Filosofia dell'amicizia/Ellenistico: differenze tra le versioni

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== Ideali filosofici dell'amicizia ==
È pericoloso fare grandi generalizzazioni sulla filosofia di epoche diverse e supporre che vi sia una connessione particolarmente stretta tra le circostanze della composizione filosofica e il contenuto della riflessione filosofica. Tuttavia, alcuni schemi sembrano emergere dagli scritti filosofici del periodo ellenistico. In primo luogo, mentre il pensiero politico di Platone e Aristotele assume come sfondo il contesto della città-stato, i filosofi del periodo ellenistico guardano a nozioni più o meno grandi di comunità. Da un lato, i cinici e gli stoici immaginano una comunità di tutti gli esseri razionali e coniano il termine ''kosmopolitês'' (κοσμοπολίτης) o "cittadino del mondo".<ref>Diogene Laerzio, ''Vite'', 6.63.</ref> Dall'altro, [[w:Epicuro|Epicuro]] incoraggiava i suoi seguaci a evitare l'impegno politico con gli affari più ampi del mondo e di ritirarsi all'interno delle comunità epicuree. In secondo luogo, le scuole filosofiche del periodo ellenistico si rivolgono a un pubblico più vasto. Platone immaginava che ci fossero poche persone in grado di impegnarsi in filosofia e Aristotele era parimenti elitario sulla questione. Non aveva senso ascoltare le lezioni di etica a meno che uno non fosse stato educato come gentiluomo ad apprezzare ciò che era bello e nobile. Al contrario, Epicuro insisteva sul fatto che la filosofia potesse essere di beneficio per ogni persona.<ref>Cfr. ''Rep.'' 496a–b; Aristotle, ''EN'', 1095b3–10; Epicuro, ''Ep. Men.'' 122.</ref> Infine, i filosofi del periodo ellenistico erano molto più espliciti sul carattere soteriologico della filosofia. La filosofia era la via della salvezza — una via di fuga dall'infelicità che altrimenti si sarebbe abbattuta sulla persona. Inoltre, questa salvezza è sia personale che incondizionata. Il filosofo è in grado di essere felice o ''eudaimonos'' anche mentre viene cucinato vivo nel [[w:Toro di Falaride|Toro di Falaride]].
 
È facile sopravvalutare la misura in cui il carattere incerto dei tempi abbia influenzato il contenuto della filosofia ellenistica. La magistrale opera di [[w:Eduard Zeller|Eduard Zeller]], ''Grundriss der Geschichte der Griechischen Philosophie'' (1883) riporta quanto segue:
 
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Outlines of the History of Greek Philosophy trs. Palmer, (London: Thoemmes Press, 1955),
p. 207. Compare Léon Robin, La pensée greque et les origines de l'esprit scientifique trs.
M. R. Dobie (New York: Russell and Russell, 1967), p. 313:
The political and social circumstances which immediately preceded and followed
the death of Alexander had intensely aggravated urgent needs to which philosophy
had to supply new answers. In the great centralised state of which he was now a
subject, the citizen of the old small city asked himself what attitude he should take
up; he felt lost. Then he turned upon himself, considered his inner salvation, asked
to be told what was the object of life, to be given an ideal in pursuing which he
would find his lost liberty, with a view to his own happiness. The ideal would be
different in every school, but it would always be the ideal of the Wise Man, who
belongs to no age or country.--->
 
== ''Conclusione'' ==