Ecco l'uomo/Divinità: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
testo
testo e avnzamento
Riga 31:
Di primo acchito, la caratterizzazione di Gesù da parte dei Vangeli lo rappresenta come disinteressato delle cose terrene. Il suo carattere santo lo rende ignaro dell'oppressione degli ebrei. Ma come potrebbe un uomo come Gesù rimanere così distaccato? Era di certo ed in tutti i sensi un uomo santo e integro, concentrato sulla vera pratica e realizzazione della giustizia. È quindi impossibile raffigurarlo senza immaginarsi la sua natura politica.
 
Un esame delle testimonianze suggerisce che, dopo la morte di Gesù, i redattori evangelici rimossero le sue diatribe politiche contro Roma dalla sua biografia. In effetti, come sottolinea acutamente Hyam Maccoby, rimossero gli stessi romani quasi completamente.<ref>Hyam Maccoby, ''The Mythmaker: Paul and the Invention of Christianity, cit.'', 186ff.</ref>
 
Consideriamo la situazione. I romani occupavano militarmente la Giudea. Erano riusciti ad ottenere la collaborazione di un'intera fazione religiosa, i Sadducei, in modo da assicurarsi la dominazione continuativa della regione. Avevano l'esercito più potente del mondo ad occupare la Terra Santa. Tuttavia dove sono i romani nei Vangeli? Si vedono appena. E quando si vedono, vengono descritti insolitamente viruosi e passivi. Il Vangelo di Matteo racconta la storia di Gesù che guarisce il servo di un centurione romano e che si meraviglia della fede di quest'ultimo. "In verità vi dico," rivolgendosi agli apostoli, "presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande."<ref>Matteo {{passo biblico|Mt|8:10}}.</ref> Ma andiamo! Un soldato romano col compito di opprimere gli ebrei ha una grande fede? Difficile da credere. Tuttavia Luca elabora tale idea. Mentre una folla esorta Gesù ad aiutare il romano: "Egli merita che tu gli faccia questa grazia, dicevano, perché ama il nostro popolo, ed è stato lui a costruirci la sinagoga."<ref>Luca {{passo biblico|Lc|7:4-5}}.</ref> Una tale inverosimile affermazione esula dall'immaginazione e diventa assurda.
 
I legionari romani erano dappertutto a Gerusalemme e dintorni. Entro pochi decenni avrebbero raso al suolo il Tempio e massacrato la popolazione ebraica con una brutalità che fu forse seconda solo all'[[w:Olocausto|Olocausto]]. Tuttavia il Nuovo Testamento insiste a considerarli benigni astanti.
{{-}}
 
Vale la pena di menzionare che il Nuovo testamento si sforza egregiamente a rendere persino Ponzio Pilato, un despota notoriamente crudele, senza macchia e senza colpa. Egli cerca disperatamente di persuadere gli ebrei a lasciar andare Gesù, dicendo alla folla: "Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui nessuna colpa... Prendetelo voi e crocifiggetelo; io non trovo in lui nessuna colpa."<ref>Giovanni {{passo biblico|Gv|19:4-6}}.</ref> Quando il centurione, che stava davanti a Gesù sulla croce, vide come morì, disse: "Veramente quest'uomo era Figlio di Dio!"<ref>Marco {{passo biblico|Mc|15:39}}.</ref> Un'altra assurdità. In tutti i casi, e comunque, i romani appaiono niente più che semplici e virtuosi spettatori che cercano di itigare la crudeltà ebraica.
 
Tutto ciò, ovviamente, è pura fantasia. I romani erano la forza più brutale del mondo antico. Avevano conquistato tutto il conquistabile a fil di spada, massacrando e distruggendo, sottomettendo popoli e nazioni. La morsa che attenagliava la Giudea era completa e stritolante. Pilato stesso era un assassino di masse. Citarli sottovoce, appena appena, nella storia di Gesù, sarebbe come scrivere la storia della Polonia dal 1939 al 1945 senza citare i nazisti. Tuttavia i romani sono stati rimossi dalla storia, o le loro azioni "ripulite" e dissimulate ogniqualvolta il loro ruolo diviene talmente centrale che non può essere cancellato. Mentre i redattori si impegnavano a dimostrare ai propri lettori che Gesù non aveva nulla contro di loro, rrendevano invece chiaro che erano gli ebrei a infuriarlo e contro i quali si ribellava.
 
Gesù difendeva gli innocenti e condannava i malvagi. Scacciò i cambiavalute dal Tempio con una frusta e dichiarò suo obiettivo essere la luce del mondo. Appassionato nel suo dedicarsi alla giustizia, era estremamente sensibile alle sofferenze degli altri. Di certo aveva ragione ad inspirare gli ebrei di Palestina a stare uniti e raddoppiare il loro impegno nella Torah di Dio. L'elemento spirituale della sua ricerca fu cruciale. Tuttavia, per quanto importante fossero per lui le anime del suo popolo, altrettanto importanti furono la loro sicurezza e libertà. Non dimentichiamoci che i romani invasero la patria di Gesù per aumentare la propria gloria ed estrarre tributi dalla sua popolazione. Ciononostante i Vangeli, con poche eccezioni, non esprimono critiche dei romani né della loro brutalità.
 
La redazione svolta per epurare i crimini dei romani e cancellare riferimenti della ribellione di Gesù contro di loro, fu un compito intricato e difficile. Una parte rimase incompleta. Bisogna ricordarsi che migliaia di manoscritti circolavano dappertutto, tra seguaci, adepti e neofiti. Non tutti potevano essere emendati completamente. Rimangono sprazzi di accuratezza. "Abbiamo trovato costui che sobillava il nostro popolo, impediva di dare tributi a Cesare e affermava di essere il Messia, un re."<ref>Luca {{passo biblico|Lc|23:2}}.</ref> Questa dichiarazione in Luca indica che sacerdoti corrotti consegnarono Gesù ai suoi oppressori, l'amministrazione romana, perché egli era un ribelle contro il dominio romano, un puro e semplice ribelle contro Roma. Punto e basta. Poiché ciò è così differente da altre affermazioni in tutto il resto dei Vangeli, che cercano assiduamente di non rendere politico Gesù, questo è ovviamente un brano di storia reale che è sfuggito ai redattori, contrario agli loro intenti di evidenziare il concetto di Paolo che propagava un Gesù strettamente spirituale.<ref>Hyam Maccoby, ''The Mythmaker, cit.'', ''passim''. </ref>
 
Più scaviamo sotto alla superficie, e più vediamo la verità: Gesù, dobbiamo qui concludere, fu un grande leader politico che combattè per la liberazione del suo popolo. In questo senso, egli si vide nelle vesti di Mosè e di Davide, entrambi i quali, sebbene supremamente preoccupati del benessere spirituale del proprio popolo, furono innanzitutto preoccupati della libertà politica della nazione ebraica.<ref>Si veda, ''int. al.'', Gregory Baum, ''The Jews and the Gospel'', Newman press, 1961, pp. 72-85 e ''passim''.</ref>
 
{{clear}}
==Note==
{{Vedi anche|Biografie cristologiche|etichetta1=i rispettivi riferimenti di "Biografie cristologiche"}}
Line 43 ⟶ 53:
</div>
 
{{Avanzamento|75100%|4 novembre 2019}}
[[Categoria:Ecco l'uomo|Divinità]]