Carmina (Catullo)/96: differenze tra le versioni

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L'amore sincero che c'è stato in vita non si perde con la morte. Il poeta stesso, seppure in un carme incentrato sulla morte, sottolinea il tema della sopravvivenza dell'amore e dell'amicizia, parole che ricorrono in fin di verso per ben tre volte (vv. 3, 4, 6).
 
Il poeta PascoliFoscolo, all'inizio dell'800, riprenderà nel suo celebre carme ''Dei Sepolcri'' il tema dell'indissolubilità del legame tra i vivi e i cari ormai defunti, ''cfr.'', ad esempio, vv. 26-33: ''Non vive ei forse anche sotterra, quando/ gli sarà muta l'armonia del giorno,/ se può destarla con soavi cure/ nella mente de' suoi? Celeste è questa/ corrispondenza d'amorosi sensi,/ celeste dote è negli umani; e spesso/ per lei si vive con l'amico estinto/ e l'estinto con noi, [...]''; vv. 41-42: ''Sol chi non lascia eredità d'affetti/ poca gioja ha dell'urna''.
[[Categoria:Carmina (Catullo)]]
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