Pensare Maimonide/Sinai: differenze tra le versioni

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== Mosè stenografo? ==
Tutta la Torah fu data a voce da Dio a Mosè, dice Maimonide nel suo Ottavo Principio di Fede; Mosè era "come uno scriba davanti al quale si detta qualcosa ed egli lo scrive tutto giù".<ref>Maimonide, Ottavo Principio di Fede, ''Commantario alla Mishnah'', Sanhedrin X.1. La rilettura che proporrò di questo principio ha stretti parallelismi in Jon Levenson, "The Eighth Principle of Judaism and the Literary Simultaneity of Scripture", nel suo ''The Hebrew Bible, the Old Testament, and Historical Criticism'', Westminster, 1993. Sono d'accordo, penso, con tutte le conclusioni di Levenson. I nostri metodi, tuttavia, differiscono in qualche modo: mi affido principalmente al tentativo di dare un senso filosofico a Maimonide, mentre Levenson raccoglie una serie di letture approfondite di fonti medievali e moderne. Si veda anche l'ottimo articolo di Jakob Petuchowski, "The Supposed Dogma of the Mosaic Authorship of the Pentateuch", ''Hibbert Journal'' 57 (1958-9), pp.356-60.</ref> Sembra troppo poco sofisticato, no? Maimonide, con tutta la sua profondità e sottigliezza, e con tutta la sua critica all'antropomorfismo, sembrerebbe essere una fonte della teoria "stenografica" della rivelazione che è così ampiamente disprezzata dai teologi e critici ebrei moderni e progressisti. E, in effetti, gli oppositori della visione stenografica della rivelazione spesso presentano Maimonide come un esempio di ciò che rifiutano.<ref>Si veda per es. [[w:Louis Jacobs|Louis Jacobs]], ''Principles of the Jewish Faith'', Basic Books, 1964, Cap. 9.</ref>
 
Penso che questo sia un grande errore e che uno sguardo ravvicinato al racconto della rivelazione da parte di Maimonide, nell'Ottavo Principio e altrove, dimostri che non era per niente un'"opinione stenografica". Al contrario: la comprensione della rivelazione da parte di Maimonide è un precursore delle opinioni moderne su tale argomento; è un alleato da cui gli ebrei progressisti possono attingere, piuttosto che un avversario da confutare. Allo stesso tempo, ha qualcosa da insegnare a quelli di noi che si trovano sull'estremità progressiva dello spettro: chiarisce limpidamente la differenza tra paternità e autorità, tra le fonti storiche della Torah e la fonte della sua affermazione che parli per conto di Dio — per darci una guida divina.
 
At the same time, he has something to teach those of us on the progressive end of the spectrum: he makes crystal clear the difference between authorship and authority, between the historical sources of the Torah and the source of its claim to speak for God — to give us divine guidance.
 
=== Confutare l'interpretazione stenografica ===
Per cominciare, anche al livello più letterale Maimonide non dice mai del tutto che la Torah è stata "parlata" da Dio a Mosè. Scrive invece che la Torah venne a Mosè da Dio in un modo "che può essere definito metaforicamente come «discorso»" e che nessuno tranne Mosè conosce la vera natura di quella comunicazione.
 
Che Maimonide registri questi avvertimenti sul ''discorso'' di Dio è ben noto, ma la loro importanza è stata sottovalutata. Molti fanno sembrare che Maimonide pensasse che ci fosse una sorta di processo meccanico mediante il quale Dio comunicava verbalmente a Mosè, e la domanda è quanto tale processo assomigli ad un discorso letterale. Forse Dio è apparso come una voce nella testa di Mosè? Forse ha parlato un agente soprannaturale, creato da Dio per l'occasione?
 
In effetti, il problema con Dio che parla a Mosè, per Maimonide, va molto più in profondità. Perché Maimonide nega non solo che Dio possa avere organi di parola o parole assolute (Guida I.46 e II.12), ma che Dio possa agire in tutto il mondo. Dio "è mutevole in nessun modo", dice Maimonide (Guida I.xi). Un essere perfetto è un essere completo; non ha potenziali da realizzare, nulla ancora non realizzato al suo interno (II.18). Ma per un aristotelico come Maimonide, il cambiamento è sempre la realizzazione di un potenziale. Quindi un essere completamente perfetto non può cambiare; Dio sarebbe meno che perfetto se Dio fosse cambiato.