Ecco l'uomo/Gesù guaritore: differenze tra le versioni

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Guarendo gli infermi e salvandoli dai demoni, Gesù si vide come il realizzatore della profezia di Isaia: "Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi."<ref>Isaia {{passo biblico|Isaia|35:5}}.</ref> Poterlo fare era per lui cosa chiaremente importante. Gesù esalta ripetutamente i suoi sforzi per guarire gli infermi ed elevare la coscienza dei suoi discepoli ad un piano in cui potessero vedere ciò che prima era loro oscurato: "Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. 24 Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non l'udirono."<ref>Luca {{passo biblico|Lc|10:23-24}}.</ref>
 
I cristiani considerano i poteri miracolosi di Gesù come prova che egli fosse divino. Non è così semplice per gli ebrei. La sospensione delle leggi della natura non è testimonianza di poteri soprannaturali — dischiude semplicemente una realtà più alta, alzando il velo sulla mano di Dio che sta dietro e costituisce la vera essenza dell'universo.
 
Il Talmud stesso è colmo di storie di grandi rabbini che guariscono i malati, risuscitano persino i morti, come in un famoso racconto dal Talmud Babilonese: "Rabba e Rabbi Zeira celebrarono la loro festa di Purim insieme. Bevvero. Rabba si alzò [in uno stato di ubriachezza] e uccise Rabbi Zeira. Il mattino successivo egli [Rabba] pregò e lo fece rivivere."<ref>''Megillah'' 7''a''.</ref> Di sicuro, nessun ebreo avrebbe mai attribuito una natura divina al saggio talmudico Rabba. Piuttosto, la sua abilità di far rivivere i morti dipendeva interamente dalla sua preghiera a Dio, l'unico col potere di dar vita ai defunti.
 
Ma questa è soltanto un'eco della famosa storia di Eliseo, il profeta che fa rivivere un ragazzo morto dopo le suppliche di sua madre:
{{q|Eliseo entrò in casa. Il ragazzo era morto, steso sul letto. Egli entrò, chiuse la porta dietro a loro due e pregò il Signore. Quindi salì, si distese sul ragazzo; pose la bocca sulla bocca di lui, gli occhi sugli occhi di lui, le mani nelle mani di lui e si curvò su di lui. Il corpo del bambino riprese calore. Quindi si alzò e girò qua e là per la casa; tornò a curvarsi su di lui; il ragazzo starnutì sette volte, poi aprì gli occhi. Eliseo chiamò Ghecazi e gli disse: «Chiama questa Sunammita!». La chiamò e, quando essa gli giunse vicino, le disse: «Prendi tuo figlio!». Quella entrò, cadde ai piedi di lui, gli si prostrò davanti, prese il figlio e uscì.|2 Re {{passo biblico|2re|4:32-37}}}}
L'impulso cristiano di usare i segni di Gesù come prova che egli fosse divino, o come pretesto per credere, sembra aver frustrato Gesù stesso. "Ma egli, traendo un profondo sospiro, disse: «Perché questa generazione chiede un segno? In verità vi dico: non sarà dato alcun segno a questa generazione».<ref>Marco {{passo biblico|Mc|8:12}}.</ref> In un'altra occasione egli dichiara con esasperazione: "Se non vedete segni e prodigi, voi non credete."<ref>Giovanni {{passo biblico|Gv|4:48}}.</ref>
 
===Risurrezione dei morti===
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==Note==
{{Vedi anche|Biografie cristologiche|etichetta1=i rispettivi riferimenti di "Biografie cristologiche"}}