Torah per sempre/Gli indipendenti: differenze tra le versioni

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Nel quarto paragrafo del suo saggio "Heḥarash vehamasger" ("L'Artigiano e il Fabbro"–cfr. {{passo biblico|2Re|24,14}}) che forma la Postfazione del suo commentario sul Cantico dei Cantici, anch'esso pubblicato nel 1860, scrive:
{{q|Quindi se qualcuno ti chiede, Qual' è la base di questa poesia secondo il suo significato semplice e qual' è la metafora che trasmette, stai molto attento ed estremamente cauto di non dirgli che il suo significato semplice è quello di un pastore e di una pastorella, una giovane donna ed il suo amante, parole d'amore e di desiderio, per carità di Dio. Digli invece questo. La metafora è il suo significato semplice, la storia che accadde a quella santa pastorella, l'anima di Re Salomone, che sia pace su di lui, e la sua disputa con il suo amore in cielo nelle cinque occasioni quando uscì dal baratro e rimosse le vesti della sua cattività... poiché questa santa storia... differisce da tutte le altre nella Scrittura, dato che tutte raccontano di avvenimenti nel mondo materiale, terreno, e di materie percepite dai sensi... ma questo poema parla di quello che accade all'anima divina [dell'uomo]... mentre ascende e discende, quando dimora nel corpo e quando lo lascia... concetti dell'intelletto e non dei sensi.}}
I titoli delle pagine di copertina nell'edizione della Bibbia, che incorpora il commentario di Levitico e altri, sia precedenti che susseguenti, riportano il seguente attestato:
{{q|Il commentario si basa su tre principi fissi:<br/>
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Ogni parola nella frase (''ma`amar'') deve essere proprio quella che è in tale frase, secondo i principi della lingua e le differenze negli omonimi [''shemot nirdafim''.]<ref>Vedi ''supra'', "[[Torah per sempre/Trasformazione dell'ebraismo: interpretazioni]]", nota 22, per i dettagli dell'opera di S.Z. Herr sugli omonimi del Gaon di Vilna e di Malbim; Grünbaum, ''Hakarmel'', spiega gli omonimi di Malbim.</ref><br/>
Nessuna frase è priva di un pensiero profondo.}}
L'opinione di Malbim sulla Kabbalah necessita esplorazione. Nel suo ''Rimzei hamishkan'' sulla porzione della Torah "Terumah" (Esodo 25) fa riferimento ad una gamma di fonti, dalla Kabbalah alla ''Guida per i Perplessi'' di Maimonide. Tuttavia questa opera, in effetti una monografia indipendente, non è annunciata né spiegata. Qual' è la sua storia? Come si relaziona al commentario "normale" che accompagna? Altrove nel suo commentario, Malbim cita lo Zohar come se citasse un midrash; per esempio, su Genesi {{passo biblico|Genesi|6,15}}, "Ora tu la farai in questo modo", scrive: "Questo allude a Dio che coprirebbe il nuovo mondo con un tabernacolo di pace, come è spiegato nel ''Tikunei zohar'', poi continua interpretando i nomi divini in una maniera zoharica. Tuttavia il commentario nel suo complesso non è cabbalistico; l'esegesi di Malbim sulle parti narrative della Scrittura è molto più vicina alla tradizione razionalista di Ibn Ezra, Kimhi e Abravanel.
 
Noha Rosenbloom afferma che Malbim era a conoscenza delle opinioni di Bayle e di Leibniz e che aveva conoscenza dell'epistemologia di Kant, riferendosi spesso esplicitamente alla ''[[w:Critica della ragion pura|Critica della Ragion Pura]]'': "Malbim tratta genericamente dei concetti di spazio e tempo, fenomeno e [[w:noumeno|noumeno]], ragione pratica e teoretica, categorie, ragionamento a posteriori e a priori, l'imperativo categorico ecc., sebbene a volte Malbim abbandoni la posizione di Kant per ragioni di fede religiosa e si impegni in problematiche metafisiche e teologiche, un reame che Kant aveva chiuso alla ragione umana."<ref>Rosenbloom, ''Malbim'' (in ebr.), 12.</ref> "Tratta genericamente" è una qualificazione importante; chiunque si rivolga a Malbim per un commentario informativo su Bayle, Leibnitz, o Kant, molto probabilmente rimarrà deluso.