Storia della letteratura italiana/Nascita della storiografia letteraria: differenze tra le versioni

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{{Storia della letteratura italiana|sezione=5}}
Durante il Risorgimento si sviluppa e afferma in Italia, come attività autonoma e dotata di una propria dignità, la critica letteraria. Il processo era iniziato già nella seconda metà del Settecento, grazie a un insieme di fattori: l'interesse illuministico per la letteratura, la riscoperta di Dante e Shakespeare, l'incontro con le letterature nordiche. È però con il Romanticismo e con la sua concenzione della poesia che l'orizzonte letterario si amplia a una «letteratura mondiale». La letteratura inizia a essere considerata come espressione della società, che come tale deve essere studiata in relazione all'ambiente e alla storia. A questo si accompagna l'idea che a caratterizzare l'opera d'arte non sia la perfezione formale, bensì il genio che la produce.<ref>{{cita libro | Giuseppe | Petronio, ''| L'attività letteraria in Italia'', | 1969 | Palumbo, | Palermo, 1970,| p.= 705-706. }}</ref> Il più importante interprete di queste concezioni sarà Francesco De Sanctis, autore di una ''Storia della letteratura italiana'' che ancora oggi è considerata un punto di riferimento per storici e critici.
 
==Le prime storie della letteratura italiana==
I primi esempi di storie della letteratura si sviluppano nel Settecento a opera di eruditi che si impegnano a individuare linee di sviluppo e a raccogliere dati concreti, come biografie e notizie storiche sugli autori e i periodi. Tra le prime opere di questo tipo ci sono ''Della storia e della ragione di ogni poesia'' (1739-'53) di Francesco Saverio Quadrio (1695-1756), il dizionario biografico incompiuto ''Gli scrittori d'Italia'' (1753-'63) di Giammaria Mazzucchelli (1707-1765), ''Dell'origine, de' progressi e dello stato attuale d'ogni letteratura'' (1782-'99) di Giovanni Andrés (1740-1817). La più importante tuttavia è la ''Storia della letteratura italiana'' di Girolamo Tiraboschi, che viene tuttora utilizzata dagli studiosi.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni, ''| Profilo storico della letteratura italiana'', | 2001 | Einaudi, | Torino, 2001,| p.= 465. }}</ref>
 
===Girolamo Tiraboschi===
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==La critica in età romantica==
All'inizio dell'Ottocento risalgono i primi esempi di critica letteraria impostata secondo gli ideali romantici. Questi sono evidenti in vari articoli del ''Conciliatore'', nei testi scritti da Manzoni su Shakespeare, Racine e Corneille, o in quelli di Giovita Scalvini sui ''Promessi sposi'', Foscolo e Goethe. Particolare importanza avranno gli scritti critici di [[../Ugo Foscolo|Ugo Foscolo]], che cercò di identificare con precisione i rapporti tra opera, autore e periodo storico. Nei suoi studi su Dante e Petrarca fissò inoltre alcuni princìpi, come l'attenzione per la psicologia del poeta e la distinzione tra ''poeta'' (cioè chi si sofferma sulla ricchezza dell'interiorità) e ''artista'' (chi invece si dedica alla perfezione formale). Tra le opere più importanti dell'epoca bisogna ricordare anche quelle di Giuseppe Mazzini, che scrisse sul Romanticismo, su Goethe e sulla musica,<ref>{{cita libro | Giuseppe | Petronio, ''| L'attività letteraria in Italia'', | 1969 | Palumbo, | Palermo, 1970,| p.= 706. }}</ref> e di Carlo Tenca, che si dedicò alla battaglia per il rinnovamento della letteratura italiana e studiò a fondo la produzione popolare.<ref>{{cita libro | Giuseppe | Petronio, ''| L'attività letteraria in Italia'', | 1969 | Palumbo, | Palermo, 1970,| p.= 707. }}</ref>
 
Contemporaneamente, nella prima metà dell'Ottocento si registrano i primi tentativi di scrivere storie della letteratura che non fossero semplici raccolte di notizie e fatti, ma svolgessero una ricerca organica dell'attività letteraria in relazione ai mutamenti in corso nella società. Questa tendenza è ravvisabile in opere come la ''Storia della letteratura italiana'' (1825) di Giuseppe Maffei (1777-1858), poi rivista da Pietro Thouar nel 1853, la ''Storia delle Belle Lettere in Italia'' (1844) di Paolo Emiliani Giudici (1812-1872), la ''Storia della letteratura italiana'' (1865) di Cesare Cantù (1804-1895), le ''Lezioni di letteratura'' (1868-1870) di Luigi Settembrini (1813-1876); a queste si può aggiungere il ''Primato morale e civile degli italiani'' (1843) di Vincenzo Gioberti (1801-1852).<ref>{{cita libro | Giuseppe | Petronio, ''| L'attività letteraria in Italia'', | 1969 | Palumbo, | Palermo, 1970,| p.= 707-708. }}</ref>
 
==Francesco De Sanctis==
[[File:Francesco_De Sanctis_ritratto.jpg|thumb|Francesco De Sanctis]]
Con Francesco De Sanctis la critica romantica verrà portata alle estreme conseguenze, che egli sviluppò in maniera originale le istanze del Romanticismo europeo accogliendo anche elementi proveniente dalla cultura post-romantica.<ref>{{cita libro | Giuseppe | Petronio, ''| L'attività letteraria in Italia'', | 1969 | Palumbo, | Palermo, 1970,| p.= 709. }}</ref>
 
===La vita===
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=== La ''Storia della letteratura italiana'' ===
{{vedi source|Storia della letteratura italiana (De Sanctis)}}
La ''Storia della letteratura italiana'' è il capolavoro critico di De Sanctis. In essa l'autore ricostruisce in modo mirabile lo sfondo storico critico-civile dal quale nacquero i capolavori della letteratura italiana. L'opera fu concepita inizialmente come manuale destinato i licei, per il quale l'autore firmò un contratto con l'editore Morano nel 1867. Con lo sviluppo, tuttavia, si accrebbe notevolmente. La storia della letteratura italiana è raccontata con toni colloquiali e un coinvolgente ritmo narrativo, come se fosse un romanzo in cui i protagonisti sono gli autori e le opere. In essa è però possibile riconoscere anche una grande sintesi tra esperienza politica, letteraria, educativa e storica, che porta all'estremo i valori della letteratura risorgimentale ed evidenzia una fiducia nella letteratura come esperienza umana integrale.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni, ''| Profilo storico della letteratura italiana'', | 2001 | Einaudi, | Torino, 2001,| p.= 735-738. }}</ref>
 
=== Le altre opere ===