Storia della letteratura italiana/Modernità e avanguardie: differenze tra le versioni
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Intanto, viene avanzato un nuovo piano imperialistico, che risponde alla generale scontentezza della popolazione sia circa l'esito del processo risorgimentale – e in particolare per l'«irredentismo» delle terre italiane ancora sotto il controllo straniero, come Trento e Trieste – sia per l'espansione in Africa, che vede l'Italia svolgere un ruolo di secondo piano rispetto alle altre potenze europee. In questo nuovo nazionalismo confluiranno anche elementi dell'ideologia mazziniana e repubblicana, a cui si associa il rifiuto del mondo borghese e la difesa della società agricola. Tra gli intellettuali-guida di questo movimento ci sono Alfredo Oriani (1852-1909) e soprattutto Enrico Corradini (1865-1931), fondatore nel 1910 dell'Associazione Nazionalistica Italiana e in seguito sostenitore del [[../Letteratura e fascismo|fascismo]].<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2001 | Einaudi | Torino | p= 859}}</ref>
Decisiva in questi anni è la crescita dei consensi per il
== Gli intellettuali e l'esigenza di rinnovamento ==
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All'inizio del Novecento esplodono a livello europeo le avanguardie, movimenti artistici che nascono dalla collaborazione tra intellettuali e artisti che elaborano programmi e lavorano per diffonderli sulla scena cultuale.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2001 | Einaudi | Torino | p= 875}}</ref> Il loro intento è rompere definitivamente i ponti con le forme più tradizionali dell'arte e della letteratura, e la rottura vuole essere totale, coinvolgendo il linguaggio e il sistema di valori della società, e rimarcando la distanza tra artista e pubblico. Spesso inoltre si creano stretti rapporti tra l'avanguardia artistica e i partiti politici che si collocano su posizioni rivoluzionarie.<ref name="Baldi8">{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3= Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=La poesia, la saggistica e la letteratura drammatica del Novecento | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | p=8 }}</ref>
Una delle prime avanguardie, che interessa da vicino la letteratura italiana, è il [[../Futurismo|futurismo]], fondato nel 1909 dal poeta Filippo Tommaso Marinetti. Molti futuristi, nel dopoguerra, seguendo l'ideologia superomistica e antiborghese espressa dal movimento, decideranno di aderire al fascismo. Non per questo bisogna identificare le avanguardie con l'ascesa dei regimi totalitari: basti pensare che molti artisti dell'epoca (non solo futuristi) si illusero che il fascismo avrebbe rappresentato una forza di rinnovamento, mentre un intellettuale di sinistra come [[../Antonio Gramsci|Antonio Gramsci]] guardava al futurismo come base per creare una nuova letteratura proletaria. Inoltre il futurismo ha svolto sulla scena italiana un'importante opera di svecchiamento delle forme espressive. L'esperienza del movimento non si è limitata poi alla sola Italia ma si è allargata a tutta l'Europa e in particolare in Russia, dove il suo maggiore esponente è
[[File:Tzara by Tihanyi.jpg|thumb|Tristan Tzara ritratto da Lajos Tihanyi (1927)]]
Parallelamente, questa attenzione per i linguaggi porterà alla nascista del formalismo, che si basa sul concetto dell'''autonomia del significante'', e cioè che le forme artistiche hanno un valore autonomo e superiore al contenuto. Principale esponente di questa corrente è
Durante la guerra vede la luce un altro importante movimento destinato a incidere sull'arte Europea: è il
Sarà un fuoriuscito del dadaismo, André Breton, a dare vita al surrealismo, insieme a Paul Eluard, Philippe Soupault e Louis Aragon. Il nuovo movimento si rifà alle ricerche freudiane sull'inconscio, portando in primo piano le componenti irrazionali presenti in "dada". In particolare, Breton teorizza la "scrittura automatica", in grado di esprimere e dare voce alle forze della psiche. Da qui deriva la valenza conoscitiva del surrealismo, che affermerà di dover liberare gli individui dai condizionamenti sociali. Anche per questo motivo, molti intellettuali surrealisti si impegneranno nel sociale e in politica, aderendo al comunismo.<ref name="Baldi9" />
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