Essenza trascendente della santità/Persone sante: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Riga 21:
Agire come i Farisei è una forma di "più elevata santità". Significa separarsi da tutte le forme di impurità rituale e da tutte le persone che sono in uno stato di impurità rituale. Ciò non è perché ci sia qualcosa di intrinsecamente sbagliato nell'essere ritualmente impuro.<ref>Maimonide nel paragrafo 9 scrive: "Proprio come è permissibile mangiare e bere cibo comune che è ritualmente impuro, così è permissibile che cibo comune diventi ritualmente impuro nella Terra di Israele; e l'impurità rituale può essere impartita al cibo comune che in origine era in condizioni idonee e corrette. Parimenti, è permissibile toccare cose che sono ritualmente impure e incorrere in impurità a causa loro, poiché la Scrittura ammonisce solo i figli di Aronne e il Nazireo dall'incorrere in impurità rituale a causa di un cadavere, implicando quindi che per tutte le altre persone è permissibile e che è permissibile anche ai sacerdoti a ai Nazirei di incorrere in impurità rituale a causa di altre cose impure ritualmente, eccetto solo l'impurità rituale dei cadaveri."</ref> Succede perché tale separazione "porta alla purificazione del corpo da azioni malvagie", che, a sua volta, "porta alla santificazione dell'anima dai cattivi pensieri", che a sua volta "porta a sforzarsi di imitare la Shekhinah".
 
Penso che Maimonide qui voglia dire che il fine della santità, di ''perishut'', sia il comportamento morale (separazione dalle azioni malvagie), che a sua volta rende possibile la perfezione intellettuale (separazione dai pensieri cattivi); ciò, a sua volta, conduce alla ''imitatio Dei''.<ref>l punto qui viene ben affermato da Kreisel, ''Maimonides Political Thought'', 156: "Il motivo dominante che caratterizza le discussioni di Maimonide su Dio è la negazione della corporeità. La sua opinione di santità che risiede nelle virtù etiche in generale, e moderazione dei desideri corporei in particolare, connette questa nozione alla negazione della propria corporeità. Uno deve negare particolarmente ciò che è associato ai nostri sensi più corporei." La letteratura del concetto maimonideo della perfezione umana è molto vasta. Gran parte viene elencata e analizzata in Kellner, ''Maimonides on Human Perfection''. Studi più recenti includono: Benor, ''Worship of the Heart''; Bruckstein, "How Can Ethics be Thaught"; W.Z. Harvey, "Political Philosophy and Halakhah"; H. Kasher, "Three Punishments"; Kreisel, ''Maimonides' Political Thought''; Rosenberg, "You Shall Walk in His Ways"; Seeskin, ''Searching for a Distant God'', 97-106; Shatz, "Worship, Corporeality and Human Perfection"; and Lorberbaum, "Maimonides on ''Imago Dei''".</ref> Ciò vuol dire tradurre il vocabolario rabbinico di Maimonide nel linguaggio dell'[[w:aristotelismo|aristotelismo]] medievale. Ma uno non deve esser d'accordo con questa traduzione per vedere che, secondo la testimonianza del testo qui presentato, per Maimonide la santità significa il risultato di un tipo di comportamento. Non è qualcosa che si possa dire esista in sé o di per sé, non è un qualche tipo di essenza sopraggiunta, non è nulla di ontologico. È semplicemente un nome dato a certi tipi di comportamento (estremamente importante, altamente valutato) e, per estensione, a persone, luoghi, tempi e oggetti. È, e questo è un punto che deve essere enfatizzato, un qualcosa che non è dato, ma deve essere guadagnato. La santità non è una condizione, uno status ereditabile.<ref>[[w:Yeshayahu Leibowitz|Yeshayahu Leibowitz]] affermava spesso che Maimonide insisteva che agli esseri umani non vien dato nulla su un piatto d'argento: tutto deve essere guadagnato, conquistato. Si può quindi dimostrare che per Maimonide questo "tutto" includesse la propria umanità, il proprio status come ebreo, la provvidenza, la profezia, una porzione nel mondo a venire e, come sto proponendo in questo studio, la santità. Si veda Nuriel, "Are There Really Maimonidean Elements?".</ref>
 
 
==Note==