Pensare Maimonide/Shekhinah: differenze tra le versioni

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Nel modo in cui veniva usata nella letteratura rabbinica, ''shekhinah'' potrebbe non essere un'ipostasi nel senso neoplatonico del termine, ma non c'è ragione di dubitare che molte fonti rabbiniche attestino un'interpretazione di ''shekhinah'' come fenomeno che può essere collocato in luoghi specifici in tempi specifici.<ref>Si veda per es. ''Gen. Rabbah'' 19:7. Infatti, Alan Unterman inizia il suo articolo su ''Encyclopaedia Judaica'' ''Shekhinah'' con la seguente definizione del termine usato nella letteratura rabbinica: "Dio visto in termini spazio-temporali come presenza".</ref>
 
Mentre il termine ''kavod'', in contrapposizione a ''shekhinah'', non figura promenentementeprominentemente nellain halakhah e aggadah rabbiniche, viene riscontrato però in passi cruciali di un altro tipo di letteratura creata dai rabbini, cioè la preghiera. Ciò non dovrebbe sorprenderci — dopo tutto, innumerevoli preghiere sono prese da testi biblici. Ciononostante, l'uso di ''kavod'' (nel senso discusso in questo capitolo, e non semplicemente nel senso di "onore") in così tanti punti che vennerofurono destinati a diventare centrali nella liturgia, indica l'importanza del concetto nella visione universale dell'ebraismo rabbinico.<ref>Riconosco che non esiste veramente una "visione universale dell'ebraismo rabbinico". Ma ci scommetterei che Maimonide pensava invece che tale visione esistesse, e poiché questo breve studio dei testi rabbinici è inteso a servire da contesto a Maimonide, e non da esame dell'ebraismo rabbinico, lasciamo che il termine sussista.</ref>
 
I succitati passi da Isaia e da Ezechiele si presentano insieme in uno dei testi centrali della liturgia ebraica, la [[w:Qedushah|Qedushah]].<ref>...</ref> Qui appresso riporto una semplice traduzione (libera) di parte della Qedushah come si trova nell'[[w:preghiera ebraica|ordine di preghiera]] di Maimonide: