Greco antico/Verbi in -μι: differenze tra le versioni

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[[Categoria:Greco antico|Verbi in mi]]
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'''Classificazione'''
 
La coniugazione cosiddetta "in -μι" (dall'uscita della prima persona singolare del presente indicativo) costituisce la seconda coniugazione dei verbi greci. Questa coniugazione è anche detta ''atematica'' (rispetto alla prima "in -ω", ''tematica'') perché la desinenze si uniscono qui direttamente al tema verbale, senza vocali congiuntive; le differenze con la prima coniugazione riguardano principalmente il presente. I verbi che ne fanno parte si dividono in due classi:
 
1.# Verbi radicali:
#* con raddoppiamento del presente (cioè il cui tema del presente è costituto dalla radice preceduta dal raddoppiamento della prima consonante + ι). I verbi principali di questa classe sono quattro: δίδωμι (radice δο-/δω-) "dare", τίθημι (radice θε-/θη-) "porre", ἵστημι (radice στα-/στη-) "collocare", ἵημι (radice jε-/jη-) "inviare". In questi ultimi due il raddoppiamento non è più visibile a causa di mutamenti fonetici<ref>Per ἵστημι < *σίστημι, per ἵημι < *jίjημι; in entrambi i casi, la caduta di consonanti (sigma per il primo, i due jod nel secondo) ha lasciato lo spirito aspro.</ref> e l'unica traccia dell'originaria presenza del raddoppiamento è lo spirito aspro. Per τίθημι vale la legge di Grassmann, per la quale due sillabe contigue non possono avere entrambe una consonante aspirata, quindi la prima passa alla sorda della propria serie. Sul modello di questo gruppo di quattro verbi se ne coniugano altri come πίμπλημι (radice πλα-/πλη-, con [[epentesi]] -μ- dopo il raddoppiamento) "riempire".
#* senza raddoppiamento del presente. A questo sottogruppo appartengono verbi di uso molto frequente come εἰμί (radice σ-/ἐσ-) "essere", εἶμι (radice εἰ-/ἰ-) "andare", φημί (radice φα-/φη-) "dire". A questi si aggiungono anche verbi deponenti come δύναμαι (radice δυνα-) "potere", ἄγαμαι (radice ἄγα-) "ammirare", κάθημαι (radice κατ.ἡ-) "sedere" e κεῖμαι (radice κει-/κοι-) "giacere".
# Verbi con ampliamento -(ν)νῡ- fra radice e desinenze:
 
2.#* Verbise conla radice termina in vocale l'ampliamento sarà -(ν)νῡννυ-: fraσβέννυμι (radice eσβε-/σβη-) desinenze:"spegnere"
#* se la radice termina in vocaleconsonante l'ampliamento sarà -ννυνυ-: σβέννυμιδείκνυμι (radice σβε-/σβηδεικ-) "spegneremostrare, indicare".
* se la radice termina in consonante l'ampliamento sarà -νυ-: δείκνυμι (radice δεικ-) "mostrare, indicare".
 
 
Le caratteristiche di questa coniugazione sono:
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Per approfondire il discorso iniziato prima, si dirà che:
 
*l'indicativo è formato dal tema ἐσ- tranne che alla 3º persona plurale; quindi la 1º persona ha origine da *ἐσ-μι, in cui la caduta del σ dà allungamento di compenso di ε > ει; la seconda da ἐσ-σι, per semplificazione di σσ in σ, caduta di quest'ultimo e dittongazione di ε ed ι. Nelle prime due persone del plurale il σ ha resistito, mentre la 3º si forma così: *σ-ε-ντι, da cui il σ cadde (senza lasciare aspirazione per analogia con le altre forme), τ si [[Fonetica Greca|assibilò]] a σ (quindi *ἐνσι) e ν cadde lasciando posto all'allungamento di compenso di ε: εἰσί (con ν efelcistico).
 
*il congiuntivo deriva interamente dal tema ἐσ- che si incontra con le regolari desinenze cadendo e provocando contrazioni; stessa cosa per l'ottativo, a cui viene aggiunto il suffisso modale -ιη- (singolare) e -ι- (plurale e duale).
 
*l'imperativo ha la forma -θι, comune all'aoristo terzo (cfr. [[Conosci te stesso|γνῶθι σαυτόν]], "conosci te stesso").
 
*l'infinito è *ἐσ-ναι con caduta del σ e allungamento di compenso di ε; il participio è un tema in dentale che si declina come λέων e viene dal tema σ- con una vocale irregolare ο.