Thomas Bernhard/Fuoco: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
testo
Riga 65:
In [https://books.google.co.uk/books/about/The_Nihilism_of_Thomas_Bernhard.html?id=mOYk2cIW39cC&redir_esc=y ''The Nihilism of Thomas Bernhard''] (1995), Charles Martin osserva che le critiche austriache a Bernhard tendono a scegliere tra tre approcci correlati al suo lavoro. Alcuni critici, ad esempio, hanno sottolineato la sua "critica delle tradizioni e della società austriaca". Altri hanno interpretato l'Austria di Bernhard "come un simbolo per la civiltà contemporanea (occidentale)". Un terzo gruppo, che Martin considera "più produttivo", ha interpretato l'opera di Bernhard come un "rifiuto di tutta la condizione umana". Come osserva ulteriormente Martin, alcuni critici hanno usato [[w:Theodor Adorno|Adorno]] e la [[w:Scuola di Francoforte|Scuola di Francoforte]] per suggerire una più ampia applicazione della critica di Bernhard. Pertanto, Heinrich Lindenmayer "interpreta le opere di Bernhard come critica sociale, in quanto mostrano individui all'interno di una società che nega loro l'identità umana", e Peter Buchka, in occasione della morte di Bernhard, ha caratterizzato il suo lavoro "come un'indagine del declino dell'Occidente".<ref>Citazioni da Charles Martin, ''The Nihilism of Thomas Bernhard'', Rodopi, 1995, pp. 7, 17, 20.</ref>
 
In "Die Verklärung des heiligen Bernhard" (Bayer 241-68),<ref>Tutti i riferimenti a "Bayer" sono a Wolfram Bayer, ''Kontinent Bernhard'', Vienna: Böhlau Verlag, 1995.</ref> Claude Porcell osserva che Bernhard, la cui popolarità in Francia risale alla pubblicazione della traduzione francese di ''Wittgensteins Neffe'' nel 1985, è diventato un punto di riferimento assolutamente necessario per qualsiasi lettore francese colto. Nel 1989 vinse il Prix des Médicis per la letteratura straniera e, durante le stagioni teatrali tra il 1988-89 e il 1989-90, è stato il drammaturgo straniero più rappresentato in Francia. Nel corso degli anni ’80, Bernhard è stato anche oggetto di numerosi articoli favorevoli che lo hanno riconosciuto come uno dei più importanti scrittori del XX secolo. La pubblicazione nel 1986 di ''Ténèbres'', di Claude Porcell – una raccolta di saggi e interviste – è stata l'ennesima indicazione del crescente riconoscimento che Bernhard stava ricevendo in Francia. ''Thomas Bernhard'' di Chantal Thomas, apparso nel 1990, è stato, a sua volta, il primo importante studio critico dedicato esclusivamente alla sua opera. Dal 1991, [[w:Gallimard|Gallimard]] pubblica l'opera di Bernhard in edizioni tascabili, fatto che, come osserva Porcell, è l'inconfondibile segno che Bernhard è stato accettato nel pantheon dei classici letterari.
 
Parimenti, Porcell richiama l'attenzione sul fatto sorprendente che i critici, nell'ampio spettro che va da cattolici a comunisti, hanno riconosciuto la visione positiva, persino radiosa, che si estende ben oltre l'oscurità tenebrosa dell'opera di Bernhard. Alcuni lo hanno persino paragonato al [[w:Charles Péguy|Charles Péguy]] di ''[[:fr:w:Cahiers de la Quinzaine|Les Cahiers de la Quinzaine]]''. Jean-Maurice de Montrémys, scrivendo per il quotidiano cattolico ''La Croix'', si rammaricava che Bernhard non avesse ricevuto il [[w:Premio Nobel|Premio Nobel]] che la sua opera meritava chiaramente, e Claude Prévost, scrivendo per il comunista ''[[w:L'Humanité|L’Humanité]]'', definvadefiniva la morte di Bernhard una "catastrofe" per la letteratura. Michel Cournot, scrivendo per ''[[w:Le Monde|Le Monde]]'' al momento della morte di Bernhard, lo definìreputò il più grande scrittore contemporaneo e, in ''Le Nouvel Observateur'', l'unico leggibile.
 
In "Wenn die Metaphysik zur Politik wird" (Bayer 297-318), [[w:Luigi Reitani|Luigi Reitani]] osserva che una seria attenzione al lavoro di Bernhard iniziò in Italia nel 1974, quando Isabella Berthier Verondini scrisse un lungo articolo su tre romanzi (''Gelo, Perturbamento'' e ''La fornace''), che considerava formassero una "trilogia sugli intellettuali" che puntava a una convergenza, grazie alla funzione critica che Bernhard attribuisce allo scrittore, tra la sua narrativa e la teoria marxista. Un ulteriore segno del precoce interesse italiano per il suo lavoro fu l'organizzazione di un "Simposio su Bernhard", a cui partecipò l'autore stesso, prima che uno qualsiasi dei suoi lavori fosse effettivamente tradotto in italiano. Nel 1978 [[w:Italo Calvino|Italo Calvino]], elogiando Bernhard come lo scrittore più importante del mondo, raccomandò il suo lavoro all'editore [[w:Giulio Einaudi Editore|Einaudi]], mentre il critico letterario Luigi Golino sosteneva che ''Perturbamento'' fosse uno dei capolavori della fiction in prosa del secolo, mentre Claudio Magris in retro di copertina al romanzo (ediz. 1995) diceva: "Il romanzo che rivelò Thomas Bernhard — e rimane il suo libro più grande e inquietante, il suo capolavoro".
 
Nel 1982, una svolta per l'ingresso di Bernhard in Italia, gli fu assegnato il Premio Prato, si tenne a Sesto Fiorentino un simposio sui suoi drammi, e la prima italiana de ''La forza dell'abitudine'', diretta da Dino Desiata, fu presentata dalla [[w:compagnia teatrale|compagnia teatrale]] [[w:Gruppo della Rocca|Gruppo della Rocca]]. La fine di questo stesso anno vide le traduzioni italiane di ''Ja'', del secondo volume della sua autobiografia e di una raccolta di opere teatrali che includevano: ''Una festa per Boris'', ''La forza dell'abitudine'' e ''Il riformatore del mondo''. Il quotidiano torinese ''[[w:La Stampa|La Stampa]]'' si riferì a Bernhard come "l'evento letterario dell'anno".
 
Carlos Fortea osserva, in "Der Beste Schriftsteller des Spanischen Realismus" (Bayer 319-37), che Bernhard venne per la prima volta all'attenzione dei lettori spagnoli tramite la traduzione del 1978 di ''Verstörung'', che, nonostante la favorevole reazione critica, non godette del successo popolare. La fine degli anni ’80 vide la traduzione della sua autobiografia, come anche ''Wittgensteins Neffe'' e ''Holzfällen'', nonché raccolte di storie e opere teatrali. Inoltre, ''Ave Vergil'' apparve in un'edizione bilingue. La pubblicazione della traduzione spagnola di ''Korrektur'' stabilì definitivamente la reputazione di Bernhard e accelerò notevolmente il ritmo di pubblicazione della sua opera in Spagna. Recensendo ''Korrektur'' per ''[[:es:w:Ínsula (revista)|Ínsula]]'' (p. 7), [[:es:w:Domingo Pérez Minik|Domingo Pérez Minik]] dichiarò di Bernhard che "Nel campo della narrativa contemporanea, dall'Unione Sovietica agli Stati Uniti, nessun'altra figura attira la nostra attenzione in modo più potente".
 
Secondo Fortea, un fattore importante nella reazione spagnola a Bernhard ha avuto a che fare con l'elemento cattolico del suo lavoro. La rappresentazione bernhardiana dell'oppressività della controriforma cattolica austriaca e la sua relazione con il regime nazista della sua infanzia hanno risuonato per una generazione di lettori che aveva sopportato gli anni della dittatura di [[w:Francisco Franco|Franco]] e il dominio di una chiesa che promuoveva l'immagine di un Dio rigido e opprimente.
 
Fortea indica anche due giovani romanzieri spagnoli che hanno mostrato chiaramente i segni dell'influenza di Bernhard: [[:es:w:Javier García Sánchez|Javier Garciá Sánchez]], che mostra affiliazioni stilistiche con Bernhard in romanzi come ''Ultima carta de amor de Caroline von Günderode a Bettina Brentano'' e ''Los amores secretos'', e [[:es:w:Félix de Azúa|Félix de Azúa]], l'autore di romanzi come ''Cambio de bandera, Diario de un hombre humillado'' e ''Historia de un idiota contada por él mismo''. Conclude la sua visione d'insieme con l'osservazione che la presenza di Bernhard come scrittore significativo in Spagna è ormai fuori discussione. Le sue opere continuano ad essere pubblicate, il suo pubblico è in costante crescita e molti dei suoi lettori lo considerano il vertice della letteratura in lingua tedesca. Tuttavia, Bernhard non ha ancora attratto il significativo plauso critico che si riscontra altrove in Europa.
 
== Lo stile, la trama, la prosa mantrica ==