Ecco l'uomo/Analisi: differenze tra le versioni

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Significava, in primo luogo, un contesto di ''disordini sociali''. Flavio Giuseppe ci informa di svariati incidenti al tempo di Gesù in cui i soldati romani reagirono violentemente contro la popolazione; senza dubbio ci furono molti incidenti locali di cui non sappiamo nulla. Le tasse erano alte, provocando frustrazione e risentimento. Le tensioni nell'ambito della comunità ebraica – poveri contro ricchi, gruppi di pressione religiosi diversi che dibattevano i rispettivi argomenti – erano a volte tanto feroci in certe occasioni quanto la rabbia contro Roma. I movimenti popolari sbocciavano come piante su un suolo superficiale, si bruciavano velocemente al calore della repressione romana e finivano (di solito) con la morte o la sparizione dei capi, e la dispersione dei seguaci delusi.
 
In secondo luogo, quindi, significava un contesto di ''aspettativa crescente''. Israele era ritornato dall'esilio di Babilonia diverse centinaia di anni prima, ma non era ancora libero. Il ''vero'' "ritorno dall'esilio" sarebbe sicramentesicuramente arrivato presto. Alcuni ebrei studiavano le antiche profezie cercando segni, e tentavano di calcolare il momento cronologico quando Dio avrebbe agito. Altri si stancarono di aspettare Dio, e decisero di darsi da fare per conto proprio. Altri ancora decisero che la cosa migliore da fare sarebbe stata di intensificare la loro osservanza delle leggi tradizionali. Alcuni speravano, in un modo non meglio definito, che Dio avrebbe inviato un grande Re che, come Messia, li avrebbe condotti alla vittoria contro i loro nemici. Tutte queste aspettative venivano regolarmente espresse in un linguaggio altamente caricato, incluso quello che chiamiamo "apocalittico" — stelle che cadono dal cielo, comete fiammanti che attraversano il firmamento e così via. Ciò però non significava che pensassero che il mondo fisico sarebbe finito. Piuttosto, si aspettavano una fine del modo in cui il mondo girava attualmente e una grande svolta in cui essi sarebbero stati i vincitori, i premiati.
 
Terzo, questa speranza veniva ''attuata'' tramite molteplici tipi di festival, liturgie e letture di libri sacri. Il pellegrinaggio a Gerusalemme durante la [[w:Pesach|Pesach]], in particolare, era una celebrazione drammatica e una rievocazione della liberazione da parte di Dio del Suo popolo da antichi nemici, e quindi un ricordo costante che Egli lo avrebbe fatto nuovamente. Dio sarebbe diventato Re! Niente più romani, niente più Erode, niente più sommi sacerdoti corrotti... solo Dio, un Messiah e un Israele devoto, santo e soprattutto libero.
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== Gesù nei Vangeli ==
Prima di esaminare il programma proprio di Gesù, dobbiamo dire due parole sui Vangeli, che abbiamo discusso sommariamente nei precedenti capitoli. Il modo di trovare il vero Gesù è, come dire, con un movimento a tenaglia: in avanti per un quadro dell'ebraismo del primo secolo; indietro, dai Vangeli.
 
Ciò viene spesso dichiarato impossibile. I Vangeli (ci vien detto) sono documenti di fede: pertanto, non riguardano la [[Valore della storia|Storia]]. I Vangeli sono il prodotto di una lunga riflessione teologica: non sono quindi biografie. Innanzi tutto, bisogna dire che queste sono alternative false. Certamente i Vangeli sono scritti da un certo punto di vista; tutta la Storia lo è. La fede cristiana non è necessariamente più fallace come punto di vista di quanto non lo sia l'agnosticismo o l'ateismo. Prestereste fiducia ad un libro su Beethoven scritto da qualcuno che è sordo come una campana? Come abbiamo visto prima,<ref>E si vedano anche i due ''[[wikibooks]]'': ''[[Biografie cristologiche]]'' e ''[[Noli me tangere]]''.</ref> i Vangeli si conformano agli standard del primo secolo su come venivano scritte le biografie — incluse le loro lunghe sezioni sulla morte dell'interprete principale, cosa per niente sconosciuta come caratteristica delle biografie antiche. Ciò non significa che non siano opere riflessive di teologie; solo che sono ''biografie'' teologicamente riflessive.
 
La seconda cosa che deve esser detta è che la riflessione teologica che offrono è enfaticamente ebraica. Come lo stesso Gesù, sono permeati della loro ascendenza ebraica pagina dopo pagina. E la gran cosa riguardo all'ebraismo del primo secolo, da questo punto di vista, è la sua concentrazione sulla Storia. Se uno avesse provato a dire ad un ebreo medio del primo secolo che Dio aveva redento il Suo popolo, e lo avesse invitato a crederlo nonostante il fatto che Israele era ancora sotto dominio romano, che la legge atavica non veniva osservata dalla maggioranza degli ebrei, che il mondo nel suo complesso era ancora colmo di arroganza e malvagità — egli evrebbe detto che tu non avevi proprio capito nulla di ciò che stavi dicendo. Quello che contava alla fine era la ''Storia''. Qualcosa doveva capitare nel mondo reale. Ecco perché, come storici, dobbiamo affrontare la domanda: cosa, ''storicamente'', era accaduto poco dopo la morte di Gesù, da far dire agli ebrei del primo secolo che la grande redenzione si era veramente realizzata? Una redenzione "spirituale" che lasciava immutata la realtà storica era una contraddizione in termini. Se i Vangeli, visti come la cultura pagana verso cui la chiesa andava in missione, sono ineluttabilmente ''biografie'', allora, visti come la cultura ebraica che dava loro profondità teologica, sono ineluttabilmente ''storia teologica''.
 
Ciò non significa, ovviamente, che abbiano messo tutto in ordine cronologico, o registrato tutto quello che Gesù (o qualsiasi altro) disse esattamente con le stesse parole che egli usò. Gli studiosi del Nuovo Testamento che si preoccupano del fatto che i Vangeli mettano accadimenti in ordine diverso sono semplicemente ingenui. Quando il biografo di Churchill, Martin Gilbert, riassunse in un solo volume il suo ''magnum opus'' di svariati volumi, un recensore lo criticò aspramente dicendo che era solo una lista cronologica di eventi. Non è certo questa la Storia.
 
Tuttavia ciò significa che i Vangeli devono essere presi sul serio come documenti storici, e anche come documenti teologici e di fede. Non commettiamo grossi errori esaminandoli per cercare serie informazioni sul Gesù che visse nell'ambito dell'ebraismo del primo secolo. Naturalmente dobbiamo imparare a comprendere lo speciale sistema linguistico che usano.
 
Non dobbiamo immaginare che le parabole di Gesù descrivano eventi reali. Non dobbiamo immagnare che il linguaggio "apocalittico" debba essere letto in una maniera piatta e letterale. Non dobbiamo immaginare che i brevi "aneddoti" che occupano la maggior parte del Vangelo di Marco, e gran parte di Matteo e Luca, occorsero esattamente come descritto: la maggior parte sarebbero terminati in circa un minuto, lasciando l'impressione di un Gesù che intraprendesse un ''tour-de-force'' senza respiro, una vera sgobbata per tutti i villeggi della Galilea. In altre parole, dobbiamo capire la [[Infinità e generi|forma letteraria ed il genere]] dei vari brani di scrittura. Brevi aneddoti brevi e sincopati sono stati ovviamente modellati dalla costante ripetizione nell'ambito ecclesiastico. La scrittura apocalittica assegna alla realtà spazio-temporale un significato teologico. Le parabole sono storie destinate a presentare visioni del mondo e renderle comprensibili. Se impegnamo le nostre abilità letterarie con alacrità, non c'è ragione per credere di non essere in grado perlomeno di iniziare a comprendere il Gesù dei Vangeli come il Gesù della Palestina del primo secolo.<ref>Per la bibliografia di questa intera sezione si vedano le rispettive "Bibliografie" della ''[[Serie cristologica]]'', ampiamente usate nei riferimenti di testo.</ref>
 
== Gesù e il Regno di Dio ==