Essenza trascendente della santità/Persone sante: differenze tra le versioni

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Uno imita Dio mediante un comportamento misericordioso, benevolo, giusto e santo. Il punto viene ribadito nel secondo testo in cui Maimonide tratta dell'imitazione di Dio, in ''MT'' "Leggi delle Qualità Morali", 1:5-6:
{{q|I santi antichi esercitavano le proprie disposizioni allontanandosi del giusto mezzo verso gli estremi; riguardo ad una disposizione in una direzione, riguardo ad un'altra nella direzione opposta. Ciò era supererogazione. Ci viene ordinato di camminare nei percorsi mediani che sono le vie giuste e appropriate, poiché è detto, "e camminerai per le Sue vie" (Deut. 28:9). Spiegando il testo appena citato, i saggi insegnarono: "Come Egli è chiamato benevolo, così voi siate benevoli; come Egli è chiamato misericordioso, così voi siate misericordiosi; come Egli è chiamato santo, cosi voi siate santi". Pertanto anche i profeti descrivevano Dio con tutti i vari attributi, "tollerante e colmo di benevolenza, giusto e retto, perfetto, possente e potente", e così via, per insegnarci che queste qualità sono buone e giuste e che l'essere umano deve coltivarle e quindi imitare Dio il più possibile.<ref>Citato, con emendamenti, dal ''Libro della Conoscenza'', trad. Hyamson, 47''b''-48''a''.</ref>}}
Maimonide qui cambia la sua fonte in modi interessanti. ''Sifrei'', che Maimonide segue nel ''Libro dei Comandamenti'', parlava di misericordia, benevolenza, rettitudine e santità. Il testo qui parla di benevolenza, misericordia e santità. Discuterò più avanti il possibile significato di ciò, ma per il momento evidenziamo che non esistono fonti note per la formulazione di Maimonide. Non ho esaminato tutti i manoscritti conosciuti del ''Sifrei'', ma nei testi stampati la prima volta che "santità" viene introdotta in questa discussione è qui, nelle "Leggi delle Qualità Morali".<ref>Il passo di ''Sifrei'' si riscontra, in varie forme, in una mezza dozzina di testi rabbinici. Esaminando varie banche-dati (tra cui l'ottima ''[https://www.sefaria.org/texts Sefaria]''), ho trovato varianti in ''Midrash tana’im'', Deut. 11:22; ''Mekhilta derabi yishma’el'', "Masekhet shirah", "Beshalaḥ", 3; ''Mekhilta derabi shimon bar yoḥai'', 15; TG ''Pe’ah'', 1:1 (15''b''); TB ''Shab.'' 133''b''; Trattato ''Soferim'' 3:17; Trattato ''Sefer torah'' 3:10. Mentre alcuni dei commentari tradizionali della ''Mishneh Torah'' prendono nota della discrepanza testuale, nessuno sembra considerarla degna di particolare attenzione.</ref>
 
Nel terzo testo in cui Maimonide discute ''imitatio Dei'', ''Guida'' i.54 (p. 128), egli ritorna alla formulazione originale del ''Sifrei'', o almeno ne cita parte senza l'aggiunta di santità:
{{q|Poiché la suprema virtù dell'uomo è di diventare come Lui, che Egli sia benedetto, il più possibile; il che significa che dobbiamo rendere le nostre azioni come le Sue, siccome i Saggi resero chiaro interpretando il versetto: "Siate santi" (Lev. 19:2). Dissero: "Egli è benevolo, così anche voi siate benevoli; Egli è misericordioso, così anche voi siate misericordiosi" (''Sifrei'' su Deut. 10:12). Lo scopo di tutto ciò è di mostrare che gli attributi ascritti a Lui sono attributi delle Sue azioni e che non significano che Egli possegga qualità.<ref>Per una discussione di alcune problematiche testuali qui, si veda Michael Schwartz e le sue note riguardo a questo passo nella sua traduzione {{he}} della ''Guida'' (p. 135).</ref>}}
Diventare simili a Dio, Maimonide rende qui molto chiaro, significa comportarsi in un modo particolare. Per ottenere la santità, e quindi imitare Dio, uno deve agire benevolmente e misericordiosamente. Maimonide non è affatto disposto ad attribuire santità a Dio in alcun modo essenziale o ontologico. "Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti! Tutta la terra è piena della sua gloria!" disse il profeta Isaia e ciò che il profeta intendeva, secondo Maimonide, è che le azioni di Dio sono benevole e misericordiose. Se Maimonide è così restio ad attribuire santità a Dio in una qualsiasi sorta di modalità essenziale o ontologica, altrettanto (e profondamente) riluttante deve esserlo ad attribuirla ad altre entità, persone, luoghi e tempi.
 
==Note==