Pensare Maimonide/Sinai: differenze tra le versioni

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"raggiunse il livello angelico e venne incluso nel livello degli angeli"? Maimonide intende principalmente che Mosè, nel comprendere Dio e la volontà di Dio, superò l'immaginazione e la sensazione. Ma questo vuol dire che Mosè era al di là di tutte le capacità con cui raccogliamo fatti empirici: oltre le capacità che potevano portarlo a essere consapevole della sua situazione storica, della montagna su cui si trovava, del deserto intorno a lui o dell'esodo dall'Egitto. Egli trascese tutte queste cose e riconobbe invece ciò che Dio vuole eternamente da noi; si trovò, come un angelo, nell'eternità.
 
Ma questo a sua volta vuol dire che egli trascese tutte le cose che lo contraddistinguono quale Mosè, un personaggio storico, e divenne invece una personificazione di ciò che è il meglio in tutti gli esseri umani. ''Quindi non importa davvero che egli fosse Mosè, il personaggio storico''.
 
Per Maimonide, ciò che conta è che la Torah fu scritta dalla prospettiva del puro intelletto, l'aspetto di noi stessi che condividiamo con gli angeli. Che noi chiamiamo la persona che ha occupato tale prospettiva "Mosè", e che ha vissuto in un determinato luogo e tempo, è irrilevante. Potremmo anche chiamarlo "J", per esempio, o "E" o "P."
 
O forse "R". [[w:Franz Rosenzweig|Franz Rosenzweig]] suggerì che la "R" con la quale i critici storici designano il redattore della Torah potrebbe essere ugualmente ben letta come "[[w:Rabbino|Rabbeinu]]", nostro maestro. E se siamo disposti a dire che questo "Rabbeinu" occupava la prospettiva mosaica o angelica, chiunque fosse stato e quandunque fosse vissuto, allora abbiamo fatto tutto ciò che è necessario per stabilire l'origine divina della Torah secondo Maimonide.<ref>Lo stesso Maimonide non mostra alcun dubbio che la Torah sia stata scritta dal personaggio storico che chiamiamo "Mosè". Ciò non era in discussione ai suoi tempi, ed egli non aveva motivo di dubitarne. Ma Maimonide non dice neanche nulla per indicare che si preoccupa della storicità di Mosè e nulla nel suo resoconto della rivelazione dipende da questo. Quindi la storicità di Mosè è irrilevante per ciò che interpretiamo di Maimonide oggigiorno. Possiamo accettare il resoconto di Maimonide su come e perché la Torah sia divina indipendentemente dal fatto che pensiamo che sia stata scritta da un Mosè storico.</ref>
 
=== La Torah come visione ideale ===
In secondo luogo, la nostra ragione per credere che la Torah sia di origine divina, secondo Maimonide, non ha nulla a che fare con il fatto di aver visto o sentito letteralmente qualcosa al Sinai, per non parlare del fatto che ci ricordiamo di un'esperienza simile ora, migliaia di anni dopo. Possiamo attribuire la Torah a Dio fintanto che vediamo nelle sue (della Torah) leggi e insegnamenti una comprensione estremamente buona della volontà di Dio per noi. Dobbiamo impiegare la nostra percezione intellettuale, non la nostra percezione sensoriale, per convalidare la Torah come rivelazione. Questo è ciò che ci serve per testimoniare la profezia di Mosè, per considerare la Torah come vera.
 
''Possiamo'' considerare la Torah come contenesse una visione così ideale della volontà di Dio per noi? Il modo in cui Maimonide difende questa affermazione è contenuto nella Parte III della sua ''Guida'', dove fornisce ragioni dettagliate per i comandamenti. Complessivamente, sostiene Maimonide, costituiscono un ordine sociale che promuove in modo univoco giustizia, buona condotta e una certa comprensione di Dio per la maggior parte dei suoi membri, consentendo allo stesso tempo a un'élite intellettuale di conoscere Dio nel modo più completo possibile a qualsiasi essere umano (''Guida'' III.27- 8, 51).
 
=== Accettare la Torah nella sua interezza ===