Storia della letteratura italiana/Letteratura nell'Italia unita: differenze tra le versioni

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{{vedi pedia|Positivismo}}
[[File:Darwin - John G Murdoch Portrait restored.jpg|thumb|left|Charles Darwin: il suo evoluzionismo segnerà la cultura europea della seconda metà dell'Ottocento]]
Il positivismo sostiene lo sviluppo delle scienze naturali e di quelle esatte, e dà voce a una cieca fiducia nel progresso. Tuttavia, diversamente dagli illuministi, per i positivisti il progresso si commisura non alla ragione, ma ai fatti e ai dati ottenuti dalla realtà fisica. Particolare importanza avrà l'[[w:Evoluzionismo|evoluzionismo]] darwiniano, che sarà utilizzato come schema interpretativo della realtà: le realtà storiche vengono considerate alla strenua di organismi che si trasformano secondo leggi stabili, e questa concezione finisce per influenzare anche la nascente sociologia, sorta all'inizio del secolo.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2001 | Einaudi | Torino | p=750-751 }}</ref>
 
L'espansione economica e industriale, lo sviluppo della scienza e della tecnica, l'accesso all'istruzione per maggiori fette della popolazione diffondono nella società europea un sentimento di ottimismo verso le potenzialità dell'uomo – un entusiasmo che si traduce nel culto della scienza e nella nascita di una nuova figura mitica, quella dello scienziato, a cui si affiancano l'ingegnere, il medico, il capitano d'industria, il maestro (in quanto artefice della diffusione della cultura e apostolo di una religione laica<ref>{{cita libro | Giuseppe | Petronio | L'attività letteraria in Italia | 1969 | Palumbo | Palermo | p=725 }}</ref>). A queste figure dedicano spazio e attenzione autori come Jules Verne, Émile Zola, [[../Edmondo De Amicis|Edmondo De Amicis]].<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3= Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=Dalla Scapigliatura al Postmoderno | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | p=5 }}</ref> La scienza diventa l'unica possibile fonte di conoscenza della realtà, oltre che l'unico strumento in grado di dominarla, e il suo metodo deve essere applicato a tutti i campi del sapere, compresi gli aspetti spirituali e sociali.<ref name="Baldi6">{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3= Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=Dalla Scapigliatura al Postmoderno | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | p=6 }}</ref>
 
Non mancano tuttavia correnti filosofiche che prendono le distanze dal positivismo, prospettando una critica dei valori borghesi e ponendo l'attenzione su elementi che sfuggono al controllo fattuale. Tra queste la più importante è il materialismo storico sviluppato da [[w:Karl Marx|Karl Marx]] e [[w:Friedrich Engels|Friedrich Engels]] a partire da una critica interna all'idealismo hegeliano. Che poi i fenomeni sociali non potessero essere spiegati in chiave puramente evoluzionistica è avvertito anche da intellettuali come [[w:Max Weber|Max Weber]] e dal padre della psicanalisi [[w:Sigmund Freud|Sigmund Freud]], che studierà il campo dell'irrazionale e dell'inconscio. Negli stessi anni, infine, si collocano il pensiero di [[w:Friedrich Nietzsche|Friedrich Nietzsche]] e [[w:Henri Bergson|Henri Bergson]].<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2001 | Einaudi | Torino | pp=752-754 }}</ref>
 
Anche tra gli scrittori italiani le tesi positiviste non furono accettate in modo univoco. Un esempio è quello di [[../Giosuè Carducci|Giosuè Carducci]], che se da un lato dimostra una cieca fiducia nella forza del progresso (si pensi all'''Inno a Satana'' o all'ode ''Alle fonti del Clitumno''), dall'altra si mantiene fedele ad alcuni principi romantici, dimostrando paura verso la mediocrità dell'era presente, la caduta degli ideali, la bruttezza. Una simile ambivalenza è riscontrabile anche tra gli scapigliati, che si propongono come cantori del vero e della modernità, ma allo stesso tempo esprimono nostalgia per il passato e orrore per il progresso scientifico. Un terzo esempio è [[../Giovanni Verga|Giovanni Verga]], il principale rappresentante del verismo: in lui sopravvivono l'anticapitalismo e l'antimodernismo romantici, che si manifestano nella concezione del mondo contadino come sede di valori arcaici e genuini, ma la sua opera risente anche dell'influenza naturalistica (v. oltre), che lo porta a studiare i meccanismi sociali riscontrabili in tutti i ceti.<ref name="Baldi6" />
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{{vedi pedia|Naturalismo (letteratura)}}
[[File:Emile Zola.jpg|thumb|Émile Zola]]
Una corrente letteraria che dalla Francia ha vasta eco in tutta Europa è il naturalismo, che risente della filosofia positivista. Gli autori di questa corrente ritenevano che la letteratura dovesse essere una continuazione e un completamento della scienza, e dovesse quindi studiare l'uomo «naturale», sottoposto alle leggi chimico-fisiche e all'influenza dell'ambiente. Il natualismo nasce dalle teorie del filosofo [[w:Hippolite Taine|Hippolite Taine]], conosciuto fin dagli anni cinquanta per il suo rigoroso determinismo materialistico. Secondo Taine l'uomo è il risultato di tre elementi: fattore ereditario («razza»), ambiente sociale, momento storico. Questi ne determinano la psicologia e il comportamento, tanto che persino le virtù e i vizi possono essere scissi e analizzati così come avviene per i composti chimici.<ref>{{cita libro | Giuseppe | Petronio | L'attività letteraria in Italia | 1969 | Palumbo | Palermo | p=732 }}</ref>
 
L'opera d'arte viene considerata come un pezzo di vita, che deve essere sezionato e studiato scientificamente. Il romanzo, in particolare, diventa un'inchiesta sull'uomo e sulla natura umana. Gli scrittori naturalisti compongono interi cicli di romanzi, nei quali analizzano il comportamento di esponenti di tutte le classi sociali, dalle più alte alle più basse. Le descrizioni dei personaggi sono minute, e vengono prese in esame anche la condizione economica e le tare familiari, così da formulare una psicologia basata su presupposti scientifici. Lo stesso Taine, in un saggio del 1858, indicherà in [[w:Balzac|Balzac]] un modello, poiché nella ''Commedia umana'' delinea con precisione scientifica la società francese nell'età della Restaurazione. Altri autori realisti che vengono presi come riferimenti sono [[w:Gustave Flauber|Gustave Flaubert]], per la sua teoria dell'impersonalità (lo scrittore nel romanzo viene paragonato a Dio nella creazione, lo si deve sentire ovunque ma deve restare invisibile), e i fratelli [[w:Edmond De Goncour|Edmond]] e [[w:Jules De Goncour|Jules De Goncourt]], che nelle loro opere svolgono un'attenta e minuziosa documentazione della realtà sociale dei ceti inferiori (si pensi alla celebre ''Germinie Lacertux'', del 1865).<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3= Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=La Scapigliatura, il Verismo, il Decadentismo | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | pp=39-40 }}</ref>
 
Tutte le teorie naturalistiche trovano però una sistemazione compiuta nell'opera di [[w:Émile Zola|Émile Zola]]. Nel volume ''Il romanzo sperimentale'' (1880) lo scrittore sostiene che il metodo sperimentale delle scienze, dopo essere stato applicato agli oggetti inanimati e agli esseri viventi, deve ora essere utilizzato per studiare gli aspetti spirituali che caratterizzano la vita degli esseri umani. In quest'ottica, compito del romanziere è quello di svolgere un'indagine scientifica per scoprire quali leggi regolano il comportamento umano, utilizzando poi il romanzo per esporre al pubblico il resoconto dei propri esperimenti (da qui la formula di «romanzo sperimentale»). Il romanzo diventa quindi lo strumento attraverso cui l'uomo conosce e impara a controllare i propri meccanismi psicologici, così come la scienza e la tecnica gli hanno dato il dominio sulla realtà fisica, e i primi due principi motori della vita passionale e intellettuale vengono individuati nell'eredità biologica e nell'influenza dell'ambiente sociale. In questo modo, la letteratura aiuta economisti e politici a migliorare le condizioni sociali, evidenziandone le storture in modo che possano essere eliminate.<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3= Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=La Scapigliatura, il Verismo, il Decadentismo | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | p=40 }}</ref>
 
Queste teorie prendono corpo nell'opera più importante di Zola, il ciclo dei ''Rougon-Maquart'', venti romanzi pubblicati tra il 1871 e il 1893 nei quali rappresenta la successione degli accidenti nervosi e delle patologie che generazione dopo generazione segnano i membri della famiglia Rougon-Maquart. Nella sua opera trova spazio l'analisi di tutti gli ambienti e i ceti sociali, di cui viene data una rappresentazione il più precisa possibile, che nasce da uno scrupoloso lavoro di documentazione. Da questo scaturisce anche la crudezza con cui vengono descritti i ceti più popolari, particolare che destò scandalo nel pubblico dell'epoca ma che, allo stesso tempo, gli conferì fama e ricchezza. Bisogna d'altra parte sottolineare che anche in Zola permangono elementi lirici di ascendenza romantica, e in alcuni romanzi ricorre a temi che saranno largamente sfruttati dagli autori del decadentismo.<ref>{{cita libro | autore1=Guido Baldi | autore2=Silvia Giusso | autore3= Mario Razetti | autore4=Giuseppe Zaccaria | titolo=La Scapigliatura, il Verismo, il Decadentismo | opera=Moduli di letteratura | anno=2002 | editore=Paravia | città=Torino | p=41 }}</ref>
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{{vedi pedia|Simbolismo}}
[[File:Charles Baudelaire2.jpg|thumb|Charles Baudelaire]]
Nel 1857, lo stesso anno in cui viene pubblicata la ''Madame Bovary'' di Flaubert, compare anche una raccolta poetica destinata a generare scandalo, al punto di subire processi: ''Les fleurs du mal'' (''I fiori del male'') di [[w:Charles Baudelaire|Charles Baudelaire]]. L'originale intreccio di vita e poesia espresso dalla poetica baudelairiana influenzerà enormemente la stagione del [[../Decadentismo|decadentismo]], che caratterizzerà la produzione letteraria europea tra la metà del XIX e i primi anni del XX secolo.
 
Fenomeni come l'espansione borghese, la nascita di nuovi orizzonti culturali e il riassorbimento dell'arte all'interno del mercato trovano infatti resistenza da parte degli intellettuali, soprattutto nei paesi economicamente e tecnologicamente più avanzati: da ciò nasce una frattura tra intellettuali e società, in cui l'artista si colloca in una posizione separata dal mondo, rivendicando la purezza della propria ricerca artistica, che viene contrapposta alla mediocrità boghese. L'artista assume quindi un ruolo sacerdotale, in quanto portavoce di valori sommi, e a questo scopo sceglie di seguire stili di vita irregolari (definiti ''bohemien'') per scandalizzare i borghesi. Da qui nasce la figura dell'artista ''maudit'', "maledetto", che si dedica a esperienze sempre più autodistruttive. Questo spirito negativo conserva elementi provenienti dal Romanticismo; tuttavia, come si vedrà in seguito, il decadentismo presenta una componente di novità che va oltre la cultura romantica, rompendo con la tradizione occidentale fino a portarla al limite.<ref>{{cita libro | Giulio | Ferroni | Profilo storico della letteratura italiana | 2001 | Einaudi | Torino | pp=764-765 }}</ref>