Ecco l'uomo/Rabbino e straniero: differenze tra le versioni

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Il proconsole romano in carica per la regione è il tirannico Ponzio Pilato. Violento di carattere, non ci pensa due volte a far giustiziare chiunque gli si metta contro. Lo sterminio fa parte della sua tecnica di lavoro. Negli anni successivi gli costeranno la carriera: sarà richiamato a Roma a causa della sua eccessiva violenza, impresa singolare nel mondo senza pietà di Roma. Ma per il momento, i suoi padroni romani sostengono l'utilità della sua spietatezza.
 
I residenti della Galilea anelano disperatamente all'abbattimento del dominio romano. Hanno sofferto per le occupazioni barbariche di nazioni straniere da più di un secolo. Cercano di ristabilire la sovranità ebraica e l'independenzaindipendenza, ma le loro piccole bande ribelli non possono di certo competere con la potenza militare dell'impero. Languiscono di desiderio per un redentore, il promesso Messia ebreo. Annunciato dai profeti ebraici, egli sarà l'eroe che unisce grandezza spirituale a prodezza militare. Con Dio come rinforzo, questo eroe caccerà le arroganti legioni di Roma una volta per tutte.<ref>''Ibid.'', 55-58.</ref>
 
== L'Insegnante ==
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La reputazione dell'insegnante cresce. La sua eloquenza ha catturato uno spirito di populismo e un entusiamo per l'autonomia ebraica. I suoi discorsi aumentano l'enfasi sull'urgenza. Dice ai suoi seguaci che il momento della redenzione si sta appropinquando sempre più. È diventato sicuro di quello che prima solo sospettava: è suo destino far uscire i figli di Dio dall'oppressione romana.
 
Ora una luce messianica lo guida. Si è convinto di essere il ètantotanto promesso redentore ebreo. Anche i suoi seguaci ci credono. Egli è stato mandato loro proprio da Dio stesso. Se guiderà i suoi discepoli a Gerusalemme, mormorano tra loro, Dio stesso li farà marciare e stabilire il Suo Regno con la spada e lo spirito di Dio come scudo e forza morale.
 
Il rabbino non ha nulla da temere dalla possente forza politica e militare romana che cercherà di abbatterlo come hanno fatto con tanti altri. La grazia di Dio lo proteggerà insieme ai suoi seguaci. Dio, Scudo di Israele, defletterà frecce e lance di Roma.
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Poi, un altro disastro. Non più disposti a sopportare il giogo oppressivo di Roma, nel 66 [[w:era volgare|e.v.]] gli ebrei lanciano una rivolta su larga scala. Dopo qualche successo iniziale, i rivoluzionari sono sopraffatti dai romani e schicciati brutalmente dalle legioni. Nel 70 e.v. il Tempio e tutta Gerusalemme vengono distrutti e più di un milione di ebrei uccisi. La nazione ebraica diventa oggetto di odio nell'ambito dell'impero e Roma opprime sistematicamente coloro che rimangono sul territorio.
 
Ora i seguaci gentili del maestro prendono una decisione drammatica. Sicuramente non potrebbero sopravvivere come movimento, ancor di meno prosperare, se vengono associati ai detestabili ebrei — attualmente il gruppo più odiato dell'impero dopo che hanno lanciato una ribellione che ha scosso le fondamenta della poten za romana. Epurano l'insegnateinsegnante dalla sua identità ebraica come espediente politico e religioso. Gli scritti del rabbì, i suoi insegnamenti e la storia vengono editi pesantemente. Gran arte ne viene completamente riscritta. Per assicurare un futuro al movimento, sradicano le sue radici ebraiche, in essenza trasformando il maestro in un gentile. Revisionano i loro testi sacri, ancora in produzione e non ancora canonizzati, rendendo il rabbì ostile contro gli ebrei e simpatizzante di Roma.
 
La storia di Gesù così alterata riflette un'ostilità feroce verso i Farisei in particolare. Nel nuovo racconto, il rabbì mai si ribellò contro l'autorità romana, ma invece contro la propria gente e contro la sua propria fede. Odiò i perfidi ebrei e disprezzò i rabbini ipocriti. Il suo odio scorre così in profondità da chiamare gli ebrei progenie del demonio. Quanto ai romani, nanche a dirlo, predicò totale sottomissione al dominio dell'imperatore. "date a Cesare quel che è di Cesare", esclamò una volta. Non venne come leader politico per scacciare la dominazione romana, ma come guida spirituale per scacciare la dominazione dei Farisei.<ref>Per i contenuti e le supposizioni di questo capitolo, molto importanti sono i testi di [[w:Géza Vermes|Géza Vermes]], tra cui: ''Gesù l'ebreo'' (''Jesus the Jew: A Historian's Reading of the Gospels'', 1973) Borla, 1983; ''Jesus and the World of Judaism'', Fortress Press, 1983; ''La religione di Gesù l'ebreo. Una grande sfida al cristianesimo'' (''The Religion of Jesus the Jew'', 1993) Cittadella, 2002; ''Jesus in his Jewish Context'', Fortress Press, 2003; ''Searching for the Real Jesus'', SCM Press, 2010.</ref>