Guida maimonidea/Etica e fede: differenze tra le versioni
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Questa raccolta di detti rabbinici, che Maimonide contrasta con la posizione aristotelica, riflette chiaramente l'approccio tradizionale al dovere, secondo cui il dramma morale raggiunge il culmine quando la persona passa la prova che gli si presenta davanti e trionfa, con poco o molto dolore, sui propri desideri.<ref name="Etica"/>
Per risolvere questa tensione mantenendo la sensitività aristotelica, Maimonide propose di distinguere tra due tipi di comandamenti. Un gruppo, che definisce "convenzionale", sono quelli che le persone dovrebbero seguire anche se non sono stati enunciati dalla Torah; "se non fossero stati scritti, meritavano di esserlo". Il secondo gruppo, denominato "rivelati", sono vincolanti solo perché la Torah li impone. Rispetto ai comandamenti convenzionali — come le proibizioni dell'omicidio, furto, frode, o nuocere agli innocenti — colui che li osserva trionfando sui propri impulsi è ad un livello inferiore rispetto a colui che non ha alcuna inclinazione a peccare. Il desiderio di commettere azioni malvagie di questa sorta, anche se superato vittoriosamente, comprova il carattere difettoso della persona: "Non c'è dubbio che un'anima che ha desiderio e brama i succitati misfatti è imperfetta; che l'anima nobile non ha assolutamente alcun desiderio di commettere tali crimini e non prova conflitto nell'astenersene" (''Otto Capitoli'', p. 378). In contrasto, azioni proibite dai comandamenti rivelati non sarebbero considerate
==Pietismo e saggezza==
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