Pensare Maimonide/Dio e segreti: differenze tra le versioni

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Il Dio di Maimonide, che resiste a qualsiasi descrizione, sembra molto diverso dal Dio della Bibbia, che è misericordioso, benevolo e tante altre cose in più. In realtà, tuttavia, non vi è alcuna incoerenza.
 
Il monoteismo, la rivoluzione della fede biblica, non fu solo un'operazione matematica. Il monoteismo non ha semplicemente ridotto il numero di divinità da molti a uno. C'è stato un periodo in cui anche gli antichi egizi credevano in un solo Dio, il Dio Sole, ma quella era pur sempre una cultura idolatrica. La rivoluzione biblica si concentrò più sull'unicità di Dio che sulla Sua unità. A differenza del mondo pagano, che comprendeva la natura come il luogo in cui vivevano gli dei e identificava diverse divinità con particolari forze naturali, la Bibbia rimuove Dio dalla natura. Questo è il vero nucleo della rivoluzione biblica: creare una divisione, una separazione tra Dio e il mondo. Dio non fa parte della natura e non è soggetto alle leggi della natura. Ha creato il cielo e la terra ed è quindi distinto dal cielo e dalla terra. Ma se la Bibbia estrae Dio dal mondo, la lingua ce Lo lascia ancora. Sebbene sia in contrasto con la concezione antropomorfa e scritturale di Dio, la mossa di Maimonide è tuttavia congruente con la Bibbia. Porta a compimento il processo teologico biblico: il rimuovere Dio dal mondo inizia con la liberazione di Dio dalla natura nel [[w:Genesi|Libro della Genesi]] e termina con la liberazione di Dio dal linguaggio nella ''Guida''.<ref name="Fox">Marvin Fox, ''Interpreting Maimonides'', University of Chicago Press, 1990, pp.112-116 e ''passim''.</ref>
 
Per giustificare la Dottrina degli Attributi Negativi si dovrebbe leggere la ''Guida'' secondo le istruzioni di Maimonide e collegare i capitoli in base all'argomento. La dottrina degli attributi negativi è esposta nei capitoli 56–59 della Parte 1, ma la giustificazione per la dottrina si basa sulla Parte 2, capitolo 2, della ''Guida''. Questi capitoli devono essere letti consecutivamente per comprendere le basi razionali atte a negare le descrizioni di Dio.
 
All'inizio della Parte 2 della ''Guida'', Maimonide presenta una serie di prove dell'esistenza di Dio. La dottrina degli attributi negativi si basa su ciò che a volte è nota nella ricerca maimonidea come la prova metafisica. Contrariamente alle prove classiche, la prova metafisica non deriva dalla riflessione sul mondo (ad esempio, i movimenti delle sfere) ma piuttosto da una profonda indagine concettuale. Una delle domande fondamentali in ontologia – lo studio filosofico della natura dell'esistenza – è: in quale classe di cose esistenti dovremmo collocare il mondo? Maimonide espone le diverse possibilità. Esistono tre tipi di cose esistenti: esistenti impossibili, esistenti possibili ed esistenti necessari. Gli esistenti impossibili sono oggetti per i quali alcuni requisiti logici impediscono loro di esistere, cioè un oggetto la cui esistenza implicherebbe una contraddizione. Ad esempio, un triangolo con angoli che si sommano fino ad un totale di 190 gradi è impossibile. Se avesse 190 gradi, non sarebbe un triangolo. Invece, un esistente possibile è un oggetto per cui non esiste alcuna barriera logica alla sua esistenza o alla sua inesistenza (per es. la mia scrivania). Infine, un esistente necessario è un oggetto che non può non esistere.<ref name="Fox" />
 
In quale di queste categorie di esistenti si dovrebbe collocare il mondo? Per definizione, il mondo non può essere un esistente impossibile: il mondo esiste. La nostra esperienza dimostra che il mondo è pieno di esistenti possibili. Ma c'è qualcosa al mondo che sia un esistente necessario? Questa è una domanda critica e la sua soluzione è essenziale per chiarire la natura di Dio. Per arrivare alla risposta dobbiamo esaminare più profondamente la distinzione tra esistenti possibili e necessari.
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Alla luce di questa spiegazione, chiediamoci ancora una volta: oltre ai possibili esistenti che popolano il mondo, ci sono anche degli esistenti necessari? Maimonide affronta questa domanda chiedendo se è possibile avere un mondo in cui esistono solo esistenti possibili. Dopo aver dimostrato che un simile mondo sarebbe assurdo, ne consegue, quindi, che oltre agli esistenti possibili deve esserci almeno un esistente necessario.
 
Questa è la sua prova: se tutti gli oggetti dipendono da altri oggetti e questi altri oggetti dipendono da ulteriori oggetti, c'è un problema, perché un mondo composto interamente da possibili esistenti non può essere compreso. Un mondo simile è impossibile. Si può quindi dedurre dall'esistenza di esistenti possibili (come la mia scrivania) che deve esserci almeno un esistente necessario che sostenga l'esistenza di tutti i possibili. Questa successione di oggetti dipendenti richiede infine un chiodo metafisico, per così dire, che manterrà al suo posto l'intera catena di esistenti possibili.<ref name="Fox" />
 
Questa scoperta dell'esistenza di oggetti necessari ha una conseguenza molto importante: non possiamo dire assolutamente nulla di quelle cose della cui esistenza siamo certi. Qualsiasi caratterizzazione dell'esistente necessario lo rende dipendente da una categoria più ampia. Se diciamo che è buono, allora dipende dalla categoria di bontà. L'uso delle parole per descrivere l'esistente necessario nega la sua necessità; il fatto stesso di dare all'oggetto una descrizione linguistica testimonia la sua esistenza come semplicemente possibile, ma non necessaria.