale e la colpa derivante dall'[[w:Olocausto|Olocausto]].<ref>Quest'ultima ragione verrà discussa nella Sezione 2, che si concentrerà sul potere e la colpa associati all'Europa postbellica.</ref> Reger pensa che il pubblico è intellettualmente inaffidabile e che il suo interesse per l'arte sia superficiale, sebbene non spieghi esattamente le ragioni di ciò, come invece fa Dürrenmatt. Reger, in un ritratto critico ma umoristico dei visitatori europei al Kunsthistorisches Museum, afferma:
{{q|I francesi tendono a camminare per il museo piuttosto annoiati, gli inglesi si comportano come se sapessero e avessero visto tutto. I russi sono pieni di ammirazione. I polacchi considerano ogni cosa con arroganza. I tedeschi al Kunsthistorisches Museum guardano tutto il tempo il catalogo mentre attraversano le sale, gli originali che sono appesi alle pareti li vedono appena...|''AM'' p. 22}}
Reger ha un'opinione su ogni nazionalità che visita il museo. Ciò significa che il pubblico francese e inglese, i russi, i polacchi, gli italiani (praticamente gli unici che Reger ama!) e i tedeschi, non solo sono il pubblico di Reger e i visitatori del museo, ma sono anche i soggetti dell'osservazione di Reger, così come lui è un soggetto della loro osservazione. Bernhard manipola lo spettacolo e le aspettative del pubblico in un ambiente teatrale.
{{q|Negli ultimi tempi sono più gli italiani che i francesi, più gli inglesi che gli americani a visitare il Kunsthistorisches Museum. Gli italiani, con la loro innata sensibilità artistica, si comportano sempre come se l'arte ce l'avessero nel sangue.|''AM'' p. 22}}
Anche se Reger trova il pubblico a volte ridicolo e comico, riconosce l'importanza della sua esistenza. Dopotutto, cosa sarebbe Reger senza il suo pubblico? Reger, in una conversazione con Atzbacher in merito alle esitazioni di Atzbacher sull'editoria, afferma: "Semplicemente non capisco perché tu non pubblichi i tuoi scritti almeno in estratti, se non altro per scoprire almeno una volta ciò che il pubblico o, meglio, il pubblico competente, pensa, anche se allo stesso tempo devo ammettere che non esiste un pubblico competente..."<ref>''AM'' p. 89.</ref> Reger sembra avere una visione cinica del pubblico, proprio come Dürrenmatt crede che i desideri e gli interessi del pubblico siano, per molti versi, troppo ambigui (almeno al suo tempo, quando scrive). Nonostante il pubblico non reagisca, uno continua a scrivere per le masse e per se stessi. In ''Antichi Maestri'', Reger crede che la scrittura debba essere letta, sempre nel rispetto della presenza del lettore e del pubblico. Reger dice: "Lavori alla tua opera da decenni ormai e dici che stai scrivendo quest'opera ''esclusivamente per te stesso, il che è spaventoso'', nessuno scrive un'opera per se stesso."<ref>''AM'' p. 89.</ref> Uno scrive come spettatore ultimo, sapendo, naturalamente, quali immagini vuole vedere e allo stesso tempo scrive per ricevere una reazione emotiva e intellettuale dal pubblico. Pertanto, è importante per Reger avere Atzbacher e i visitatori del museo come platea o pubblico, proprio come Atzbacher ha bisogno di un pubblico o di lettori per i suoi scritti.
 
Continuando a riflettere sull'importanza del pubblico, Bernhard non ignora mai la sua posizione di spettatore dei suoi stessi scritti. Di conseguenza, non si dovrebbe ignorare il fatto che la scrittura di Bernhard contiene elementi autobiografici, poiché spesso mette in scena vari aspetti di se stesso quando scrive opere di prosa e di teatro. Per Bernhard, l'autore è lo spettatore ultimo, che si osserva continuamente da diverse angolazioni. In ''Antichi Maestri'', Reger, Atzbacher e Irrsigler potrebbero essere diversi aspetti della personalità di Bernhard. Tutti e tre i personaggi sono uomini austriaci che rappresentano varie fasi della vita. O sono impegnati ad osservare il dipinto o ad osservare l'altra persona nella sala. Pertanto, i personaggi assumono vari angoli di autoriflessione e autoosservazione. Nella sua biografia di Bernhard, Honegger sottolinea l'elemento performativo nei suoi scritti. Paragona il processo di scrittura di Bernhard alla suddivisione di se stesso in numerose parti. Esplora come lui, pienamente consapevole della sua posizione di scrittore, possa osservarsi mentre scrive. Ad esempio, Bernhard, scrivendo un romanzo su un protagonista principale che sta scrivendo alla sua scrivania, è sempre consapevole della propria scrittura. Bernhard si osserva al di fuori di sé e sperimenta una varietà di personaggi all'interno della sua personalità. Honegger afferma che Bernhard, "drammatizzato nello scrittore fittizio che si osserva, sempre sotto lo sguardo attento del «vero autore», che occasionalmente afferma la sua presenza con dettagli autobiografici, assomiglia a un attore in una performance".<ref>Honegger, ''op. cit.'', p. 230.</ref> L'autore assume il ruolo di uno spettatore dominante, che è in grado di considerarsi scrittore e interprete, nonché il creatore di tutti i personaggi. Come spettatore ultimo, Bernhard raggiunge numerosi livelli di consapevolezza — consapevolezza di se stesso come autore, spettatore e attore. I molteplici ruoli consentono molteplici prospettive e, in definitiva, una maggiore libertà di parola, pensiero e dialogo.
 
Più possibilità di prospettiva si hanno in una performance, più ci si avvicina una "verità".<ref>Trovare la verità e la "moralità" mediante l'esposizione di spettacoli e strati di menzogna è di interesse per [[:en:w:Thomas Elsaesser|Thomas Elsaesser]], come rivela il suo articolo intitolato "Ethnicity, Authenticity, and Exile: A Counterfeit Trade?" Le sue idee sullo spettacolo e il pubblico hanno fatto luce sulla nozione di teatro sperimentale austriaco di Bernhard. Elsaesser scrive di cineasti tedeschi a Hollywood, ma le sue idee sul film corrispondono anche all'azione che si svolge sul palcoscenico di un teatro. Elsaesser scrive quanto segue a riguardo della "decadenza viennese", della falsità e dello spettacolo: "Poiché ciò che alcuni émigrés raggiunsero fu di rendere la finzione una moralità; solo accumulando menzogne ​​potevano avvicinarsi a una verità. Altamente autocoscienti e autoreferenziali, i loro film (per esempio: Lubitsch, Lang, Wilder e Preminger) giocano con l'apparenza e con i molti livelli di ironia coinvolti nel finzione" (p. 121). Le idee di Elsaesser ricordano la filosofia di Schopenhauer secondo cui ogni scoperta di una menzogna è un pezzo di verità. Bernhard provò lo stesso sentimento e lo dimostrò includendo proprio questi problemi nella messa in scena delle sue opere teatrali e dei suoi romanzi.</ref> La verità, in questo senso, viene riconosciuta come risultato della scoperta di falsità sul palco. Bernhard, come Arthur Schopenhauer,<ref>Arthur Schopenhauer e la sua influenza su Thomas Bernhard e Reger saranno affrontati nella Sezione 3.</ref> è interessato al paradosso della scoperta di una verità tramite il riconoscimento di molteplici menzogne o, nel caso del teatro, di molteplici prospettive della "finzione" sul palco. I personaggi di Bernhard spesso giudicano, osservano e criticano oggetti e persone, aggiungendo strati di prospettive e personalità alla sua [[w:diegesi|diegesi]].
 
I personaggi di Bernhard nelle opere successive corrispondono all'età dell'autore, poiché i suoi personaggi principali sono spesso uomini più anziani – scapoli austriaci "dediti" alla critica – che si isolano dalla società e accumulano energia attraverso lamentele incessanti. Questa tendenza è cruciale nell'analisi di ''Antichi Maestri'' in quanto Reger, che sta al centro della scena, per così dire, viene osservato da Atzbacher, lo scrittore immaginario di Bernhard. Irrsigler, la guardia del museo e di Reger (e in una certa misura la guardia di Atzbacher perché è compito di Irrsigler assicurarsi che Atzbacher passi inosservato nella sua osservazione segreta) è un altro rappresentante di Bernhard in tutto quello che sta al di fuori del mondo dell'intellettuale critico. Bernhard critica il ''Burgenland'' (la campagna austriaca), gli austriaci delle classi inferiori e qualsiasi cosa "non viennese", tramite la voce di Reger. In questo modo, si scoprono vari aspetti della personalità di Bernhard nei suoi personaggi principali. Di conseguenza, il suo tema di autoosservazione nel teatro acquista credibilità e significato. Honegger commenta le numerose personalità su un palcoscenico bernhardiano: "Ciò che il lettore bernhardiano vede è un'esibizione virtuosa di una mente solista riflessa attraverso diversi specchi".<ref>Honegger, ''op. cit.'', p. 222.</ref> Le diverse personalità di una performance incarnano le diverse prospettive in una mente umana — in particolare quella di Bernhard.