Pensare Maimonide/Sinai: differenze tra le versioni

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Che Maimonide registri questi avvertimenti sul ''discorso'' di Dio è ben noto, ma la loro importanza è stata sottovalutata. Molti fanno sembrare che Maimonide pensasse che ci fosse una sorta di processo meccanico mediante il quale Dio comunicava verbalmente a Mosè, e la domanda è quanto tale processo assomigli ad un discorso letterale. Forse Dio è apparso come una voce nella testa di Mosè? Forse ha parlato un agente soprannaturale, creato da Dio per l'occasione?
 
In effetti, il problema con Dio che parla a Mosè, per Maimonide, va molto più in profondità. PerchéPoiché Maimonide nega non solo che Dio possa avere organi di parola o parolepronunciare assoluteparole (''Guida'' I.46 e II.12), ma che Dio addirittura ''possa agire in tutto ilnel mondo''. Dio "non è mai mutevole, in nessun modo", dice Maimonide (''Guida'' I.xi). Un essere perfetto è un essere completo; non ha potenziali da realizzare, nulla ancora non realizzato al suo interno (II.18). Ma per un aristotelico come Maimonide, il cambiamento è sempre la realizzazione di un potenziale. Quindi un essere completamente perfetto non può cambiare; Dio sarebbe meno che perfetto se Dio fossepotesse cambiatocambiare.
 
Vale a dire che Dio non sarebbe perfetto se Dio facesse qualcosa di diverso venerdì rispetto a giovedì. Ciò significa che Dio non potè dire a Mosè, o al popolo, qualcosa venerdì 6 di [[w:Sivan|Sivan]] che non conoscessero il giorno prima: sarebbe stato un cambiamento, in Dio e nella relazione di Dio con gli altri esseri. Quindi Dio non poteva in alcun modo comunicare a Mosè in quel giorno, o in nessun altro giorno, nemmeno nella forma di una voce nella testa di Mosè.
 
Ma se ciò è quello che crede Maimonide, allora l'impressione che egli sostenga una teoria stenografica della rivelazione deve crollare. Perché nella relazione stenografica, una parte detta le parole e l'altra prende la dettatura; non esiste una relazione del genere se la prima metà di questo duplice atto scompare.
 
Questo ci lascia con la domanda su cosa stesse facendo Mosè sul Monte Sinai.
 
== Eravamo tutti presenti al Sinai — Come? ==
Sospendiamo questa domanda per un momento e affrontiamo un altro problema: quello in merito a ciò che abbiamo visto e sentito sul Sinai. Nella ''[[Mishneh Torah]]'' (''Sefer Mada, Yesodei HaTorah'' 8:1), Maimonide afferma che tutto Israele vide e sentì abbastanza di questa rivelazione da poter garantire la profezia di Mosè, garanzia che non possiamo dare a nessun altro profeta:
{{q|Gli Israeliti non avevano fiducia nel nostro maestro, Mosè, a causa dei segni che aveva compiuto. Poiché chiunque creda a causa dei segni ha follia nel cuore, dato che è possibile compiere [azioni meravigliose] attraverso l'inganno o la stregoneria. ... Allora, qual è la fonte della nostra fede in [Mosè]? La [rivelazione] al Monte Sinai. I nostri occhi videro, e non quelli di uno sconosciuto. Le nostre orecchie sentirono, e non quelle di un altro. Ci furono fuoco, tuoni e fulmini, e egli si avvicinò alla nube e una voce parlò con lui e sentimmo dire: "Mosè, Mosè, vai a dir loro così".<ref>משה רבינו לא האמינו בו ישראל מפני האותות שעשה, שהמאמין על פי האותות יש בלבו דופי שאפשר שיעשה האות בלט וכשוף, אלא כל האותות שעשה משה במדבר לפי הצורך עשאם, לא להביא ראיה על הנבואה, היה צריך להשקיע את המצריים קרע את הים והצלילן בתוכו, צרכנו למזון הוריד לנו את המן, צמאו בקע להן את האבן, כפרו בו עדת קרח בלעה אותן הארץ, וכן שאר כל האותות, ובמה האמינו בו במעמד הר סיני שעינינו ראו ולא זר ואזנינו שמעו ולא אחר האש והקולות והלפידים והוא נגש אל הערפל והקול מדבר אליו ואנו שומעים משה משה לך אמור להן כך וכך…</ref>}}
Maimonide sottolinea il "noi" in questo passo: "i nostri occhi hanno visto", "le nostre orecchie hanno sentito", "abbiamo sentito dire"... Cosa vuole significare con questo "noi"? Cosa può voler dire includendo se stesso e i suoi lettori negli eventi del Sinai? Certamente, esiste una famosa leggenda rabbinica secondo cui tutti gli ebrei, nel corso della storia, erano presenti al Sinai, ma è dubbio che un ultra-razionalista come Maimonide, che non parla mai della reincarnazione delle anime, avrebbe invocato questa leggenda come fatto storico letterale.
 
Il passo che riguarda la nostra percezione della rivelazione sta in "Leggi delle Fondamenta della Torah" (''Hilchot Yesodei HaTorah'') ed è usato per dimostrare che, per quanto riguarda Mosè, diversamente da ogni altro profeta, non abbiamo bisogno di prove che egli parlasse per conto di Dio. Noi stessi, al Sinai, abbiamo assistito alla sua profezia. Questa è "la fonte della nostra fede in [Mosè]" e, come ogni percezione diretta, è ferma e corretta e non ha bisogno di altri argomenti. A coloro che potrebbero dubitare della verità della Torah – e che soprattutto hanno bisogno di leggere le "Leggi delle Fondamenta della Torah"<ref>Maimonide chiaramente espone il trattato ''Hilchot Yesodei HaTorah'' — come anche i 13 Principi di fede e la ''Guida'' — per rispondere a obiezioni scettiche.</ref> – Maimonide afferma che la risposta a tali dubbi risiede in qualcosa che tutti noi, direttamente, abbiamo provato.
 
Ma questo appello alla percezione difficilmente può essere convincente per qualcuno che dubita della verità della Torah. Chi di noi ricorda letteralmente di essere stato al Sinai? E perché, in particolare, chi ha dei dubbi sul resto dell'ebraismo prenderebbe sul serio la leggenda di essere stato al Sinai? Invocare un "ricordo" leggendario come questo non sembra la base più solida su cui fondare la fede ebraica.
 
Inoltre, date le opinioni di Maimonide sulla natura di Dio, non ci sono meno problemi nell'idea che ''noi'' potremmo "vedere e ascoltare" Dio che nell'idea che ''Mosè'' potesse farlo. Se Dio non può parlare o apparire a Mosè, allora Dio non può parlare o apparire nemmeno a noi.
 
C'è una sola soluzione a tutti questi problemi, credo. Quando scopriremo cosa stava facendo Mosè quando "ascoltò" Dio nel Sinai, secondo Maimonide, capiremo anche cosa egli pensi che gli Israeliti stessero facendo lì — e perché oggi noi possiamo considerarci come se fossimo stati tra quegli Israeliti.
 
== Cosa stava facendo Mosè sul Monte Sinai? – Concezione maimonidea della profezia ==
Quindi, cosa stava facendo Mosè sul Sinai, se non prendeva dettatura? Per rispondere a ciò, dobbiamo rivolgerci al concetto di profezia secondo Maimonide. Il vero profeta, dice Maimonide, è un filosofo che ha perfezionato la propria natura intellettuale a tal punto da comprendere Dio nel miglior modo possibile ad un essere umano (''Guida'' II.32, 36-8; Sesto Principio). Ma ciò non è sufficiente per la profezia. I profeti devono anche essere soprattutto al di là dei propri desideri personali: i loro desideri "inferiori" di cibo, bevande e sesso, nonché i loro desideri di potere o condizione sociale (II.36). Persino allora, solo alcune persone a questo alto livello intellettuale e morale saranno in grado di usare la loro conoscenza di Dio per dirci come dovremmo servire Dio — e solo queste persone saranno profeti.
 
Mosè, secondo Maimonide, raggiunse il massimo grado delle virtù intellettuali e morali di un profeta. Superò tutti i normali poteri fisici degli esseri umani: i suoi "poteri immaginativi e sensuali gli furono levati". Trascese la pura e semplice umanità così tanto che "raggiunse il livello angelico e venne incluso nel livello degli angeli" (Settimo principio).
 
 
 
=== Percezione mentale e percezione sensoriale ===
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== La natura della Torah ==
{{Nota
|allineamento = destra
|larghezza = 350px
|titolo = I 13 principi della fede<br /><small>(dal ''Pirush Hamishnayot''<ref>''[[w:Pirush Hamishnayot|Pirush Hamishnayot]]'' ebr. di ''Commentario alla Mishnah''. I Principi sono qui sintetizzati dall'originale.</ref> di Maimonide)</small>
|contenuto = <div style="font-size: .85em;">
#Credo con fede assoluta che il Creatore, sia benedetto il Suo Nome, è il Creatore e la Guida di tutti gli esseri creati, e che Egli solo ha creato, crea e creerà tutte le cose.
#Credo con fede assoluta che il Creatore, sia benedetto il Suo Nome, è Uno; che non vi è unicità in alcun modo come la Sua, e che Egli solo è nostro Dio, lo è stato, lo è e lo sarà sempre.
#Credo con fede assoluta che il Creatore, sia benedetto il Suo Nome, è incorporeo; che non possiede alcuna proprietà materiale; che non esiste assolutamente alcuna somiglianza (fisica) a Lui.
#Credo con fede assoluta che il Creatore, sia benedetto il Suo Nome, è il Primo e l'Ultimo.
#Credo con fede assoluta che il Creatore, sia benedetto il Suo Nome, è il solo a cui è giusto pregare, e che non è giusto pregare ad altri che a Lui.
#Credo con fede assoluta che tutte le parole dei Profeti siano vere.
#Credo con fede assoluta che la Profezia di [[w:Mosè|Mosè]] nostra Guida, la pace sia con lui, è vera; e che egli è stato il capo dei [[w:Profeti|Profeti]], sia di quelli che l'hanno preceduto, sia di quelli che l'hanno seguito.
#Credo con fede assoluta che tutta la [[w:Torah|Torah]] che ora possediamo, è la stessa che fu data a [[w:Mosè|Mosè]] nostra Guida, la pace sia con lui.
#Credo con fede assoluta che questa Torah non sarà mai sostituita, e che non vi sarà alcuna altra Torah data dal Creatore, benedetto sia il Suo Nome
#Credo con fede assoluta che il Creatore, sia benedetto il Suo Nome, conosca tutte le azioni e tutti i pensieri degli esseri umani, come è scritto:"Egli è colui che, solo, ha formato il cuore di loro tutti, che comprende tutte le opere loro." ([[w:Salmi|Salmi]] 33:15).
#Credo con fede assoluta che il Creatore, sia benedetto il Suo Nome, ricompensa coloro che osservano i Suoi Comandamenti e punisce quelli che il trasgrediscono.
#Credo con fede assoluta nella venuta del [[w:Messia#Nell.27ebraismo|Messia]] e, anche se dovesse tardare, pur tuttavia attendo ogni giorno la sua venuta.
#Credo con fede assoluta nella [[w:risurrezione|risurrezione]] dei morti all'ora che sarà volontà del Creatore, benedetto sia il Suo Nome e glorificata sia la Sua rimembranza nei secoli dei secoli.</div>
}}
=== Mosè come persona storica a confronto con la prospettiva mosaica ===
 
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<references/></div>
 
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