Ecco l'uomo/Rabbino e straniero: differenze tra le versioni

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Il rabbino non ha nulla da temere dalla possente forza politica e militare romana che cercherà di abbatterlo come hanno fatto con tanti altri. La grazia di Dio lo proteggerà insieme ai suoi seguaci. Dio, Scudo di Israele, defletterà frecce e lance di Roma.
 
Come onde del mare che si agitano in cresta, il tempo è arrivato. [[w:Pesach|Pesach]], il festival delle redenzione, inizia al tramonto. Nel mezzo delle celebrazioni, l'eccitazione diventa palpabile e i seguaci del rabbì si ricordano del tempo passato, quando la potenza di Dio liberò Israele dalla schiavitù. Il Signore divise il mare per gli ex schiavi ebrei. Ora, Egli spazzerà via le legioni di Roma. Proprio come [[w:Sansone|Sansone]] uccise migliaia di [[w:Filistei|Filistei]] con la mascella di un asino, il rabbì scaccerà gli eserciti romani con la sua spada sguainata. La libertà sta arrivando: ne sono sicuri.
 
L'insegnante viaggia con i suoi discepoli dalla Galilea a Gerusalemme, culla dell'antica civiltà ebraica, attualmente assediata e contaminata dalla cultura pagana romana. Folle immense di conpatrioti ebrei lo salutano e lo esaltano come loro condottiero. Tuttavia egli non è il primo a ricevere tale trattamento. Molti potenziali messia lo hanno preceduto. Anche loro affermarono d'essere il promesso redentore ebreo e si lanciarono contro Roma. Tutti fallirono e perirono.
 
Ma c'è qualcosa di differente questa volta. Il rabbì è suffuso di luce sublime. È colmo di certezza, coraggio e splendore retorico. Usa parabole accessibili per comunicare i suoi insegnamenti profondamente spirituali. Ispira sia l'erudito che l'ignorante. La folla lo riconosce per quello che è. ''Deve'' essere l'uno, il promesso. Anche lo stesso imperatore romano non ha il potere di fermare il messia presagito.
 
La notte prima del confronto finale, il rabbì riunisce insieme i suoi discepoli. Ordina loro di procurarsi spade. Devono prepararsi ad occupare il Tempio con la forza. Dimostreranno al popolo di Gerusalemme il coraggio del loro maestro e la sua impavidità difronte a Roma. Quando il popolo lo constaterà, lo seguirà in massa, dando il via ad una ribellione eccezionale. I romani non avranno scelta che ritirarsi.
 
Ma egli non si basa solo sulla spada. Se solo farà lo sforzo di iniziare la lotta, Dio interverrà e salverà il Suo popolo. Proprio come gli israeliti fuggendo dall'Egitto dovettero dimostrare fede buttandosi nelle acque tumultuose, al che Dio separò il [[w:Mar Rosso|Mar Rosso]], così il maestro e i suoi discepoli devono soltanto dimostrare una volontà sincera di confrontarsi col nemico. E allora Dio farà il resto.
 
Il Libro del Deuteronomio dichiara: "Il Signore vi benedirà in tutto ciò che intraprenderete." Prima dovrete intraprendere e poi Dio farà la Sua parte. Mosè sconfisse gli [[w:Amaleciti|Amaleciti]] alzando le mani al cielo con fede provocatoria. Dio premia tale fiducia anche se mancano le forze militari necessarie allo scontro. L'insegnante ha infinita fiducia che Dio gli concederà il m iracolo come Egli fece coi [[w:Maccabei|Maccabei]]. L'esigua forza di combattenti ebrei sconfisse i Greci Assiri duecento anni prima in quello che poi divenne il miracolo di [[w:Chanukkah|Chanukkah]]. L'esercito dell'insegnante è sì piccolo di numero ma grande di fede. Il Signore ed i Suoi angeli tutelari lotteranno contro i romani e libereranno nuovamente il popolo ebraico che osserva la propria fede.
 
Il mattino dopo, l'insegnante entra nel cortile del Tempio di Gerusalemme. Il suo messaggio di rivolta contro Roma ha attratto un seguito. Coloro che lo ascoltano ne vengono ispirati, ma la paura è tanta. Di certo odiano i romani, ma troppi cosiddetti messia e rispettivi seguaci sono già morti violentemente. Troppo sangue dei giusti è stato versato. Diversi decenni prima, i romani avevano abbattuto la monarchia ebraica e avevano promulgato la pena capitale per chiunque si fosse dichiarato re degli ebrei. Il pericolo è quindi reale. Nonostante tutto, però, ecco qui un uomo che non teme l'imperatore [[w:Tiberio|Tiberio]] ed i suo sa guinario subalterno, Ponzio Pilato.
 
Dopo aver condannato il governo romano, l'insegnante inveisce anche contro la corruzione del Tempio. L'influenza romana si è radicata così profondamente, che ora sono i romani che nominano il sommo sacerdote. Qui, nella dimora piùsanta di Dio, i sacerdoti stessi servono come agenti di Roma, colludendo, cospirando ed eseguendo i comandi nefasti dei loro padroni.
 
Sentendo le invettive mordaci di questo insegnante carismatico, i sacerdoti timorosi iniziano e mormorare tra di loro. Un nuovo pretendente messianico èè arrivato dalla molesta Galilea a fomentare una ribellione sanguinosa tra la gente. Bisogna fare qualcosa.
 
I suoi sermoni si intensificano. L'insegnante intende convincere i capi ebrei, i sacerdoti e specialmente i rabbini farisaici. Egli stesso è un fariseo e se che senza il supporto dei suoi colleghi rabbinici non può sperare di vincere la completa alleanza del popolo. I rabbini rispettano i successi dell'insegnante e lo considerano uno studioso e visionario straordinario. Ma,come per i pretendenti messianici del passato, costoro preferirebbero aspettare e vedere cosa succede. I rabbini sperano che egli abbia successo con la sua missione. Gli offrono supporto morale, ma la prova ultima della sua messianicità è il suo successo finale. Se i romani verranno sconfitti e le profezie realizzate, egli sarà veramente il tanto atteso messia.
 
Poi, il disastro.<br/>
Proprio mentre le esortazioni dell'insegnante raggiungono un esaltante crescendo nelle piazze pubbliche di Gerusalemme, resoconti sulle azioni dell'agitatore raggiungono le orecchie del sommo sacerdote. I suoi tirapiedi sono sacerdoti corrotti ed altri traditori sempre all'erta per facinorosi che cercano di agitare le folle contro i loro padroni romani. Capo delle forze dell'ordine ebraiche a servizio di Roma, il sommo sacerdote serve da fantocci di Roma e non può permettersi che a Gerusalemme sorga una ribellione di cui potrebbe esser chiamato a rendere conto. In tempo per la Pesach e per le migliaia di persone che sono venute al Tempio per celebrarla, una rete di spie è stata approntata per identificare sovversivi. Prima che il maestro possa montare la sua rivolta, i centurioni romani lo arrestano improvvisamente per volere del sommo sacerdote.
 
Senza neanche un processo o un'udienza, i romani conducono il rabbì a morire come tutti i ribelli politici: [[w:crocifissione|crocifissione]]. Così, in quattro e quattr'otto, tutto finisce. Il grande uomo è morto. Un impero brutale continua la sua oppressione.
 
== La Reazione ==
Il leader è morto. Proprio mentre il suo seguito stava prendendo piede, tale seguito viene sradicato e distrutto.
 
I suoi seguaci sono devastati. Il maestro doveva sconfiggere i romani, ristabilire la sovranità ebraica ed inaugurare le fine dei giorni. A loro sembrava fosse stato mandato dal cielo. Ma la macchina inesorabilei romana l'aveva eliminato con tale velocità che i seguaci del rabbì non riescono quasi a rendersene conto. Una vera tragedia. Tante domande rimangono irrisolte, nella disperazione del loro dolore.
 
== Avanti lo Straniero! ==
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==Note==
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